No alla Casa della Moda a Villa Ada. Legambiente resta contraria alla Casa della Moda nelle ex Scuderie Reali.
Legambiente Lazio – Comunicato stampa
Roma, 31 gennaio 2012
“Le ex scuderie reali devono essere destinate ad attività e servizi per i cittadini, non rivendichiamo i “padiglioni”, come li chiama Alemanno, per le associazioni ambientaliste così come pensiamo che non possono essere regalati a progetti che li tolgono all’uso pubblico -afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, dichiarandosi nuovamente contrario alla realizzazione del progetto della casa della moda in quel luogo-.”
La localizzazione della Casa della Moda nelle ex Scuderie Reali è al di fuori di qualsiasi pianificazione relativa agli immobili presenti a Villa Ada e in particolare contrasta con le indicazioni del vigente Piano di Utilizzazione che prevede per le ex Scuderie la destinazione “ad attività culturali e di servizio al sistema museale-espositivo nonché ad attività di gestione e ricreative del parco”.
“Non bisogna dimenticare che il Comune di Roma ha espropriato la Villa dopo una tenace battaglia trentennale dei cittadini, quegli spazi sono stati conquistati e debbono essere destinati a usi pubblici -conclude Parlati-. E’ assurdo, poi, che il Sindaco si riservi di decidere tra pochi giorni: dopo una iniziale indicazione piovuta come idea estemporanea in piena estate, non c’è stato alcun confronto con le associazioni che partecipano al tavolo del Campidoglio su Villa Ada, né ci risulta siano state coinvolte le commissioni comunali competenti né il Municipio II, che anzi ha votato un documento contrario a questa scelta.”
Ufficio stampa Legambiente Lazio
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Circolo Legambiente “Sherwood”
Perché diciamo No alla Casa della Moda nelle ex Scuderie Reali del Parco di Villa Ada
I) Collocazione impropria e sbagliata
La localizzazione della Casa della Moda nelle ex Scuderie Reali è al di fuori di qualsiasi pianificazione relativa agli immobili presenti a Villa Ada e in particolare contrasta con le indicazioni del vigente Piano di Utilizzazione, approvato nel 1994, che prevede per le ex Scuderie la destinazione “ad attività culturali e di servizio al sistema museale-espositivo nonché ad attività di gestione e ricreative del parco”. Si prefigura, quindi, lo stravolgimento funzionale di alcuni tra i più importanti edifici presenti nel parco; immobili preziosi che attendono da anni di essere recuperati in modo sostenibile per finalità sociali e culturali.
II) Privatizzazione di un bene collettivo
L’insediamento della Casa della Moda – con gestione affidata ad AltaRoma – costituirebbe una privatizzazione nei fatti di un bene collettivo, defraudando i fruitori del parco di un patrimonio di valore inestimabile, conquistato grazie ad una tenace battaglia trentennale dei cittadini e delle associazioni per l’esproprio e la piena accessibilità dell’area verde. È aberrante e inaccettabile che l’attuale principio ispiratore degli interventi di recupero nelle ville storiche – per stessa ammissione della Sovraintendenza capitolina – sia unicamente quello del ritorno economico, improntato alla “messa a reddito” e alle esigenze di “fare cassa”. Ben altro rispetto meriterebbero questi beni unici e irriproducibili.
III) Impatto ambientale insostenibile
La previsione di uffici e locali per ospitare sfilate, mostre e grandi eventi “di livello internazionale” avrebbe come necessità quella di pesanti lavori di ristrutturazione che finirebbero per modificare irreversibilmente gli edifici delle ex Scuderie. L’arrivo di attività con forte peso funzionale porterebbe inoltre come conseguenza un insostenibile impatto ambientale sui delicati equilibri naturalistici ed ecologici della “foresta urbana” di Villa Ada: basti pensare all’inquinante traffico di auto che innescherebbe. Appare poi del tutto fuori luogo la ventilata collocazione di archivi, che più utilmente potrebbero trovare sede in edifici al di fuori di un parco.
IV) Spreco di denaro pubblico
La Memoria di Giunta prevederebbe l’impiego di 3 milioni di euro già stanziati per le ex Scuderie Reali in previsione dell’insediamento del Museo del Gioco e del Giocattolo (proposto all’epoca dal sindaco Veltroni). Si tratta in realtà di soldi abbastanza aleatori ma che – se davvero esistenti – potrebbero essere utilizzati in modo ben più efficace per un piano di recupero complessivo di Villa Ada, collocando invece la Casa della Moda in altra struttura comunale meno impattante.
V) Assenza di partecipazione democratica
L’indicazione del Sindaco Alemanno di collocare la Casa della Moda nel parco è piovuta dall’alto come idea estemporanea in piena estate e, ancora una volta, in assenza di ogni confronto con le associazioni che partecipano al tavolo permanente del Campidoglio su Villa Ada. Nella fase di elaborazione della proposta non sono state coinvolte le commissioni comunali competenti né il Municipio II (che, anzi, ha votato un documento contrario a questa scelta). Vi è stata una assoluta mancanza di trasparenza e di ascolto preventivo delle istanze del territorio.