“Ma non provate mai vergogna?”

Domanda rivolta al Corriere della Sera che contiene un atto d’accusa che al tempo stesso mostra la sciocca vacuità del più importante quotidiano italiano che il 28 settembre dedicava una pagina ai “brufoli” saltando a piè pari le stragi commesse il giorno prima dall’esercito israeliano.

 

Ma non provate mai vergogna?

di Patrizia Cecconi

Domanda rivolta al Corriere della Sera da un medico e da un avvocato italiani. La domanda è indirizzata all’ex direttore Paolo Mieli e al responsabile esteri Paolo Lepri e nasce dall’indignazione di due uomini, abituati a trattare per lavoro con le sofferenze e con i problemi di altri uomini, e contiene un atto d’accusa che al tempo stesso mostra la sciocca vacuità del più importante quotidiano italiano che il 28 settembre dedicava una pagina ai BRUFOLI saltando a piè pari le stragi commesse il giorno prima dall’esercito israeliano.

Sì, non vi stupite, il Corriere ha “coperto” la dovuta informazione che probabilmente sarebbe entrata in collisione con la linea filosionista del giornale ed ha ignorato i sette bambini e ragazzi gazawi fucilati a morte da Israele e i circa 400 feriti nella manifestazione più nobile e giusta che si possa immaginare: la marcia per chiedere il rispetto dei loro diritti, sanciti anche dall’ONU, e violati dallo Stato di Israele sempre più configurabile come Stato criminale.
Ma non provate mai vergogna? chiedono l’avv. Giannangeli e il dr. Bianchetti dopo aver atteso per due giorni che il Corriere dicesse qualcosa sull’inaccettabile violenza israeliana, violenza nutrita dalla mancanza di sanzioni verso i crimini dell’IDF, ma anche dalla manipolazione mediatica fatta di silenzi “opportuni” e di menzogne confezionate su istruzione della Hasbara.

A tale proposito il giornalista israeliano Gideon Levy su Haaretz del 27 settembre scriveva “se una forza internazionale avesse fronteggiato l’occupazione israeliana, questa sarebbe finita da un pezzo” e noi aggiungiamo che se i tanti media mainstream a servizio diretto o indiretto di Israele cambiassero padrone e scegliessero di porsi a servizio della verità, anche la sua criminale arroganza sarebbe ridimensionata.

E’ grazie ai social che siamo venuti a scoprire la lettera al Corriere dei due professionisti citati sopra, ma non abbiamo molta fiducia che il Corriere della Sera risponda loro, o pubblichi il loro breve scritto. Meglio dedicare una pagina al servizio di Candida Morvillo che con enfasi degna di problematiche capaci di attanagliare il mondo, ci comunica la nuova battaglia sui social e, finalmente, per le magnifiche sorti e progressive … ci fa sapere che sta per essere superata la vergogna per l’acne e le imperfezioni della pelle. Il tutto in un magnifico servizio dal titolo “Mostriamo i brufoli senza vergogna” del 28 settembre, il giorno successivo all’ultima strage commessa da Israele alla quale il “Corrierone” ha ritenuto opportuno non dedicare alcuna attenzione.

Come mi diceva un amico ebreo israeliano un paio d’anni fa “coprire col silenzio o con le menzogne i crimini israeliani solo perché si è ebrei corrisponde a quello che ha fatto la vostra chiesa coprendo i crimini dell’Inquisizione perché cristiani”. Chissà se il direttore Paolo Mieli ha mai fatto una riflessione analoga. Lo vedremo dalla eventuale risposta o dalla non risposta all’indignata lettera di Bianchetti e Giannangeli.

da: www.lantidiplomatico.it

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