“Il panopticon e le Invalsi”

Uno sguardo critico sulle prove Invalsi, in corso in questi giorni, permette di mettere in discussione l’ossessione delle valutazioni penetrata in ogni ambito della vita. Il primo obiettivo delle valutazioni, secondo Angélique Del Rey, è l’instaurazione della competitività, in una società concepita come un grande mercato.

 

 

 

IL PANOPTICON E LE INVALSI
Uno sguardo critico sulle prove Invalsi, in corso in questi giorni, permette di mettere in discussione l’ossessione delle valutazioni penetrata in ogni ambito della vita. Il primo obiettivo delle valutazioni, secondo Angélique Del Rey, è l’instaurazione della competitività, in una società concepita come un grande mercato. Per affermarsi, questo dominio non ha sempre bisogno della violenza e neanche di sorveglianti: come nel panopticon, il dispositivo architettonico che permetteva di vedere ovunque e sempre i detenuti, il valutato oggi è indotto gradualmente a sorvegliarsi da sé, ad adattarsi, a mettersi in perenne competizione con gli altri. La statistica, nome generico con cui si indicano i moderni strumenti della valutazione, incarna un dispositivo sim ile. I nuovi mezzi di comunicazione (quanti visitatori ha questo sito? quanti “amici” ha il tuo profilo facebook?…) fanno il resto: rendono la valutazione un vero modo di essere ossessivo, accompagnato dalla retorica dell’oggettività. La complessità, l’interiorità, le relazioni delle persone vengono schiacciate e ridotte a una quantità, sempre più spesso anche a un prezzo. Intanto le qualità delle persone diventano “capitale umano”. No, la scuola e la vita sono un’altra cosa
ANGÉLIQUE DEL REY
 

SI STENTA A CREDERE…
“Dal prossimo giugno maestri e docenti della scuola elementare e media dovranno certificare le competenze dei loro allievi, utilizzando i nuovi modelli nazionali predisposti dal Ministero dell’istruzione. Per i ragazzini delle medie, la scheda di certificazione conterrà una parte dedicata a 8 «competenze europee» redatta dai loro insegnanti e una parte a cura dell’INVALSI. Per i bambini delle elementari, la scheda di certificazione riferita alle otto competenze europee, riguarda anche quella denominata «spirito di iniziativa e imprenditorialità», che in Italia è diventata semplicemente «spirito di iniziativa», pur mantenendo in nota il riferimento originario all’entrepreneurship, l’imprenditorialità. I consigli di classe delle var ie scuole del Paese dovranno adoperarsi per «testare» la capacità di «realizzare progetti», essere «proattivi» in grado di «assumersi rischi», «assumersi le proprie responsabilità» fin da piccoli. Si stenta a credere, ma è proprio così: le istituzioni europee chiedono agli insegnanti di fare violenza ai nostri bambini, di plasmarli in una fase delicatissima della loro formazione emotiva e spirituale, incitandoli alla competizione, alla realizzazione di cose, all’intraprendenza «rischiosa»….” QUI L’APPELLO COMPLETO “FERMIAMO LA TRASFORMAZIONE DELLA SCUOLA IN IMPRESA”

AY NICARAGUA, NICARAGÜITA
L’ultima sanguinosa repressione delle scorse settimane ha riportato l’attenzione internazionale sul Nicaragua, mettendo in luce alcune essenziali riflessioni sulle società post-rivoluzionarie del Novecento. A quasi quarant’anni dalla vittoria sandinista dell’estate del 1979, la più giovane e poetica delle rivoluzioni del secolo scorso, ci si chiede ancora come sia stato possibile che Daniel Ortega – il più “politico” tra i suoi grandi protagonisti, quello disposto ad allearsi con chiunque pur di restare al governo – sia diventato poi il simbolo di un potere cieco e corrotto, che ha di fatto privatizzato il Fronte Sandinista e le istituzioni del paese perseguitando ogni protesta sociale e molti dei suoi compagni d’un tempo, a c ominciare dal vecchio poeta Ernesto Cardenal. Gli studenti hanno convocato una nuova manifestazione nazionale per il 9 maggio, dove non mancheranno di intonare, con grande disappunto del governo, Ay Nicaragua, Nicaraguita, la canzone composta dai fratelli Mejìa Godoy per la grande Campagna dell’alfabetizzazione, uno dei simboli più straordinari dei primi anni della rivoluzione. Carlos Mejia Godoy, che sostiene l’indipendenza della protesta, ha scritto: non posso essere neutrale di fronte a tanta barbarità e ignominia
RAÚL ZIBECHI
 

PESTICIDI SUGLI ULIVI? DISOBBEDIAMO
Le prove di una campagna di disobbedienza sono state fatte in una domenica dell’ottobre 2015 quando furono improvvisamente piantati ovunque centinaia di ulivi nelle campagne del Salento contro i provvedimenti voluti da governo e Ue che prevedevano la distruzione degli ulivi per “salvare” quelli ammalati. Ora aziende agricole, associazioni e cittadini si preparano a scendere nei campi contro il decreto Martina che impone l’uso di pesticidi dappertutto (nelle campagne, sui cigli stradali, sulle aiuole cittadine e pure sugli appezzamenti a uso domestico) in un territorio già avvelenato e con dati epidemiologici impressionanti. “Non si può costringere un popolo ad autodistruggersi. Disobbedire al decreto è un gesto di civiltà ma anche una questione di sopravvive nza…”
AA.VV

CAFFÈ E NESPOLE, SCUDI E MANGANELLI
Qualcuno ogni tanto si chiede cosa accade in Salento a proposito del Tap. Mentre perfino il Parlamento Europeo ha ritenuto l’opera irrispettosa delle norme sociali e ambientali minime nei paesi di transito, ecco il racconto di una mattinata dal presidio No Tap “La Peppina”: “Eravamo quasi tutte donne e madri, le sedie attorno al tavolo del presidio… Siamo stati lì, per ore, noi armati di caffè, acqua fresca e nespole appena colte dall’albero, loro armati di tutto punto di scudi e manganelli… Poi, tutto ad un tratto…. arrivano due mezzi…”
UNA DONNA NO TAP

IL GRANDE ABISSO E IL CAVALCAVIA DI NIAMEY
Non si attraversa l’abisso, quella distanza siderale che c’è tra chi può viaggiare, nutrirsi, curarsi, studiare, comunicare col mondo, avere un lavoro dignitoso, veder crescere i figli e chi, comparsa di sabbia, non deve poterlo fare. Non sarà certo il terzo cavalcavia, inaugurato in pompa magna dal governo del Niamey, a colmare l’abisso di cui parla la parabola di Lazzaro. Altri megaprogetti per far avanzare lo sviluppo della civiltà sono già in cantiere, serviranno a realizzare solenni congressi internazionali e a spartirsi le ripartizioni umanitarie del bottino degli aiuti. La carestia, intanto, affligge buona parte della popolazione rurale e le città nigerine, le università sono chiuse, i salari occasionali, l&r squo;uranio contamina e il petrolio va in Cina. Seguono gli attacchi terroristi, i morti alla frontiera e la vendita dei migranti all’Occidente dell’abisso
MAURO ARMANINO
 

QUANDO ENTRI IN UN PAESE IN GUERRA…
… ti senti investito di tutta la responsabilità del mondo, poi capisci che dentro di te cresce qualcosa di molto grande che puoi solo intuire. Un volontario dell’Operazione Colomba che ha scelto di vivere nel campo profughi libanese di Tel Abbas, a pochi chilometri dal confine con la Siria, s’interroga sul senso della sua esistenza tra le tende di persone che non possono tornare a casa, non possono restar lì e non dovrebbero nemmeno sognare di ricominciare altrove un’esistenza dignitosa
ALESSANDRO CIQUERA

H&M FACCIA UN NODO AL FAZZOLETTO
Mentre gli azionisti di H&M si riuniscono a Stoccolma per l’incontro annuale, la crescente coalizione internazionale che promuove la campagna “Turn Around, H&M!” richiama l’attenzione sul fatto che il colosso dell’abbigliamento aveva fatto una promessa essenziale ma sta lasciando senza risposte “sostenibili” centinaia di migliaia di lavoratori in attesa di ricevere un salario dignitoso
CAMPAGNA ABITI PULITI

POVERTÀ, LE COSE VANNO PEGGIO
Sarà anche perché Alex Zanotelli ci vive ogni giorno, ci mangia e ci dorme ancora con i poveri del Rione Sanità, a Napoli, ma dalle sue parole sulla diffusione dell’impoverimento e della rabbia emerge un modo di guardare alle cose del mondo che spazza via l’indifferenza e l’ipocrisia di quelli che sono in alto, nelle grandi imprese come nelle istituzioni, quelle nazionali come quelle locali. “La politica, se è politica, deve partire dagli ultimi – scrive Alex -, da chi non ce la fa più…”
ALEX ZANOTELLI

LA GUERRA TRA POVERI
Viviamo tempi difficili perché non basta più riconoscere i 10 comandamenti che il neoliberismo ha svelato poco a poco negli ultimi trent’anni e imparare a resistere (mercato, azzardo, debito, repressione…), ma perché, ormai è sempre più evidente, pensare di superarli attraverso la via istituzionale è nel migliore dei casi una generosa illusione. Intanto la guerra sociale di tutti contro tutti è cominciata. Siamo dunque chiamati prima di tutto a dirigere la nostra rabbia verso un lavoro territoriale di lunga lena, in grado di creare e accompagnare pratiche concrete e collettive di un mondo diverso
ANTONIO DE LELLIS

L’ENERGIA NOSTRA PER CONSUMARE MENO
Cambiare il mondo partendo da un’alternativa energetica. Una sfida difficile quanto straordinaria, raccontata attraverso l’esperienza concreta, cresciuta in soli dieci anni, delle due cooperative che Gianluca Ruggieri ha contribuito a fondare. Adesso il cerchio di quell’idea ispirata da un’economia diversa si sta per chiudere: consumare meglio ma consumare meno e condividere le decisioni con i soci. Il problema è come crescere senza snaturarsi
LUCA CIRESE

LE DONNE DEL BORGHETTO
Esplorare quello che accade nella vita di ogni giorno, restituire senso alle relazioni delle persone sconosciute a cominciare da quelle che vivono in contesti di marginalità, mettere al centro le azioni delle donne, mantenere viva la memoria di volti e luoghi per riempire di significato la parola territorio. Abbiamo bisogno di esercizi di questo tipo nella grandi città come nei paesi per ricomporre legami sociali sempre più fragili e alimentare la voglia di cambiare il mondo. “Alla scoperta del Borghetto Prenestino: le donne” è una mostra fotografica promossa nella periferia romana, primo passo di un percorso di ricerca-azione nato dal basso, con cui far emergere uno sguardo laterale sulla città e illuminare il presente
ASSOCIAZIONE SGUARDOINGIRO

GINESTRE, COMUNI E COMUNITÀ
Nella tormenta del razzismo e del disprezzo per i più deboli si possono riconoscere scialuppe e zattere a cui aggrapparci. Sono, ad esempio, le scuole di italiano per migranti, gli spazi di accoglienza autogestita come Baobab, le classi in cui lo ius soli è riconosciuto ogni giorno, i cortei come quello di Macerata e di Firenze, ma anche le amministrazioni locali che, nonostante i risultati elettorali, non smettono di dare alla parola accoglienza un nuovo significato. Per favorire uno scambio tra i percorsi di queste amministrazioni, la Rete dei comuni solidali, in collaborazione con l’Associazione dei Comuni virtuosi e la redazione di Comune, promuove a fine maggio una grande iniziativa in un angolo di mondo costellato di ginestre, rinato e trasformato in comunità grazie ai migranti: Riace
QUI IL PROGRAMMA COMPLETO

 

LA CAMPAGNA PER SOSTENERE COMUNE:
UN MONDO NUOVO COMINCIA DA QUI

 

ALCUNI APPUNTAMENTI CONSIGLIATI:

ROMA 11 MAG DITE DI DAMA: ’68, IL VOLTO OPERAIO E FEMMINILE

NAPOLI 11 MAG INCONTRO CON MAURIZIO PALLANTE

MONDEGGI 12 MAG TRAZIONE ANIMALE E AGRICOLTURA SOSTENIBILE

OSTIA-RM 13 MAG IL CIRCO NEL BOSCO

RIACE-RC 25/27 MAG, INCONTRO DELLA RETE DEI COMUNI SOLIDALI

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