Guidonia: basta Mal’Aria industriale, le proposte di Legambiente

Legambiente, ridurre le emissioni del cementificio; sì alla raccolta differenziata porta a porta, no al nuovo buco nella discarica dell’Inviolata. Cementificio: nel 2007 +156% emissioni Ossidi di Carbonio.

Stop all’aumento delle emissioni del cementificio; no al nuovo buco nella discarica dell’Inviolata e sì all’estensione della raccolta differenziata porta a porta; sì alla riduzione delle polveri sottili, delle attività industriali e del traffico. Queste le richieste che Legambiente ha avanzato oggi per Guidonia nel corso dell’anteprima nazonale di “Mal’Aria Industriale”, la campagna di Legambiente sull’inquinamento atmosferico da attività produttive. Fortemente simbolico l’avvio proprio da questa città, alle porte di Roma, su cui pesa un grave carico ambientale che rischia di peggiorare irrimediabilmente se si realizzeranno i “progetti industriali” di cui si sta discutendo proprio in queste settimane. Forte attenzione, in particolare, ha posto Legambiente sulla nuova Autorizzazione Integrata Ambientale per il cementificio di Guidonia e sulla costruzione di un impianto di preselezione dei rifiuti, che implicherebbe di aprire un nuovo invaso al fianco della discarica dell’Inviolata.

Per l’occasione, Legambiente ha presentato i nuovi dati E-Prtr (European Pollutant Release and Transfer Register, relativi all’anno 2007, ancora in corso di completa validazione) riguardanti il cementificio, che confermano come l’impianto rappresenti una grave fonte di pressione ambientale dell’area. Secondo i dati rilevati dall’autorevole fonte, è molto significativo l’incremento degli Ossidi di Carbonio negli ultimi due anni, da 567 t/a (tonnellate all’anno) a ben 1.450 t/a (valore soglia 500 t/a), con un aumento del 156% rispetto ai valori dell’anno precedente (2007/2006). In crescita nello stesso periodo anche gli Ossidi di Azoto da 2.757 t/a a 2840 t/a (valore soglia 100 t/a). Non confrontabili i dati relativi all’Anidride Carbonica (Co2) che nel 2007 ha un’emissione pari a 1.080.000 t/a (valore soglia 100mila t/a) e per l’Ammoniaca (Nh3) che nello stesso anno è pari a 28 t/a (valore soglia 10 t/a).
“L’area industriale di Guidonia, come altre nel Paese, è inserita ormai in un contesto urbano nel quale vivono centinaia di migliaia di persone, con un impatto sanitario delle emissioni significativo secondo gli studi epidemiologici, dove è necessario ridurre subito e in maniera significativa gli inquinanti per garantire il lavoro e la qualità della vita dei cittadini -ha dichiarato Maurizio Gubbiotti, coordinatore della Segreteria nazionale di Legambiente-. Nel Piano regionale di Risanamento della Qualità dell’aria l’area di Guidonia è classificata come zona critica ed è citato proprio il cementificio tra le emissioni principali. Bisogna quindi cogliere l’occasione del rinnovo delle autorizzazioni ambientali per operare sulla riduzione delle emissioni e per affrontare il problema del rumore e del transito di decine di migliaia di mezzi pesanti. Allo stesso tempo, dopo decenni di vita della discarica dell’Inviolata, nata abusiva e posta affianco al parco regionale, è ora di chiudere quella realtà indecente, puntando davvero su riduzione, riuso e raccolta differenziata porta a porta, utilizzando i fondi messi a disposizione da Regione e Provincia e perseguendo obiettivi ambiziosi.”
E’ sulla discarica dell’Inviolata, la seconda della Regione dopo Malagrotta, che si è anche concentrata l’attenzione di Legambiente. Una collina di rifiuti indifferenziati da 3.800.000 metri cubi e oltre 140 metri di altezza, costruita artificialmente dai rifiuti di 47 comuni dell’ATO e di altri 100 Comuni della Regione per alcuni periodi. Il suo invaso è ormai in via di esaurimento, ma piuttosto che pensare alla bonifica e al disinquinamento è aperta la conferenza dei servizi per realizzare in quello stesso sito un impianto per la preselezione dei rifiuti, che implicherebbe irrimediabilmente l’apertura di un nuovo buco nella discarica da 100mila cubi ogni 24/26 mesi accanto a quello attuale, in funzione per 30 anni. Una scelta assolutamente non condivisibile, soprattutto nel momento nel quale Guidonia ha avviato in alcuni quartieri la raccolta porta a porta, con risultati che raggiungono già il 60% di materiali differenziati.
“I cittadini di Guidonia non possono più aspettare, bisogna smetterla con scelte che non fanno che aggravare il carico di inquinamento ambientale di questa area –hanno dichiarato Stefano Roggi, presidente del Circolo Legambiente Guidonia, e Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Il contesto insediativo ha subito uno sviluppo eccezionalmente rapido, con un aumento esponenziale di abitanti, traffico, ed attività commerciali, arrivando ormai a superare gli 80mila abitanti. Oltre allo stop all’ipotesi di incenerimento del CDR nel cementificio, va smascherata quella che in realtà è una richiesta di aumento delle emissioni, verificando quale sia il tipo di carbone effettivamente bruciato, e incrementando i controlli con dati validati dall’ARPA Lazio. Sul fronte dei rifiuti, chiediamo di estendere con convinzione la raccolta differenziata “porta a porta” in tutta la città e in tutto l’ATO, per chiudere finalmente la discarica ed impedire la costruzione dell’impianto per la preselezione dei rifiuti con l’annesso nuovo invaso.”
Decine e decine sono i dati contenuti nel dossier presentato oggi. Riguardo al cementificio emerge ad esempio che nel 2005 le emissioni di polveri raggiungevano già i 20 chilogrammi all’ora. Una situazione che rischia di degenerare se verranno accolte le proposte avanzate nell’ambito della richiesta di rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, in particolare quelle di incenerimento del combustibile da rifiuti all’interno dell’impianto, nonché l’aumento della capacità produttiva del forno F5 da 4.500 a 5.100 tonnellate al giorno, con conseguente incremento della quantità di emissioni e dei punti di emissione, che passerebbero da 78 (visto che 11 sono non attivi dal 1993) a 92, e, a cascata, del traffico dei camion da e per il cementificio, che al momento fanno registrare 84.488 transiti, per 26,15 ton/anno di Pm10. I numeri delle emissioni sono molto chiari, visto che quelle autorizzate equivalgono a 2.673.000 Nm3/h (normal metro cubo per ora) con contenuto di polveri totali di 69,98 Kg/h; quelle rilevate nel 2005 sono di 2.291.000 Nm3/h con emissione di 19,29 kg/h di polvere; quelle della nuova richiesta sono di 2.530.500 Nm3/h di gas.
Roma, 6 Febbraio 2010
Ufficio Stampa
Legambiente Lazio
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