Crolli al Colosseo, Legambiente: cause ultime traffico, smog e vibrazioni. Estendere subito la Ztl e pedonalizzare l’area.
Legambiente Lazio – Comunicato Stampa
Roma, 28 dicembre 2011
Duemila anni di storia sotto l’attacco di oltre tremila veicoli l’ora. Nelle ore di punta del mattino su Via dei Fori Imperiali transita un flusso di ben 3.400 veicoli all’ora, con un rumore assordante di 95,2 decibel dB(A) di picco, causa di notevoli vibrazioni. In occasione dei nuovi cedimenti all’Anfiteatro Flavio, Legambiente torna sui dati del monitoraggio del traffico inviato diversi mesi fa alle istituzioni e rilancia tre mosse per liberare il Colosseo.
“Le cause ultime del logoramento del Colosseo sono il traffico, lo smog e il rumore con le vibrazioni, l’unica soluzione è quindi la pedonalizzazione con il contestuale restauro -afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Non importa se i crolli sono piccoli o grandi, e vanno prevenuti e colpiti duramente gli atti vandalici, ma di certo Via dei Fori Imperiali è come una superstrada in una tranquilla giornata romana. Lo smog divora lentamente ma inesorabilmente i nostri monumenti, con una vera e propria reazione chimica a catena che ne sbriciola parti importanti, i tecnici parlano di ‘cancro della pietra’ e di ‘metastasi’, usando parole che pesano come macigni su chiunque ha a cuore la nostra meravigliosa città. Per questo assieme al restauro, va prevista immediatamente l’estensione della ZTL a via Cavour, per arrivare a breve alla pedonalizzazione completa dell’area. Da trent’anni si discute della pedonalizzazione, dal progetto di parco archeologico di Benevolo del 1988 al progetto Fori di Cederna. L’impegno di Argan prima e Petroselli poi portò all’eliminazione della via del Foro Romano, che divideva il Campidoglio dal Foro Repubblicano e l’unione del Colosseo all’Arco di Costantino, realizzando la continuità dell’area archeologica. E’ il momento di ridare fiato a quelle meravigliose idee, Roma se lo merita.”
Legambiente, con una prima analisi dei flussi ha realizzato una stima sull’equilibrio del nodo di largo Corrado Ricci che, per quanto riguarda le ore mattutine, mette in evidenza un flusso in ingresso molto elevato fino a 3.400 veicoli/ora. Un flusso che si ripartisce in quota significativa nella tratta più carica da largo Corrado Ricci verso il Colosseo, con 1.770 veicoli/ora, e in minor misura verso piazza Venezia, con 1.200 veicoli/ora. Nelle ore del pomeriggio, invece, il nodo è caricato in misura diversa: cresce il flusso di provenienza da piazza Venezia e si riduce quello da via Cavour, fino a 1.890 veicoli/ora. La tratta più carica resta in assoluto quella da largo Corrado Ricci verso il Colosseo, con un flusso superiore ai 2.220 veicoli/ora.
Un contesto nel quale anche negli ultimi giorni le centraline Arpa continuano a superare i limiti di legge per le polveri PM10: il 27 dicembre a Preneste si registravano 71 µg/m3, a Cinecittà 73 µg/m3 e a Tiburtina 69 µg/m3. E dall’inizio dell’anno le centraline che hanno accumulato il maggior numero di giorni di superamento dei limiti sono Tiburtina con 66 superamenti e Francia con 65.
E sul fronte del pericolo per i monumenti Legambiente evidenzia che le croste nere sono la più diretta, tangibile ed evidente conseguenza del traffico automobilistico. Si formano per il deposito di particelle carboniose -da qui il loro colore nero- emesse dai tubi di scappamento delle auto. Vanno ad accumularsi in quelle parti del monumento non direttamente battute dalla pioggia capitelli, panneggi. Oltre a deturpare esteticamente edifici e statue, le croste nere sono anche sede di una reazione chimica che determina la trasformazione della pietra in gesso, solfato di calcio, causata dalla presenza in atmosfera di anidride solforosa. Ecco allora che la pietra di sfalda, si sfarina, diventa fragile e solubile. Se nelle parti non battute dalla pioggia si formano le croste nere, quelle più esposte sono soggette a dilavamento, causato dalle piogge acide per la presenza in atmosfera di anidride carbonica e anidride solforosa. Le parti del monumento colpite appaiono consumate, erose, con aspetto gessoso. Anche le vibrazioni sono un altro degli effetti devastanti del traffico automobilistico, che fa oscillare i monumenti, intaccando la stabilità di strutture e rivestimenti.
Per questo Legambiente rilancia il piano, già inviato da tempo al Comune e al MIBAC: pedonalizzare subito i Fori anche il sabato, nelle mattine dei giorni feriali tra piazza Venezia a largo Corrado Ricci, ampliando la ZTL sino a Santa Maria Maggiore lungo via Cavour; entro 8/12 mesi chiudere l’intero tratto piazza Venezia-largo Corrado Ricci al traffico privato per l’intera settimana; entro 12/24 mesi attuare la totale pedonalizzazione di via dei Fori Imperiali per dare continuità ad un’area che a partire dal “Tridente” raggiunga il Parco dell’Appia Antica.
“La risposta deve essere immediata, l’allarme è troppo serio, nel cuore dell’area archeologica del centro di Roma, la manutenzione ed il restauro sono fondamentali ma è indispensabile intervenire in modo profondo e definitivo, con la pedonalizzazione dei Fori, altrimenti il monumento continuerà ad annerirsi e il rischio dei cedimenti non si fermerà -afferma Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio. Targhe alterne e blocchi sono necessari e devono affiancarsi a nuove politiche per limitare il traffico privato tutti i giorni a favore di quello pubblico. Roma, la sua gente e i suoi monumenti sono soffocati dal traffico e dallo smog, per questo bisogna puntare sul potenziamento del trasporto pubblico e la mobilità sostenibile con limitazioni alla circolazione dei mezzi privati. Serve un rafforzamento della fascia di ZTL nel centro storico, come anche dei progetti di bike e car sharing. Se non vogliamo perdere altri pezzi di storia, il Sindaco Alemanno smetta i proclami e realizzi questi semplici interventi concreti”.
Giulio Carlo Argan, Sindaco di Roma trent’anni fa, coniò nel 1978 lo slogan “O i monumenti o le automobili”. E nel marzo 1981, il Sindaco Luigi Petroselli concluse la seconda conferenza urbanistica comunale dicendo “Io credo che non giovi ad alcuno (…) volare basso su Via dei Fori Imperiali, anche perché si rischia di restare inquinati”. E’ il momento di raccogliere questo appello.
Ufficio stampa Legambiente Lazio
Al link http://www.legambientelazio.it/stampa/dossier20101217monitoraggiofori.pdf il monitoraggio completo con grafici, foto e dati.