“Obesità: in che mani e’ la nostra salute?”

Secondo un recente studio condotto dalla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, gli adulti italiani obesi ammontano a poco meno di 5 milioni (il 10% della popolazione), per un costo sociale annuo pari a 8,3 miliardi di euro.

[COMUNICATO STAMPA]
IN CHE MANI E’ LA NOSTRA SALUTE? I PARLAMENTARI DOVREBBERO IMPEGNARSI A FAR ADOTTARE UNA DIETA A BASE VEGETALE SULLA BASE DELLE EVIDENZE SCIENTIFICHE.
20 febbraio 2012

Riporta Adnkronos Salute (Roma, 15 feb) che secondo un recente studio condotto dalla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, gli adulti italiani obesi ammontano a poco meno di 5 milioni (il 10% della popolazione), per un costo sociale annuo pari a 8,3 miliardi di euro (circa il 6,7% della spesa pubblica). Un costo destinato a lievitare, perché nel 2025 il tasso di obesità potrebbe salire addirittura al 43%, che tradotto in “teste” significa 20 milioni di italiani.

Non solo: in Italia si registra il primato per sovrappeso e obesità anche nella fascia d’età tra i 6 e i 9 anni, con tassi di obesità infantile in crescita vertiginosa (+2,5% ogni 5 anni). Alla faccia della dieta mediterranea del terzo millennio, tanto propagandata come la “dieta più sana”! Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana – SSNV, un’associazione di medici e altri professionisti della nutrizione, fa notare che invece tale dieta nulla ha da spartire con l’originaria dieta mediterranea, sana davvero, ma che era essenzialmente una plant-based diet, cioè una dieta composta prevalentemente da cibi vegetali non-trasformati.

Ecco quindi il grido: Salute: allarme nutrizionisti, 20 milioni gli italiani obesi nel 2025! Sempre più necessaria una “manovra dietetica”.

Ma quali sono le iniziative “sul piatto” che i nostri governanti stanno considerando?

1- La ventilata istituzione di una tassa sul cibo-spazzatura da parte del ministro della Salute. “Vedremo quali cibi saranno classificati tra i junk-food, ma dubito che la proposta, anche se approvata, saprà agire a 360 gradi su tutti gli alimenti in causa, compresi quelli di origine animale” afferma la dottoressa Luciana Baroni, presidente e fondatrice di SSNV.

2- L’iniziativa “La manovra dietetica in Parlamento”, presentata in data 15 febbraio 2012 in Parlamento; ribattezzata la “dieta dei parlamentari”, viene già propagandata come di sicuro successo nella lotta all’obesità della popolazione italiana, in grado di ridurre il tasso di obesità in Italia e i relativi costi per lo Stato.

Peccato che questa proposta arrivi dal Centro studi Tisanoreica e che, come si legge sul suo sito istituzionale, questa dieta dimagrante (tisanoreica, appunto) si basi sul paradosso che per dimagrire bisogna mangiare in maniera disequilibrata provocando una carenza mirata, un temporaneo “squilibrio” alimentare per perdere peso ma non perdere le forme e la tonicità. Mutato nomine, la solita dieta iperproteica a basso indice glicemico, basata su prodotti animali, che produce nel breve termine malnutrizione e dismetabolismi, e in molti casi il veloce recupero del peso perduto al termine del trattamento: il tutto, inoltre, sulla base di presupposti scientifici non condivisi da tutti i nutrizionisti.

La cosa peggiore, tuttavia, è che come tutte le “diete dimagranti” essa non modifica permanentemente il comportamento individuale nei confronti delle scelte alimentari, rendendo di fatto il sovrappeso-obesità una malattia in rapida espansione e, purtroppo, quasi incurabile.

Dichiara la dottoressa Baroni: “Un metodo sicuro per la lotta all’obesità dovrebbe invece essere basato sulle prove scientifiche, sul beneficio clinico e sull’accettabilità da parte del paziente nel lungo termine. Perché dunque non raccogliere i suggerimenti di coloro che seriamente, con metodi scientifici, hanno dedicato una vita di studio ai rapporti tra alimentazione e peso corporeo?”

Gli studi che hanno analizzato il rischio di sovrappeso-obesità in relazione ai tipi di cibo e alle abitudini alimentari indicano che una dieta a base vegetale rappresenta un efficace approccio nelle prevenzione dell’obesità, soprattutto di quella infantile. Le diete che contengono elevate quantità di cibi vegetali, come le diete vegetariane, hanno infatti una densità energetica ridotta (vale a dire più cibo e meno calorie), e sono ricche di carboidrati complessi, fibre e acqua: queste caratteristiche sono in grado di aumentare il senso di sazietà e il dispendio energetico a riposo. Coerentemente, gli studi scientifici dimostrano come i vegetariani siano più magri e vengano colpiti meno dalle altre gravi malattie che spesso si accompagnano alla condizione di sovrappeso-obesità (diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari, alcuni tipi di cancro).

Pertanto, il pattern alimentare che dovrebbe essere incoraggiato nella popolazione è solo uno: quello vegetariano. E non esclusivamente per motivi di salute, ma anche per la salvaguardia del pianeta. Le politiche agroalimentari dovrebbero sostenere la diffusione di queste informazioni e ridurre tutte quelle pressioni culturali, ma soprattutto legate ad interessi economici, che al momento attuale ostacolano la possibilità di proporre come modello alimentare di riferimento quello vegetariano.

Sostiene la dottoressa Luciana Baroni: “Proporre alla popolazione il modello alimentare a base vegetale come un modello positivo ideale ‘a cui tendere’, non farebbe diventare vegetariani tutti gli italiani, tuttavia veicolerebbe il messaggio che consumare molti più cibi vegetali non trasformati e molti meno cibi animali potrebbe sensibilmente aiutare il singolo a mantenere il proprio peso corporeo sotto controllo avere una forma fisica migliore, maggiore energia nelle proprie attività quotidiane”.

Non c’è infatti alcun dato scientifico che giustifichi preoccupazioni per la salute di chi addotta un modello alimentare vegetariano, ma semmai è vero l’esatto contrario. I tentativi di far passare questa scelta alimentare come “rischiosa per la salute” risultano ormai facilmente smascherabili (grazie alla semplice navigazione sul sito http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/, il più vasto e aggiornato database bibliografico contenente informazioni sulla letteratura scientifica biomedica dal 1949 ad oggi) e semplicemente dequalificano la professionalità di chi sostiene questa tesi.

La riduzione dei costi sanitari del singolo e della società, attualmente assorbiti per la diagnosi e il trattamento delle malattie causate dalla dieta non sana adottata da gran parte dei cittadini italiani, permetterebbe di risparmiare risorse economiche da utilizzare per scopi ben più importanti e nobili, come ad esempio quelli di sostegno al lavoro, all’età infantile ed anziana, alla disabilità, all’istruzione.

I nostri parlamentari riflettano sul fatto che potremmo pagarli il doppio-triplo, se davvero capissero questa semplice equazione ed agissero di conseguenza! Mai denaro sarebbe meglio speso, mai risparmio sarebbe maggiore per la collettività!

FONTI:

Barnard ND, Scialli AR, Turner-McGrievy G, Lanou AJ, Glass J. The effects of a low-fat, plant-based dietary intervention on body weight, metabolism, and insulin sensitivity. Am J Med. 2005 Sep;118(9):991-7.
Berkow SE, Barnard N. Vegetarian diets and weight status. Nutr Rev. 2006 Apr;64(4):175-88.
http://it.notizie.yahoo.com/salute-allarme-nutrizionisti-20-mln-italiani-obesi-nel-183800074.html
http://www.obesita.it/html/pag/it/appello.asp?fn=1#
Newby PK, Tucker KL, Wolk A. Risk of overweight and obesity among semivegetarian, lactovegetarian, and vegan women. Am J Clin Nutr. 2005 Jun;81(6):1267-74.
Sabaté J, Wien M. Vegetarian diets and childhood obesity prevention. Am J Clin Nutr. 2010 May;91(5):1525S-1529S. Epub 2010 Mar 17.
Thedford K, Raj S. A vegetarian diet for weight management. J Am Diet Assoc. 2011 Jun;111(6):816-8.
Tonstad S, Butler T, Yan R, Fraser GE. Type of vegetarian diet, body weight, and prevalence of type 2 diabetes. Diabetes Care. 2009 May;32(5):791-6.
Turner-McGrievy GM, Barnard ND, Scialli AR, Lanou AJ. Effects of a low-fat vegan diet and a Step II diet on macro- and micronutrient intakes in overweight postmenopausal women. Nutrition. 2004 Sep;20(9):738-46.

Comunicazione a cura di Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana
http://www.scienzavegetariana.it

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