BirdLife International accusa: Malta non rispetta le norme Ue sulla caccia

Se Malta vuol stare in Europa deve rispondere alle sue leggi. L’applicazione della direttiva comunitaria “Uccelli”,è stata finora largamente ignorata fin dall’ingresso di Malta nell’Unione Europea avvenuto nel 2004.

Questo in sintesi il senso della campagna internazionale promossa dalle associazioni aderenti a BirdLife International (tra cui la Lipu), con la quale chiedono al primo Ministro di Malta Lawrence Gonzi una corretta applicazione della direttiva comunitaria “Uccelli”, largamente ignorata fin dall’ingresso di Malta nell’Unione Europea avvenuto nel 2004.

 

«La caccia illegale a Malta – ha dichiarato Angelo Caserta, direttore BirdLife Europa – costituisce per noi una seria preoccupazione a causa delle dimensioni delle attività illegali e alla mancanza di un’efficace azione governativa contro di essa. BirdLife non è contro la caccia legale e non sosteniamo alcun tipo di boicottaggio turistico contro Malta come erroneamente affermato dalla lobby venatoria. Non sono quelli che chiedono la fine della caccia illegale che stanno dando una cattiva immagine di Malta, ma piuttosto sono i bracconieri che abbattono quelle stesse specie per la cui protezione altri Paesi spendono milioni di euro. Le autorità – ha concluso Angelo Caserta – insistono nel minimizzare la reale dimensione del bracconaggio e non mettono in atto azioni efficaci per mettere fine a questa pratica».

I numeri sulla pratica della caccia nell’isola maltese sono ricordati da BirdLife: vi operano ben 12mila cacciatori, la più alta densità per chilometro quadrato in Europa. I cacciatori maltesi possono legalmente cacciare 32 specie in autunno e possono usufruire della più lunga stagione di caccia in Europa, che dura cinque mesi. Nonostante questo quadro in autunno e primavera gli atti di bracconaggio a Malta sono molto diffusi. Nello scorso mese di settembre- informa BirdLife- i resti di circa 200 uccelli protetti sono stati ritrovati in una zona boscosa nel Nord dell’isola che è intensamente utilizzata dai cacciatori. I resti includevano specie come Falco di palude, Falco pecchiaiolo e Nitticora. Ad oggi nessuno è stato accusato di questi fatti e nessuna denuncia è stata fatta dalle autorità. Come specifica BiordLife, gli “appetiti” dei cacciatori illegali sono stuzzicati dalla particolare condizione geografica in cui è situata l’isola di Malta: a causa della sua strategica posizione nella rotta di migrazione Europa-Africa, vanta ben 389 specie di uccelli avvistate sul proprio territorio. Studi scientifici hanno messo in evidenza come uccelli provenienti da 48 Paesi (36 in Europa e 12 in Africa) utilizzino Malta durante la migrazione.

«Malgrado la recente condanna inferta a Malta dalla Corte di Giustizia europea per violazione della Direttiva Uccelli- informa Joseph Mangion, presidente BirdLife Malta- il Governo maltese sta pensando di riaprire la caccia primaverile a Quaglia e Tortora, proprio il motivo che ha causato la condanna europea. Non ci sono le condizioni per un’altra stagione primaverile di caccia. Ogni volta che il Governo apre la stagione per una caccia limitata, la apre anche ai cacciatori che sparano alle specie protette. E’ tempo che la politica si allinei definitivamente alla legge» ha concluso Mangion. E’ possibile firmare la petizione internazionale che chiede la fine delle uccisioni illegali di uccelli migratori protetti che sono regolarmente abbattuti nell’isola e che il Governo maltese si impegni affinché la stagione di caccia primaverile a Tortora e Quaglia non venga riaperta, collegandosi all’indirizzo http://www.birdlifemalta.org/petition/sign/ o al sito Lipu www.lipu.it

 

tratto da: http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=%202941

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