Amnesty International condanna le due impiccagioni in Giappone

Ogata Hidenori, 33 anni, e Shinozawa Kazuo, 59 anni, sono stati impiccati nel centro di detenzione di Tokyo esattamente a un anno di distanza dalle ultime esecuzioni.

 

AMNESTY INTERNATIONAL CONDANNA LE DUE IMPICCAGIONI IN GIAPPONE

Amnesty International ha condannato le due esecuzioni che hanno avuto
luogo mercoledi’ 28 luglio in Giappone, le prime due sotto il nuovo
governo insediatosi lo scorso anno.
Ogata Hidenori, 33 anni, e Shinozawa Kazuo, 59 anni, sono stati impiccati
nel centro di detenzione di Tokyo esattamente a un anno di distanza dalle
ultime esecuzioni.

‘Il Giappone continua ad andare contro la tendenza internazionale verso
l’abolizione e ad applicare questa punizione crudele, disumana e
degradante’ – ha dichiarato Donna Guest, vicedirettrice del Programma Asia
Pacifico di Amnesty International.

‘Un giorno che avrebbe dovuto segnare un anno senza esecuzioni ha invece
visto il Giappone ritornare a compiere omicidi di stato’.

Le esecuzioni di mercoledi’ 28 sono state le prime approvate dalla
ministra della Giustizia, Keiko Chiba, La ministra, che precedentemente si
era espressa contro la pena di morte, dopo la doppia impiccagione ha
annunciato di voler istituire un gruppo di lavoro ministeriale sulla pena
di morte.

Tuttavia, le organizzazioni non governative in Giappone temono che ci
saranno ulteriori impiccagioni nei prossimi giorni. Attualmente sono 107 i
prigionieri in attesa di esecuzione.

‘Un gruppo di lavoro per discutere sulla pena di morte non basta. C’e’
bisogno di un dibattito aperto e pubblico e, mentre questo ha luogo, di
una moratoria immediata sulle esecuzioni’ – ha concluso Guest.

Shinozawa Kazuo era stato condannato a morte per l’uccisione di sei donne
durante l’incendio da lui appiccato in una gioielleria nel 2000, Ogata
Hidenori per l’omicidio di un uomo e una donna nel 2003.

Ulteriori informazioni

Il Giappone aveva messo a morte sette persone nel 2009, ma dal 28 luglio
2009 non vi erano state esecuzioni.

Le condanne a morte sono eseguite tramite impiccagione e in segreto. I
detenuti sono informati solo la mattina stessa, le famiglie di solito a
esecuzione gia’ avvenuta.

Questo significa che i prigionieri vivono nella costante paura di essere
messi a morte. Costretti a stare in queste condizioni per anni, anche per
decenni, diversi di essi soffrono di depressione e malattie mentali.

Amnesty International si oppone alla pena di morte in tutti i casi in
quanto violazione del diritto alla vita. L’organizzazione per i diritti
umani chiede al governo del Giappone di commutare immediatamente tutte le
condanne a morte e introdurre una moratoria formale sulle esecuzioni come
primo passo verso l’abolizione della pena di morte.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 29 luglio 2010

Sharing - Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *