“Trasparenza e non commissariamento su Malagrotta”

Allarme di Legambiente Lazio per il futuro della discarica di Malagrotta in via di esaurimento.

 

 

Legambiente Lazio – Comunicato Stampa
Roma, 29 dicembre 2010

Legambiente su Malagrotta: fortemente preoccupati, serve trasparenza non commissariamento.

Siamo fortemente preoccupati, è assurdo che il Sindaco Alemanno affermi l’inesistenza di aree idonee per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti in un territorio di 129mila ettari come quello di Roma, serve un percorso trasparente a partire dallo studio citato, che deve essere subito reso pubblico e verificato fino in fondo -afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Anche il metodo è molto brutto, dopo anni di discussione, non si può liquidare tutto con una notina di poche righe inviata a capodanno, quando l’attenzione dei cittadini e delle parti sociali è più bassa. In tal senso è da respingere anche qualsiasi ipotesi di commissariamento, le procedure consentono tutte le scelte necessarie, abbiamo già visto sia nel Lazio che in Campania e ovunque ci sia stato, quali frutti avvelenati produce togliere potere a enti e istituzioni locali. Questo è il metodo che rischia di portarci dritti a scegliere in fase di emergenza luoghi assurdi come Monti dell’Ortaccio o Testa di Cane, ancora una volta affianco a Malagrotta”.

E’ molto allarmato il commento di Legambiente Lazio, peraltro in un contesto nel quale la discarica di Malagrotta si sta davvero esaurendo: al 30/06/2010 la volumetria residua risultava essere di 1.750.000 metri cubi, con una autorizzazione all’uso fino al 4 gennaio 2011, data dopo la quale saranno necessari ulteriori atti amministrativi. Nella Capitale si producono ben 1.765.958 tonnellate di rifiuti solidi urbani (Rapporto ISPRA, dati 2008), oltre la metà di quella laziale (52,8%), con un quantitativo pro-capite di ben 649 chilogrammi per abitante all’anno; la raccolta differenziata era ferma nel 2008 al 17,4% (nel 2009 al 21% circa secondo dati AMA), contro il 40,7% di Torino e il 32,7% di Milano e molto lontana dagli obiettivi fissati per legge nel 2006 del 45% entro il 31 dicembre 2008.

Tra pochi giorni scadrà l’autorizzazione di Malagrotta e sembra scontata una ulteriore proroga senza nessuna chiarezza su quanto si dovrà fare dei rifiuti della Capitale, il quadro è fosco e drammatico -afferma Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio-. A Roma la maggior della spazzatura continua a finire in discarica e la scelta della nuova discarica non si inserisce in nessun contesto pianificatorio coerente: quali sono gli obiettivi di riduzione, riuso e raccolta differenziata nella Capitale? Come pensa l’amministrazione di recuperare il tempo perso per raggiungere entro la fine del 2011 la percentuale minima del 60% di differenziata, fissata dal D.lgs. 152/2006? Quando sarà data la possibilità al Consiglio comunale di valutare e approvare il contratto di servizio con l’Ama, che fissa obiettivi, tempi e modalità per spendere i 630 milioni di Euro che i cittadini versano con la tariffa? Perchè non si estende il modello porta a porta che funziona bene e si inventano bizzarri sistemi misti che rendono incomprensibile la raccolta? Queste sono le domande ineludibili per capire almeno di cosa si stia parlando, non servono grandi impianti né grandi nuovi inceneritori, ma progetti e interventi quartiere per quartiere, coinvolgendo i cittadini”.

Ufficio stampa Legambiente Lazio
www.legambientelazio.it

 

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