Indagine epidemiologica, maggiore rischio tumore cervello con uso cellulari

I risultati dello studio sono stati pubblicati on line il 29 ottobre scorso sulla rivista scientifica “Pathophisiology”, giornale ufficiale della Società Internazionale di Fisiopatologia.

 

COMUNICATO STAMPA del 4 Novembre 2014

CELLULARI E TUMORI DEL CERVELLO. UNA NUOVA INDAGINE EPIDEMIOLOGICA SVEDESE RIBADISCE IL NESSO FRA L’USO PROLUNGATO DEL CELLULARE E DEL TELEFONO SENZA FILI E UN MAGGIOR RISCHO DI CONTRARRE IL GLIOMA, UN TUMORE MALIGNO DEL CERVELLO.

I risultati dello studio sono stati pubblicati on line il 29 ottobre scorso sulla rivista scientifica “Pathophisiology”, giornale ufficiale della Società Internazionale di Fisiopatologia.

Per i telefoni cellulari il rischio aumenta complessivamente del 30% e fino a 3 volte (+200%) nel caso di utilizzo maggiore di 25 anni. Nel caso dei telefoni senza fili il rischio aumenta del 40% e fino al 70% per un utilizzo maggiore di 15-20 anni. Il rischio è risultato aumentato sia per 100 ore di uso cumulativo e sia per anno di latenza ed è risultato più alto nel caso di uso sempre dalla stessa parte del capo (+80% per il cellulare e +70% per il telefono senza fili). Il maggior rischio è per il glioma del lobo temporale. Il rischio più elevato è stato trovato nel caso di uso prima dei 20 anni di età.

Questi risultati sconcertanti, che confermano le evidenze rilevate in studi precedenti, sono stati ottenuti analizzando 1498 casi di gliomi su 3530 controlli effettuati. I Gliomi sono stati diagnosticati durante gli anni 1997-2003 e 2007-2009, in pazienti che, al momento della diagnosi, avevano età comprese fra 20 e 80 anni e fra 18 e 75 anni, rispettivamente nelle due suddette finestre temporali osservate.

Questi dati dovrebbero far profondamente riflettere i decisori istituzionali, la sanità pubblica, specialmente nei confronti dell’infanzia e dei giovani, e i produttori e gestori della telefonia mobile. Continuando a non intervenire si potrebbe incorrere negli stessi drammatici errori fatti nel caso dell’amianto, del talidomide, del tabacco, dei policlorobifenili, del prione (agente infettivo proteico responsabile delle letali patologie encefaliche spongiformi umane e animali).

Questi dati dovrebbero convincere l’Organizzazione Mondiale della Sanità, attraverso la propria Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), a riclassificare i campi elettromagnetici emessi dai cellulari e dai telefoni cordless da possibili cancerogeni (categoria 2b) a cancerogeni per l’uomo (categoria 1), in applicazione del Principio di Precauzione.

La sintesi della pubblicazione può essere scaricata da: http://www.pathophysiologyjournal.com/article/S0928-4680(14)00064-9/abstract

L’intero articolo scientifico può essere scaricato da: http://www.pathophysiologyjournal.com/article/S0928-4680(14)00064-9/pdf

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