Acea, Legambiente: “La verità sul Contratto di Servizio illuminazione pubblica”

Legambiente torna su Acea nel giorno della grande manifestazione “Roma non si vende”, dopo l’Assemblea degli azionisti, per rendere noti altri numeri e raccontare nuove verità sull’operazione folle di vendita della Giunta Alemanno.

 

Legambiente Lazio – Comunicato Stampa

Roma, 5 maggio 2012

Acea, Legambiente: ecco la verità sul Contratto di Servizio dell’illuminazione pubblica

39 milioni di Euro, per l’esattezza 39.560.943 di Euro. È questo il valore del contratto di servizio tra Acea e Roma Capitale per l’illuminazione pubblica della città, dopo la ricontrattazione definita nella Delibera della Giunta Capitolina 122/2010, che ha ridotto l’importo del contratto iniziale del valore di 55.791.744 di Euro. Legambiente torna su Acea nel giorno della grande manifestazione “Roma non si vende”, dopo l’Assemblea degli azionisti, per rendere noti altri numeri e raccontare nuove verità sull’operazione folle di vendita della Giunta Alemanno.

“Ecco qua il topolino per il quale Alemanno vuole vendere la montagna Acea, a chi vuol far credere che per un contratto da 39 milioni si deve cedere ai privati un quinto della società? -– domanda Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio -. Buffo poi che nella relazione all’Assemblea degli azionisti si affermi che il nuovo accordo sull’illuminazione è stato stipulato appena un mese fa e ancora più ridicolo che nella delibera Roma Capitale dichiara di non voler procedere alla dismissione di quote societarie.”

Torniamo alle carte. Il Comune di Roma aveva stipulato, nel 1998, con Acea un contratto relativo all’affidamento del servizio di Illuminazione Pubblica di durata trentennale, riservandosi la possibilità di rinegoziazione dei parametri qualitativi e quantitativi. Nella delibera 122/2010 si modifica proprio questo, visti i “miglioramenti che sarebbero intercorsi nel tempo sulla rete e sugli impianti.” Poi sulla durata del contratto, come affermato anche nella relazione agli azionisti, si dice che “le parti si danno atto che la concessione del s.p.l. è stata deliberata dal consiglio comunale (n.29 del 17.3.1997) confermandone all’articolo 2 della convenzione del 23.6.1999 la durata trentennale, con scadenza al 31.12.2027 e che il contratto di servizio – stante la sua funzione accessiva, di regolarne l’esercizio – deve avere pari durata.” Nella stessa delibera il Comune dichiara e sottoscrive “la decisione di Roma Capitale di non procedere alla dismissione di quote societarie eccedenti il 40% e progressivamente il 30% del capitale determinando la cessazione anticipata ex. Articolo 23 bis del D.L. n. 122/08 conv.to nella L. 133/08 dell’affidamento.”

“Sempre più ridicolo, un mese fa è stato firmato un accordo fino al 2027 anche sull’illuminazione nel quale il Comune afferma di non voler cedere quote e ora il Sindaco vuole fare l’esatto contrario – ha affermato Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio-. Sembra di trovarsi in uno strano gioco del Monopoli, con le carte e le casette di legno, peccato che questo modo di procedere stia mettendo a rischio la stessa società, che perde credibilità sui mercati e tra i cittadini. Ben venga l’attenta vigilanza della Consob, finchè la società non sarà ripubblicizzata, come hanno indicato col referendum i romani, il titolo in borsa non può assolutamente essere esposto ad attacchi speculativi, sarebbe un danno grave per i cittadini.”

Ufficio stampa Legambiente Lazio

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