Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari, Legambiente: dimensionamento eccessivo.
26 gennaio 2012
Legambiente – comunicato stampa
“Il dimensionamento previsto nel nuovo piano affissioni è decisamente eccessivo, nella Capitale serve un intervento forte per battere l’illegalità dei cartelloni pubblicitari –ha affermato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, intervenendo all’audizione presso la Commissione commercio del Comune di Roma, tenutasi questa mattina-. Il Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari prevede di passare da 213.000 metri quadri censiti nella banca dati al giungo 2010, con decine di migliaia di situazioni molto dubbie, a 162.500 metri quadri ad esito, con una densità di esposizione media che passerebbe da 48,5mq/km a 37,3mq/km, valore molto elevato. A Roma non serve un piano qualsiasi o ancora peggio un piano che legalizzi anche solo una parte dello scandalo dei cartelloni. Ci sono poi cose ovvie, che ancora non si riescono a chiudere una volta per tutte, come le collocazioni in deroga al codice della strada, oscene e pericolose fino alla morte come è avvenuto, ma ancora da cancellare.”Eccessivo, secondo Legambiente poi, l’indice di affollamento fissato nel territorio non urbanizzato: 24/28/32 mq ogni 100 metri per senso di marcia. In tal senso, Legambiente fa propria la proposta dell’Agenzia Controllo dei Servizi Pubblici Locali per una diminuzione del 50% rispetto al censito, che porterebbe la densità a 24,3mq/km.Secondo Legambiente, l’attuazione del piano deve poi prevedere l’azzeramento delle concessioni esistenti e quindi nuove concessioni per la realizzazione e/o gestione degli impianti, mediante procedure a evidenza pubblica, utilizzando il PRIP per definire i lotti. Legambiente chiede anche un elenco delle aree e dei beni interdetti alla pubblicità, sul modello del piano appena approvato da Parigi, e allo stesso tempo il coinvolgimento delle imprese vincitrici delle gare nella lotta all’abusivismo, tramite il controllo e l’abbattimento delle pubblicità abusive. Da limitare le dimensioni degli impianti su parete cieca e su tetti o terrazzi, da normare nel PRIP i mezzi collocati su ponteggi e recinzioni di cantiere.Preoccupa anche la ripartizione percentuale degli impianti, destinati in larga parte ai privati (62,4% del totale), mentre solo il 4,8% sarebbero riservati al Comune: su 162.500, ben 96.450 a privati.
L’Ufficio Stampa