Libia: 19 detenuti morti dopo essere stati chiusi in due container a giugno

Le forze pro-Gheddafi hanno fatto morire 19 detenuti, lasciandoli chiusi a soffocare in due container di metallo, sotto il sole rovente di giugno.

COMUNICATO STAMPA

LIBIA: 19 DETENUTI MORTI DOPO ESSERE STATI CHIUSI IN DUE CONTAINER A GIUGNO. AMNESTY INTERNATIONAL, CHE HA INCONTRATO I SOPRAVVISSUTI: ‘UN CRIMINE DI GUERRA’ DELLE FORZE PRO-GHEDDAFI

La delegazione di Amnesty International presente in Libia ha scoperto che le forze pro-Gheddafi hanno fatto morire 19 detenuti, lasciandoli chiusi a soffocare in due container di metallo, sotto il sole rovente di giugno.

L’episodio, raccontato da tre sopravvissuti incontrati dalla delegazione di Amnesty International, risale al 6 giugno. Uomini fedeli a Gheddafi hanno torturato e poi chiuso 29 persone in due container ad al-Khums, 120 chilometri a est di Tripoli.

Secondo quanto hanno raccontato i tre testimoni, Mohammed Ahmed Ali, Faraj Omar al-Ganin e Abdel Rahman Moftar Ali, i prigionieri hanno rapidamente esaurito le scarse scorte di acqua e, sotto un sole di 40 gradi, hanno bevuto il loro sudore e la loro urina. Fuori dai container, le guardie che li avevano arrestati, indifferenti alle richieste di aiuto, urlavano: ‘Topi, state zitti!’.

Per Amnesty International, si e’ trattato di un crimine di guerra. La delegazione dell’organizzazione per i diritti umani si e’ recata ad al-Khums e ha esaminato i due container: erano privi di finestre e l’unica fonte di aria era costituita da decine di fori di proiettile lungo le pareti di metallo.

Nel container piu’ grande sono morte nove persone e altrettante nel piu’ piccolo, che misurava due metri per sei. Un sopravvissuto e’ deceduto successivamente per insufficienza renale. Non e’ chiaro cosa sia stato fatto dei corpi dei prigionieri morti.

Le guardie fedeli a Gheddafi hanno aperto i due container nel tardo pomeriggio del 6 giugno, trasferendo i sopravvissuti in centri di detenzione della capitale. Sono stati liberati il 21 agosto, quando al-Khums e’ caduta nelle mani del Consiglio nazionale di transizione. Fino ad allora era risultata irraggiungibile da osservatori indipendenti.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 1 settembre 2011

Sharing - Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *