Risposta con otto ore di sciopero e una giornata di presidio al provvedimento di cassa integrazione per 122 lavoratori. Losio, CUB: “Ingiustificata richiesta di cassa integrazione dovuta a riduzione dei margini di profitto, e che fa da anticamera al licenziamento”.
28 giugno 2011.
Domani, 29 giugno, alla sede Xerox di Milano, via Medici del Vascello, 26, otto ore di sciopero, con presidio previsto per tutta la giornata.
Xerox, multinazionale americana leader nel settore delle stampanti e copiatrici, ha infatti aperto la procedura per la messa in cassa integrazione straordinaria a zero ore per 122 lavoratori, il più grave attacco all’occupazione di sempre se si sommano anche i 16 lavoratori di Napoli, già in cassa integrazione da due mesi.
Un affondo particolarmente pesante per Milano, nelle cui sedi sono previsti 29 lavoratori in cassa integrazione oltre alla chiusura del sito di Cernusco sul Naviglio, con altri 30 lavoratori in cassa integrazione.
Xerox, in Italia dal 1961 oggi ha circa 850 lavoratori occupati, di cui 350 a Milano, e dal 2001 a oggi, attraverso 8 procedure di mobilità e una di cassa integrazione, ha licenziato 550 lavoratori pur avendo sempre i bilanci in attivo.
“La richiesta della cassa integrazione è completamente ingiustificata perché non siamo di fronte ad un crollo dell’attività ma a quella che viene denominata come riduzione dei margini di profitto” specifica Ernestino Losio della CUB “per cui Xerox prosegue nella scelta di una riduzione tout court dei costi attraverso l’esternalizzazione del lavoro con relativa precarizzazione dei rapporti di lavoro”.
Una cassa integrazione altresì finalizzata al trasferimento dei lavoratori dei centri stampa a una New Co, appositamente costituita sull’esempio di Fiat, dove non si applicheranno gli attuali accordi aziendali Xerox, con una perdita salariale di oltre 350 euro mensili.
“E’ chiaro che si tratta di una cassa integrazione che è l’anticamera del licenziamento, in particolare nel settore dei centri stampa dove si parla di chiusura di diversi siti mentre in assistenza tecnica l’azienda intende continuare con l’opera di esternalizzazione del lavoro” conclude Losio.
Confederazione Unitaria di Base