Legambiente, no all’impianto di preselezione rifiuti a Guidonia: significherebbe continuare a tenere aperta la discarica. Riduzione, riuso e raccolta differenziata porta a porta unica strada, anche per ridurre l’uso delle discariche.
“Per chiudere la discarica di Guidonia bisogna bloccare l’approvazione dell’impianto di selezione dei rifiuti nell’area dell’Inviolata e ripensare l’intera gestione dei rifiuti nell’ambito territoriale, puntando sulla riduzione della produzione, su politiche per il riuso ed estendendo a tutta la popolazione la raccolta differenziata porta a porta.” E’ questo in sintesi quanto Legambiente torna a chiedere dopo l’incontro dei giorni scorsi con il Sindaco e molti cittadini, per bocca di Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, e di Stefano Roggi, presidente del Circolo Legambiente di Guidonia, quando mancano ormai poche ore alla conferenza dei servizi sul tema, che risulta essere fissata per il prossimo 15 Gennaio.
Al motivo principale si aggiungono una serie di altre considerazioni. L’impianto di selezione, in grado di trattare ben 190.000 tonnellate di rifiuti all’anno, non servirebbe assolutamente per la differenziata, visto che tratterebbe invece tutto ciò che rimane dopo aver separato i rifiuti con la differenziata: in linea generale, dall’impianto uscirebbero circa un terzo di CDR da bruciare in impianti di incenerimento, un terzo di FOS frazione organica stabilizzata che al momento andrebbero a finire in discarica visto che contiene sostanze pericolose, e un ultimo terzo di scarti che andrebbero anch’essi a finire in discarica. Insomma la montagna partorisce un topolino, visto che delle 190.000 tonnellate due terzi circa continuerebbero a venire sotterrate nella discarica dell’Inviolata. Se, inoltre, davvero il Comune di Guidonia volesse passare al modello di raccolta differenziata porta a porta su tutto il territorio, allora presto l’impianto non avrebbe più materiale da trattare: delle circa 40.000 tonnellate di rifiuti prodotte all’anno, con una raccolta differenziata minima del 65% (questa è la media dei quartieri già partiti in quel Comune) ne rimarrebbero meno di 14.000. Analizzando, poi, l’allegato al progetto che contiene gli aspetti di gestione economica è chiaro che l’impianto prevede una vita di trenta anni, visto che il costo di costruzione previsto è di circa 37 milioni di euro, con una sorta di tassa da pagare per il funzionamento, l’ammortamento e gli utili per il gestore di circa 15,5 milioni di Euro all’anno ed un utile netto attorno agli 850.000 Euro all’anno. Tutti soldi che peraltro ovviamente dovranno uscire dalle tasche dei cittadini di Guidonia e dei Comuni che useranno l’impianto.