Gaza: il fuoco di Israele sulla marcia dedicata a vita e libertà

Stamane, prima ancora che cominciasse il 19° venerdì di marce, le forze di occupazione israeliane hanno aperto il fuoco, contro terreni agricoli ad est del campo profughi di al-Maghazi, centro di Gaza Strip.

 

Gaza: il fuoco di Israele sulla marcia dedicata a vita e libertà

di Paola Di Lullo

Stamane, prima ancora che cominciasse il 19° venerdì di marce, le forze di occupazione israeliane hanno aperto il fuoco, contro terreni agricoli ad est del campo profughi di al-Maghazi, centro di Gaza Strip.

I soldati israeliani hanno sparato indiscriminatamente, ma non sono stati segnalati feriti.

La marcia è dedicata al “Martire di Gerusalemme, Muhammad Youssef”, in ricordo del diciassettenne palestinese ucciso da Israele.*

Alle 17,00 circa, ora di Gaza, arriva la notizia dei primi tre feriti, colpiti da proiettili veri.

Le forze di occupazione israeliane hanno sparato a centinaia di manifestanti arrivati al confine e fonti mediche hanno confermato che due palestinesi sono stati feriti da colpi di arma da fuoco nella parte orientale della Striscia di Gaza.

Le forze d’occupazione israeliane hanno anche sparato contro i giovani del campo profughi di Al-Awda, a Khuza’a, Khan Younis, ed a Rafah.

I palestinesi si sono raccolti nei soliti cinque campi :
An-Nadha, est di Rafah, sud della Striscia;
Al-Najar, esti di Khuza’a, Khan Younis, sud della Striscia;
Al Bureij, centro della Striscia;
Malaka, est di Gaza City;
Abu Safiya, Jabaliya, nord della Striscia.

 

Come sempre, la marcia è coordinata dal Coordinating Committee of the March of Return (Comitato di Coordinamento della Marcia di Ritorno) per rivendicare il diritto al ritorno, sancito dalla Ris. ONU 194. Tutti insieme, i gazawi, al d là delle divisioni e delle fazioni politiche. Tutti insieme, disarmati, donne, anziani, bambini.

Come sempre, vediamo i palestinesi armati di aquiloni e palloncini con le foto dei loro martiri. Davvero un popolo di terroristi, non c’è che dire! Con pretese assurde, tipo lottare a palloncini ed aquiloni contro proiettili vivi o lacrimogeni.

Alle 17,30 circa, i feriti sono saliti ad otto.

Si parla, lo riporta la Shehab News Agency, di scontri ad Al-Bureij, centro della Striscia. Dove per scontri, al solito, s’intende copertoni bruciati e fionde da una parte, ed il terzo esercito meglio armato al mondo dall’altra.

Il link del video degli “scontri”: https://www.facebook.com/ShehabAgency.MainPage/videos/2849984545043947/

Intorno alle 18,30, il numero dei feriti è salito a trenta. Tra loro anche un giornalista, Alaa al-Namla. E giunge notizia di alcuni giovani raggiunti da colpi di arma da fuco alla testa, a Khan Younis e degli spari contro un punto di osservazione della Resistenza a R.afah. Poco dopo, Israele apre il fuoco ad Al-Bureij.


 

Alle 19,30 circa, i feriti sono 80.

Secondo quanto dichiarato dall’IOF, un gruppo di palestinesi avrebbe attraversato la recinzione nella parte meridionale della Striscia di Gaza ed avrebbe lanciato delle bottiglie Molotov, prima di ritornare nella Striscia e la sparatoria a Rafah sarebbe stata la risposta a questa penetrazione. In realtà, le mie fonti riportano prima la sparatoria israeliana, poi l’attraversamento della recinzione.

Intanto, il portavoce del ministero della Salute in Gaza, diffonde un comunicato in cui afferma che i feriti sono 120, di cui 70 trattati sul campo e 50 ricoverati negli ospedali della Striscia. Novena sono i feriti colpiti da proiettili vivi.

Alle 20,00 arriva la notizia del primo e, per fortuna, unico martire, per adesso. È Ahmed Yahya Attallah Yaghi, 25 anni, ucciso ad est di Gaza.

Finisce così l’ennesima giornata di repressione da parte di Israele. Repressione illegale di un popolo che chiede, non che vengano sanciti i propri diritti, ma che chiede, pacificamente, che siano rispettati quelli già sanciti dalle Risoluzioni ONU. Ma Israele è davvero tenuto a rispettarle, queste risoluzioni? Israele se ne beffa, se la ride sotto i baffi, nemmeno troppo velatamente.

Ed io comincio a chiedermi a che serve il diritto internazionale se ad uno stato illegale fin dalla nascita è consentito calpestarlo costantemente.
 

FONTI : Ma’an News in Arabic
Quds Network
Shehab News Agency
Palinfo

* Venerdì 27 luglio, Ahmad Tareq Youssef Abu Ayyush, 17 anni, del villaggio di Kobar, nel distretto centrale della West Bank di Ramallah, secondo fonti israeliane, sarebbe entrato nell’insediamento illegale di Adam ed avrebbe accoltellato un gruppo di coloni israeliani all’interno della loro casa, ferendone tre.
Secondo le medesime fonti, uno dei coloni sarebbe morto in seguito alle ferite. Ed ancora, quando Ahmad avrebbe provato ad accoltellare un quarto colono, sarebbe stato ucciso. Ahmad avrebbe adoperato un’ascia.

da: www.lantidiplomatico.it
 

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