“Commissario per Malagrotta: resa della politica, guai per i territori”

Come previsto, la Regione Lazio ha preferito chiedere al Governo centrale, la nomina di un Commissario per la gestione dei rifiuti di Roma, Ciampino, Fiumicino e Città del Vaticano.

COMUNICATO STAMPA DEL 30 LUGLIO 2011

Commissario per Malagrotta: resa della politica, guai per i territori.

Come da mesi previsto da parte delle associazioni ambientaliste, la Regione Lazio – nonostante un nuovo Piano Rifiuti lungamente dibattuto, più volte revisionato ed in attesa del vaglio consiliare – ha preferito chiedere al Governo centrale, in previsione della chiusura del sito di Malagrotta, la nomina di un Commissario per la gestione dei rifiuti di Roma, Ciampino, Fiumicino e Città del Vaticano (a proposito: ma lo Stato del Papa “ambientalista” fa la raccolta differenziata?). Del commissariamento non è stato incaricato un tecnico, ma il Prefetto romano Giuseppe Pecoraro, uomo proveniente dal Ministero dell’Interno. Ciò sta a significare un affidamento della spinosa “questione Malagrotta” direttamente nelle mani della Pubblica Sicurezza.
Contemporaneamente, la Giunta Polverini ha fatto conoscere sette siti intorno alla Capitale, candidati per ospitare in discarica i rifiuti non più conferibili a Malagrotta. Tre luoghi sono in area Fiumicino-Via Aurelia (Osteriaccia, Pizzo del Prete e Monti dell’Ortaccio), due in zona Riano-Via Tiberina (Procoio Vecchio e Quadro), uno a Corcolle-Via Collatina ed uno a Castel Romano-Via Pontina. Ma, a guardar bene – e gli stessi uffici regionali sono costretti ad ammetterlo – i sette siti non sono per niente idonei, vuoi per motivi paesaggistici, vuoi per problemi geologici, vuoi per vicinanza a vincoli.
A questo punto due sono le possibili strade per i rifiuti “romani”: il Prefetto può forzare vincoli e iter amministrativi (AIA e VIA), ma si troverebbe probabilmente davanti l’opposizione delle popolazioni dei territori, già in stato di agitazione, Oppure, potrebbe “elegantemente” sorvolare sul problema, andando ad investire direttamente quelle discariche già in esercizio intorno alla Capitale, come Cupinoro, Fosso del Prete, Cecchina (con un settimo invaso nuovo di zecca), Colle Fagiolara e Inviolata (la più vicina e con un sesto invaso appena entrato in esercizio), con adiacente un bel casello autostradale pronto ad accoglire qualsiasi extra emergenza.
L’occasione gliel’ha fornita proprio il nuovo Piano Rifiuti regionale che, tra l’altro, prevede l’abolizione dei cinque vecchi ATO (Ambiti Territoriali Ottimali, coincidenti con le cinque Provincie), riunendoli in un solo ATO laziale, ove i rifiuti non hanno più limiti di territorio se non quelli della Regione e dei cinque Sub-ATO provinciali. Ricordiamo che il nostro attuale Sub-ATO “Area valle dell’Aniene e area valle del Tevere in sinistra idrografica” composto da 49 comuni, produce circa 140.000 tonn/anno di rifiuti compreso l’organico.
A tal proposito, il sindaco di Guidonia Montecelio, Eligio Rubeis, cosi come aveva raccontato e deliberato, coinvolgendo tutti i consiglieri comunali, si impegnava, in fase di conferenza dei servizi, a prescrivere la quantità di rifiuti trattati dall’impianto TMB ad un massimo di 90/100 tonn/anno, preannunciando una forte riduzione di rifiuti da conferire in discarica, attraverso la raccolta differenziata
porta a porta. La Regione invece ha assegnato all’impianto dell’Inviolata 190.000 tonn/anno più 30.000 tonn/anno di organico, ricollocando il tutto su un nuovo Sub-ATO comprendente tutta la provincia di Roma, la quale produce invece 2.601.875 tonn/anno di immondizie, che corrispondono al 76,85 % di tutti i rifiuti prodotti della regione Lazio (fonte: nuovo Piano rifiuti regionale).
Appare evidente che la Regione vuole assegnare all’impianto TMB dell’Inviolata un ruolo maggiore di quello giocato nel vecchio ATO “Area Tevere-Aniene”. Ben lungi, quindi, dal risolvere le problematiche dei rifiuti col ricorso a scelte virtuose, alla riduzione a monte, alla raccolta differenziata spinta, al riciclo, al riuso, la politica regionale viene affidata ad un Commissario, che utilizzerà la forza per imporre decisioni impopolari, inquinanti, conservatrici ed antieconomiche.
A pagare per questi ritardi, per le scelte sbagliate e per le diseconomie saranno ancora una volta le popolazioni dei vari territori, come quella dell’area dell’Inviolata di Guidonia, già profondamente offesa da 25 anni di una discarica che nessuno dice di volere, da 15 anni di un Parco regionale che nessuno si decide ad aprire al pubblico, da altri impianti ed infrastrutture (il cementificio, le cave di travertino, lo svincolo autostradale, l’impianto TMB per i rifiuti) che portano solo inquinamento ambientale e danni alla salute.
“Pronto alle barricate!” e “No alla monnezza romana all’Inviolata!” era il “Rubeis pensiero” di pochi mesi fa (ottobre 2010). E’ bene comune che il sindaco guidoniano e la popolazione comincino ad organizzare una giusta strategia difensiva per non farsi trovare impreparati in caso di conferimento, senza appello, dei rifiuti romani, imposti appunto dal Commissario delegato dal Governo e da una fallimentare politica regionale piegata ai voleri della “lobby della monnezza”.
Le Associazioni territoriali ed i Comitati di cittadini sono già mobilitati, da anni, per respingere l’incompetenza e le collusioni della politica locale.

Comitato per il Risanamento ambientale di Guidonia

www.aniene.net

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