Pakistan: donna cristiana rischia l’esecuzione

Aasia Bibi, donna pakistana cristiana, è stata condannata a morte in base alla legge sulla blasfemia del suo paese. Petizione on line.

 

Pakistan: donna cristiana rischia l’esecuzione

Data di pubblicazione dell’appello: 18.11.2010

Status dell’appello: aperto

AU 241/10 ASA 33/011/2010

Aasia Bibi © Archivio privato
Aasia Bibi © Archivio privato
Aasia Bibi, donna pakistana cristiana, è stata condannata a morte in base alla legge sulla blasfemia del suo paese. 

L’8 novembre 2010, Aasia Bibi, 45 anni, madre di cinque bambini è stata riconosciuta colpevole di blasfemia e condannata a morte dalla corte di Nankana, circa 75 chilometri a ovest della città di Lahore nella provincia del Punjab, per aver insultato il profeta Maometto. La sentenza è stata emessa in base a quanto disposto dalle sezioni 295B e 295C del codice penale pakistano.

Aasia Bibi, residente a Ittanwali, era stata arrestata nel giugno 2009. Mentre lavorava come bracciante le è stato chiesto dalla moglie di un anziano del villaggio di andare a prendere l’acqua potabile. Sembra che altre lavoratrici musulmane si siano rifiutate di bere l’acqua, dicendo che era sacrilego e “impuro” accettare acqua da Aasia Bibi, in quanto non musulmana. Aasia Bibi si sarebbe offesa e avrebbe chiesto: “Non siamo tutti esseri umani?”, scatenando una lite. Le donne avrebbero denunciato a Qari Salim, il religioso locale, il fatto che Aasia Bibi aveva fatto osservazioni dispregiative sul profeta Maometto. Il religioso ha informato la polizia locale, che l’ha arrestata con l’accusa di aver insultato il profeta Maometto.

Aasia Bibi rigetta tutte le accuse e suo marito, Ashiq Masih, considera la sua condanna basata su “accuse false”. Tuttavia, il giudice del processo, Naveed Iqbal, ha “totalmente escluso” la possibilità di accuse false e ha detto che non c’erano “circostanze attenuanti”. Aasia Bibi ha presentato ricorso contro la sentenza presso la Corte di Lahore. È in carcere e detenuta in isolamento dal giugno 2009. Ha affermato di non aver avuto accesso a un avvocato durante il periodo di detenzione e l’ultimo giorno del processo.

Il 26 gennaio 2011, presso piazza Montecitorio a Roma, alle 11.00, si terrà la manifestazione “L’Italia per Asia Bibi: libertà, giustizia e diritti umani” per chiedere l’abolizione o la revisione della legge sulla blasfemia in Pakistan e il rispetto dei diritti umani fondamentali.



President Zardari
Pakistan Secretariat, 
Pakistan

Egregio presidente,

sono un simpatizzante di Amnesty International, l’Organizzazione internazionale che dal 1961 agisce in difesa dei diritti umani, ovunque nel mondo vengano violati.

Le chiedo di commutare la condanna a morte di Aasia Bibi usando i poteri previsti dall’articolo 45 della costituzione.

Le chiedo di rilasciare immediatamente Aasia Bibi, a meno che non sia accusata di reati internazionalmente riconoscibili e giudicata in base a leggi che soddisfano gli standard internazionali sui diritti umani.

Le chiedo di adottare tutte le misure necessarie a garantire l’incolumità di Aasia Bibi e della sua famiglia.

Le esprimo la mia preoccupazione per il fatto che le leggi sulla blasfemia siano utilizzate indistintamente contro le minoranze religiose e musulmani, e le chiedo di modificare o abolire tali leggi, in particolare la sezione 295C del codice penale pakistano che prevede la pena di morte per chiunque sia ricunosciuto colpevole di blasfemia.

La sollecito a rispettare l’impegno di rivedere e migliorare le “leggi dannose per l’armonia religiosa”, preso dal primo ministro Giliani nel mese di agosto 2009.

Le chiedo una moratoria immediata di tutte le esecuzioni capitali nel paese, in linea con la tendenza di tutto il mondo ad abolire la pena di morte.

La ringrazio per la sua attenzione.

 

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