Come sputtanare soldi pubblici e devastare l’ambiente per costruire qualcosa di totalmente inutile.
Due TAV totalmente inutili, esose e litigiose
Come nella migliore tradizione italiana dello sperpero più abietto, aperti anche due arbitrati sull’Alta Velocità Torino-Lyone e sulla tratta Galleria di Base del Brennero
Da pochi giorni i fedelissimi dell’ing. Mario Moretti (numero uno delle Ferrovie dello Stato Italiane) stanno setacciando gli archivi di RFI-Rete Ferroviaria Italiana per racimolare documenti di LTF (Lyon Turin Ferroviaire) e BBT (Brenner Basistunnel BBT SE) perché all’orizzonte si stanno profilando casini legali per la tratta Torino-Lyone e la Galleria di Base del Brennero, due TAV totalmente inutili, la prima assai nota (per le contrarietà all’opera della cittadinanza della Valsusa), la seconda invece un po meno (vedi doc. pdf qui allegati e riprodotti). Neanche son iniziati i lavori che già si litiga per i quattrini da spartirsi. Come in tutti gli arbitrati che si rispettino, naturalmente verrà dato corso a delle articolate CTU (Consulenze Tecniche d’Ufficio)e vi sarà l’intervento di legali di grido nonché la costituzione dei costosi collegi arbitrali (tutti dalle parcelle assai esose e/o onerose). Costi che verranno interamente scaricati e spalmati sull’Alta Velocità (ossia la collettività) come se non costasse già abbastanza. Chi litiga son sempre i soliti noti, il gatto e due volpi: RFI (la committente), FIAT (il General Contractor) e Consorzio Cociv (lo stesso Consorzio Collegamenti Integrati Veloci che ha in mano i lavori per il Terzo Valico dei Giovi) il raggruppamento di imprese capitanato da Impregilo e composto da CER, Collegamenti Integrati Veloci, Società Italiana per Condotte d’Acqua.
Strano però, perché gli astuti contrattisti di stato per la realizzazione dei lotti ferroviari avevano contrattualmente statuito prezzi forfettari omnicomprensivi. Però non si sa come mai in corso d’opera i prezzi delle opere non vanno mai più bene, e le società esecutrici rivendicano pagamenti di svariate altre prestazioni, successive progettazioni, revisioni nonché rifacimenti che assicurano esserci stati nei vari anni (e non si parla di noccioline ma di centinaia di milioni di euro). Vien quasi il sospetto che gli arbitrati siano uno degli strumenti sistematicamente usati per far lievitare i costi delle opere. Un intollerabile sperpero di denaro pubblico. A valutare la congruità delle nuove richieste sulle due tratte della TAV (che peraltro devono ancora partire) sarà il Prof. Ing. Donato Carlea, un prestigioso curriculum professionale lungo come il Rio delle Amazzoni.
Indipendentemente da chi la spunterà, come al solito vinceranno gli avvocati, che in ogni caso dagli Arbitrati sull’Alta Velocità introiteranno parcelle stratosferiche (alla faccia della Corte dei Conti che ritiene che le competenze arbitrali debbano essere contenute entro certi importi). Ci sono fior fiore di avvocatii che hanno studiato 1000 escamotage per farsi liquidare notule a 6 zeri (basta farne tante da 100.000 euro l’una o alcune da 397.150,94 euro). E poi non si sa mai per che strano mistero negli arbitrati TAV figurano sempre gli stessi professionisti che si spartiscono il bottino, vedi i vari Proff. Avv.: Guido Alpa, Pietro Trimarchi, Giorgio De Nova, Benedetto Giovanni Carbone, Nicola Franco Bonelli, Giuseppe Giuffrè, Marco Annoni, Berardino Libonati, Salvatore Pescatore, Natalino Irti, Franco Anelli, Piero Schlesinger, Laura Salvaneschi, … e di recente c’è anche una autorevole new entry l’Avv. Giuseppe Pericu, ex sindaco di Genova, uno dei supporter più sfegatati del Terzo Valico dei Giovi e grande esperto di trasporti (di recente è stato condannato dalla Corte dei Conti per danno erariale a rifondere 450.000 euro per operazioni finanziarie suicide che hanno affossato tutto il sistema dei trasporti genovesi). Per farvi un esempio banale – tanto per capire quanto si sia imbastardita la TAV in Italia – per il solo arbitrato per i lavori del Terzo Valico dei Giovi (pure questo ancora in fase embrionale) il consorzio capitanato da Cociv ha chiesto la condanna di TAV (e quindi delle Ferrovie Italiane, ergo della collettività) alla modica somma di oltre un miliardo di euro, per l’esattezza a 1.075.512.241,16 euro, per alcuni dei seguenti titoli ed importi:
– 201.939.946 euro per le prestazioni progettuali relative al Terzo Valico dei Giovi;
– 15.723.282 euro per costi del Consorzio;
– 3.657.985 euro per costi sostenuti dai consorziati per il funzionamento degli organi consortili;
– 1.322.000 euro per costi sostenuti dai consorziati per attività svolte a supporto del Consorzio;
– 12.680.899 euro per improduttive spese generali di sede delle consorziate;
– 50.507.805 euro per maggiore incidenza delle spese generali di sede delle consorziate;
– 497.446.530 euro per mancato utile (il consorzio in separa istanza ha anche avanzato una richiesta economica di 649.255.000 euro per perdita di valore aziendale delle imprese consorziate e per perdita di chanche);
– 170.847.355 euro per attuale perdita di chanches dei consorziati;
– 105.972.795,16 euro per pretese attuali e future di terzi (di cui euro 90.090.000 per il Consorzio Saturno, relative a prestazioni progettuali per il Terzo Valico dei Giovi).
Se facciamo la somma di tutti gli arbitrati messi insieme (ogni tratta ferroviaria ne ha uno o più d’uno) il totale supera abbondantemente i 35 miliardi di euro. E ciò tenendo conto del fatto dei molti accordi transattivi sono già conclusi e molti contenziosi con le ferrovie italiane manco li abbiamo calcolati. Come quello tra FFSS e Luciano Vinella … che un giorno vi dobbiamo assolutamente raccontare (la soap opera di Sogin – Finpart – SITA un’autentica telenovelas italiana).
Per capire come straparlino a vanvera certi pseudo addetti ai lavori e certi pseudo esperti di trasporti basta analizzare qualche documento d’epoca. Se sfogliate ad esempio il dossier del 2002, elaborato congiuntamente dall’Unione Industriale Torino, l’Assolombarda e Assindustria Genova, vien da spanciarsi dal ridere. Il rapporto titola: “Infrastrutture per lo sviluppo del Nord-Ovest” (vedi doc. pdf qui allegato e riprodotto). Si parla (o straparla … dipende dai punti di vista) di TAV, di trasporto su gomma, strade ferrate, di interconnessioni con la crescita del PIL del Paese, dell’impatto dei progetti sul sistema economico del Nord-Ovest, dei fabbisogni futuri, etc etc. Tanto per capire quanto è importante la TAV “… in Italia oltre il 90% delle merci è trasportato su strada e il rimanente viaggia su ferrovia” (pag. 16 del dossier). I lungimiranti studiosi del dossier esplicano: “… lo scenario prevede il rispetto dei tempi di realizzazione di tutti i progetti”. Prevedono molto bene. Gli acuti studiosi della logistica hanno collocato il termine lavori della linea TAV del Terzo Valico dei Giovi nel 2010 e la fine lavori della Linea TAV Torino-Lyone nel 2012 (bevuto troppo TAVernello?).
C’han preso di brutto. Siamo nel 2012 e i lavori non sono neanche iniziati. E non esiste manco un Piano Finanziario di dettaglio (come in tutti progetti trasparenti che si rispettino). In compenso i costi delle opere indicati invece sono quintuplicati. Ma si sa In Italia i progetti viaggiano con anni luce di ritardo, arrivano più o meno con la puntualità dei treni FFSS (“Trenitalia si scusa per il disagio”).
Non per niente si chiama TAV (forse significa Treni A Vapore).
Doc. Pdf. all.: “Contratto_Progettazione_Galleria_di_Base_Brennero”
Doc. Pdf. all.: “Contratto_Progettazione_Torino_Lyone”
Doc. Pdf. all.: “Infrastrutture_per_lo_sviluppo_del_Nord_Ovest_Dossier”
Doc. Pdf. all.: “Tav_del_Brennero_FQ”
Dal portale Indymedia
http://piemonte.indymedia.org/article/14874
https://london.indymedia.org/articles/12177