Alta adesione in Toscana alla protesta dei sindaci contro la manovra

In tutte le province nutrite le delegazioni di primi cittadini che si sono recate dai prefetti.

COMUNICATO STAMPA

Alta adesione in Toscana alla protesta dei sindaci contro la manovra

In tutte le province nutrite le delegazioni di primi cittadini che si sono recate dai prefetti

Firenze, 15 settembre 2011. Volantinaggi negli uffici anagrafe e stato civile, consegna di materiale informativo e di lettere ai cittadini per illustrare le motivazioni della protesta, cortei nelle città e nutrite delegazioni di sindaci e assessori che in tutte e 10 le province toscane hanno incontrato i prefetti: l’iniziativa di protesta promossa dall’Anci nazionale contro la manovra economica del Governo ha visto in Toscana un’ampia adesione e partecipazione. Nella nostra regione oltre il 90% dei sindaci ha aderito alla protesta e circa il 70% dei sindaci toscani era dai prefetti. “La nostra mobilitazione  mette al centro la difesa dei servizi ai cittadini  e la possibilità dei Comuni di essere protagonisti della risposta alla crisi e dello sviluppo dei loro territori – ha dichiarato Alessandro Cosimi, presidente di Anci Toscana e sindaco di Livorno al termine dell’incontro col prefetto  –. Oggi tantissimi Comuni toscani e italiani hanno soldi in cassa che non possono spendere per questo scellerato Patto di Stabilità. Abbiamo chiesto ai Prefetti di farsi tramite della nostra protesta al Governo. Davanti all’eventualità di ulteriori manovre economiche i Comuni saranno chiamati a drammatici impegni per difendere la coesione sociale ed evitare che larghe fasce di cittadini cadano nella miseria e nella disperazione. Nella manovra del Governo, invece, non vediamo niente che vada in questa direzione, per questo crediamo che le risorse finanziarie necessarie vadano prese dove sono, attraverso una patrimoniale che parta dagli immobili e dalla rendita”.

A Firenze erano una trentina i Comuni rappresentati nella delegazione che ha incontrato il prefetto, quasi tutti sindaci. Spiega Luciano Bartolini, sindaco di Bagno a Ripoli, che ha coordinato per Anci Toscana la presenza degli amministratori della provincia fiorentina: “Quello della riconsegna delle deleghe è un atto simbolico per rappresentare le difficoltà in cui si trovano gli enti locali. Oggi i nostri Comuni sono aperti, magari con qualche rallentamento ma il servizio ai cittadini è garantito. Nelle manovre che si sono succedute sono sempre stati ribaditi i tagli agli enti locali, ormai siamo arrivati ad un livello insostenibile per la tenuta dei servizi essenziali. Chiediamo soprattutto un allentamento del Patto di stabilità: in buona parte dei nostri comuni ci sarebbero risorse per opere pubbliche e manutenzioni ma gli investimenti sono bloccati. Modificare il patto di stabilità è fondamentale per rimettere in moto l’economia e le aziende che potrebbero lavorare grazie alle commesse degli enti locali. Abbiamo anche detto al prefetto che ci potrebbero essere difficoltà legate allo svolgimento del censimento. Il prefetto ci ha garantito che oggi stesso rappresenterà le difficoltà dei Comuni al governo attraverso un telegramma”.

In provincia di Massa-Carrara la delegazione che ha incontrato il prefetto era coordinata dal sindaco di Carrara Angelo Zubbani: “C’è grandissima preoccupazione da parte dei sindaci di non poter più assicurare i servizi essenziali,  dagli asili nido al sostegno agli anziani e disabili – afferma Zubbani -. Ormai nei nostri Comuni non c’è più nulla di superfluo da tagliare. E non abbiamo intenzione di inasprire ulteriormente il livello dei tributi locali per mantenere il livello dei servizi”. Anche in provincia di Pisa una nutrita rappresentanza di sindaci si è recata dal prefetto: “Abbiamo percorso la via principale di Pisa con lo striscione ‘Non tagliate le città’ – racconta Paolo Panattoni, sindaco di San Giuliano Terme, che ha coordinato la presenza per conto di Anci Toscana – e distribuito volantini per strada per spiegare che quelli della manovra sono tagli che finiranno col ricadere sui cittadini. Nei Comuni il servizio anagrafe e stato civile è stato garantito, nel mio Comune ad esempio gli assessori si sono alternati nella consegna ai cittadini di volantini”. A Grosseto erano 25 i Comuni rappresentati. Tra loro Eleonora Baldi, sindaco di Follonica e membro del Comitato direttivo Anci Toscana: “Abbiamo portato simbolicamente una scatola trasparente piena di chiavi relative ai servizi che gestiamo per delega dello Stato a indicare che la nostra è una protesta garbata e consapevole. Abbiamo anche rappresentato al prefetto le difficoltà che come Comuni ci troviamo ad avere per un servizio come il censimento. Erano presenti anche rappresentanti della Cgil e dell’Associazione nazionale partigiani”. A Pistoia, una ventina i rappresentanti dei Comuni della provincia che sono scesi in piazza: “Questa è una manovra depressiva, anche il punto in più di Iva penalizza gli enti locali, penso alla mensa, ai lavori pubblici – afferma Sabrina Sergio Gori, sindaco di Quarrata e vicepresidente di Anci Toscana -. Sta maturando tra i sindaci anche l’idea di una protesta ‘visiva’ in occasione dell’open day dei comuni toscani che si svolgerà il 1 ottobre nei Comuni di Toscana e Emilia Romagna”. A Prato tutti i Comuni hanno aderito alla iniziativa di protesta (presente il vicesindaco di Prato Goffredo Borchi): “Siamo andati dal prefetto a riconsegnare simbolicamente la fascia per rappresentare il disagio dei nostri cittadini – chiarisce Ilaria Bugetti, sindaco di Cantagallo -. I Comuni non ce la fanno più a garantire i servizi, la tenuta sociale è a rischio. Abbiamo affisso dei cartelli all’ufficio anagrafe per informare i cittadini delle ragioni della protesta”. A Lucca una folta delegazione di sindaci si è recata dal prefetto, “guidata” dal sindaco di Capannori Giorgio Del Ghingaro: “Abbiamo restituito simbolicamente la fascia e la delega all’anagrafe al prefetto. Chiediamo con forza la modifica del patto di stabilità. Con questi continui tagli ai trasferimenti ormai le risorse sul sociale sono inesistenti e probabilmente alcuni comuni non saranno in grado di mantenere i servizi”. In provincia di Siena hanno aderito tutti i Comuni della provincia e circa la metà dei loro rappresentanti si è recata dal prefetto. Tra loro anche il vicesindaco di Siena. Presente anche il vicepresidente della Provincia. “Il comparto dei comuni in questi anni ha dato un contributo significativo al risanamento dei conti pubblici – afferma Roberto Bozzi, sindaco di Castelnuovo Berardenga e ora ce ne viene chiesto uno ulteriore, che non siamo più in grado di sopportare”. Ad Arezzo erano oltre 20 i sindaci che componevano la delegazione che si è recata dal prefetto (presente il vicesindaco di Arezzo): “C’è stata una protesta formale – spiega Maurizio Viligiardi, sindaco di San Giovanni Valdarnocon la consegna della lettera ai cittadini che si sono recati all’ufficio anagrafe”.

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