Nessuna bugia da Legambiente sull’area della Fornace a Marechiaro ad Anzio

Spiace dover nuovamente replicare al Sindaco di Anzio, Bruschini, del quale va apprezzata la grande attenzione che presta alle iniziative di Legambiente.

Per qualunque cittadino è possibile verificare on line sul sito del Comune di Anzio http://www.comune.anzio.roma.it/web/ come sono in realtà andate le cose rispetto all’area della ex Fornace a Marechiaro, ed alle previsioni edificatorie.
Con Delibera della Giunta Comunale n. 7 del 27/01/2005, ratificata con Delibera del Consiglio Comune numero n. 51 del 21/11/2005, il Comune di Anzio (come molti Comuni del Lazio fecero in quel periodo) ha inviato le proprie osservazioni al Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR), nella fase in cui era aperta la procedura per la presentazione da parte degli enti locali. Nel testo si legge, tra l’altro: “formulare alla Regione Lazio la proposta di rettifica della categoria di tutela dell’area in Località Marechiaro denominata ex Fornace”.
La Regione Lazio ha acquisito questa proposta, codificandola col numero 058007_P07, e brevemente riassumendola così: “L’AC chiede per la zona denominata “la fornace” destinata a zona B dal vigente PRG, di attivare programmi che consentano la riqualificazione dei luoghi con limitata attività edificatoria per la parte a nord della Via Ardeatina, destinando a verde la restante parte”. La Regione Lazio ha accolto parzialmente la proposta nel PTPR adottato nel Luglio 2007 “limitando gli interventi al recupero degli edifici esistenti”. Insomma, solo recupero, niente cubature come avrebbe previsto la desti nazione a zona B (indice edificatorio nel PRG di Anzio 0,3 metri cubi per metro quadro, da cui i 15mila metri cubi stimati da Legambiente, ma se si realizzassero strutture turistiche l’indice potrebbe raddoppiare a 0,6 mc/mq).
Con la Delibera del Consiglio Comunale n. 29 del 30/7/2008 l’Amministrazione Comunale recepisce quanto la Regione Lazio ha prescritto, cosa un po’ diversa da quanto dichiarato dal Sindaco. Un caso in cui sembra averla spuntata la tutela del paesaggio contro il cemento, allora perché Legambiente insiste? E’ tutto a posto, dunque? No, per niente, visto che nel PRG vigente ad Anzio rimane ancora un’altra questione. Nella Relazione generale si legge, infatti, che l’area della fornace è “vincolata da troppi anni a verde pubblico” e che “l’ipotesi progettuale é quella di definire un comparto che investa anche la parte non demaniale della marina per formare, appunto, un centro, anche turistico, comunque residenziale, ricettivo e/o ricreativo.” E ancora: “Un giardino pubblico, isolato dal mare -in questa zona- non ha una precisa ragione urbanistica se non quella che un giardino è sempre meglio di qualsiasi altra cosa. Però, l’esproprio dell’area per realizzare un giardino pubblico (di un’area che misura circa 6 ettari) che si raddoppiano se si investe la zona verso mare, non é facilmente perseguibile. Il giardino pubblico non é stato realizzato. E’ difficile che lo possa essere se non lo si accompagna con interventi “perequativi””.
A questo punto, viste le dichiarazioni del Sindaco, attendiamo gli atti conseguenti: una variante generale al PRG di Anzio che metta la parola fine a questa vicenda, destinando nuovamente a verde pubblico l’intera area. Rimaniamo in attesa, mentre al contrario del Sindaco di Anzio, pur ritenendo falsa e infamante l’accusa “ennesima bugia da Legambiente” non daremo mandato ai nostri avvocati per la querela, ritenendo che è più utile confrontarsi, anche aspramente ma sui contenuti, “invece di passare alle carte bollate e agli insulti”.

FORNACE MARECHIARO ANZIO, NESSUNA BUGIA DA LEGAMBIENTE

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