Cristiani in pericolo, lettera aperta alle comunita’ islamiche d’Italia

Invito di Nino Sergi, presidente di Intersos, rivolto alla comunita islamiche d’Italia di fronte all’ondata di crescente terrore contro le minoranze cristiane.

 

Cristiani in pericolo.
Lettera aperta di INTERSOS alle Comunità Islamiche d’Italia

COMUNICATO STAMPA – Roma, 3 Gennaio 2011 

 

“Oggi vi scrivo per chiedervi di far sentire al mondo intero la vostra voce di musulmani italiani e di musulmani in Italia, ancor più di quanto gia lo stiate facendo”. E’ l’invito che Nino Sergi, presidente di Intersos, rivolge alla comunita islamiche d’Italia di fronte all’ondata di crescente terrore contro le minoranze cristiane. “Una voce che mobiliti tutte le altre comunita musulmane in Europa, che susciti una reazione di indignazione comune, forte e perseverante, indirizzata alle comunita e alle autorita religiose dei paesi coinvolti, con l’imperativa richiesta di reagire decisamente e duramente di fronte a chiunque voglia usare la religione come strumento di divisione e di odio. La vostra voce avra probabilmente più impatto e più possibilita di essere ascoltata della nostra e di quella delle nostre Istituzioni”.

“Con molti altri, mi sono sempre sentito vicino a voi – scrive Sergi – condividendo il vostro diritto di professare pienamente la vostra fede, riconosciuti e rispettati, di godere in Italia di idonei luoghi di culto, di rendere visibile la vostra presenza; non vi ho mai considerato ‘estranei’ e non ho mai pensato che l’Islam sia incompatibile con i valori che hanno costruito l’Italia e l’Europa”.

Di fronte a quanto succede in Iraq, Indonesia, Pakistan, Filippine, Nigeria, fino all’ultima strage di Alessandria d’Egitto, “occorre che nessuno ceda alla semplificazione, altrettanto dannosa, dello scontro tra religioni. Il nostro lavoro quotidiano di operatori umanitari in molti paesi con presenze etniche e religiose minoritarie – continua il presidente di Intersos – ci ha piuttosto insegnato che la coesistenza e il reciproco rispetto sono la normalita e che negli anni le comunita sono riuscite a stabilire regole di convivenza e di risoluzione dei conflitti, a reciproca garanzia di pace e prosperita. Questo desiderio di pace viene spesso annullato da scelte insensate e traumatiche, che provocano reazioni altrettanto traumatiche, da giochi politici dettati da ambizioni di potere, da osceni interessi particolari, dalla volonta di sopraffazione. La religione viene spesso usata, con l’inganno e la manipolazione, come pretesto per accendere lo scontro, mantenerlo vivo e interiorizzarlo nelle singole persone, creando divisione dove c’era concordia, odio dove c’era comprensione e concordia, spesso da molti secoli”. “Sempre piu spesso – annota Sergi – è la visione di una societa pluralista ad essere messa in discussione e di cui le minoranze cristiane diventano l’obiettivo da colpire, come ogni altra minoranza con idee e aspirazioni proprie”.

Riprendendo le parole di condanna pronunciate dalle stesse comunita islamiche d’Italia,Sergi invita a non fermarsi. “La sfida è tanto difficile quanto immane e richiede molto di piu anche da parte vostra. Occorrera anche far conoscere questo vostro impegno, diffondere le vostre prese di posizione e i vostri messaggi di pace. Un contemporaneo appello va quindi ai Media, ai giornalisti italiani e a quelli delle testate internazionali presenti in Italia e in Europa, perché facciano conoscere ogni vostra iniziativa in tal senso”.

La lettera di Intersos è indirizzata all’UCOII, alla COREIS, alla Sezione italiana della Lega Musulmana Mondiale (“composta purtroppo anche da alcuni paesi estremamente intolleranti”, viene annotato nella lettera), all’UIO, ai Giovani Musulmani d’Italia e alle altre aggregazioni religiose islamiche presenti nel nostro paese. “Hanno tutte dimostrato attenzione, interesse e apertura al dialogo nella comprensione reciproca. Si tratta della positiva realtà dell’Islam nel nostro Paese, nonostante le problematicità che indubbiamente esistono ma che possono essere governate e superate nella reciproca conoscenza e nel dialogo”.

“Anche noi, la societa italiana e le Istituzioni a livello locale e nazionale – conclude Sergi – dovremo fare la nostra parte. Siete anche voi una minoranza religiosa in Italia. Non sempre c’è stato quel rispetto che vi è dovuto e quel riconoscimento pieno della vostra scelta religiosa e delle sue esigenze comunitarie. E’ giunto il momento di aprire gli occhi. Molti l’hanno fatto e hanno stabilito con voi rapporti umani di grande valore nel reciproco riconoscimento e in un arricchente dialogo, scoprendo che i valori fondamentali sono gli stessi e riescono sempre ad unire”.

 

www.intersos.org

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