9 Maggio, giornata mondiale di mobilitazione

Il sindacalismo di base per un’iniziativa che coinvolga anche forze sociali contro le politiche di Governo e padronato in preparazione dello sciopero generale. Oggi a Milano presidio in piazza San Babila, ore 17.

9 Maggio, giornata mondiale di mobilitazione

Milano, 8 maggio 2012. Il 31 marzo a Milano, lavoratori, movimenti sociali e protagonisti delle lotte territoriali, hanno riempito le strade e le piazze per opporsi ai programmi di questo governo.
Bisogna allargare questo fronte di lotta e di opposizione per arrivare, attraverso intense mobilitazioni, alla proclamazione di un vero sciopero generale costruito nei luoghi di lavoro e sul territorio per contrastare la politica che fa pagare la crisi a chi l’ha subita e protegge chi la provocata.
Bisogna dire no ai governi dei padroni e delle banche, alle disuguaglianze sociali ed economiche, alle speculazioni finanziarie, agli obblighi di pareggio di bilancio, al pagamento del debito, al rifinanziamento delle banche e delle istituzioni internazionali che ci hanno portato sull’orlo del baratro.
Banche e istituzioni finanziarie in Italia sono addirittura al governo; hanno stravolto il sistema delle pensioni elevando il limite di età a 67 anni, con la prospettiva di portarla a 70 anni, condannando giovani e vecchi alla disoccupazione senza tutela di seri ammortizzatori. Le scelte economico-politiche guardano lo spread più che il paese reale per costruire un futuro su basi diverse.
Il governo delle banche propone una riforma del mercato del lavoro che dà un’ulteriore spinta al processo di precarizzazione della vita (taglio degli ammortizzatori sociali e estensione dei contratti farlocchi), aumenta il già alto livello di ricatto sul lavoro stabile smantellando, di fatto, le ultime protezioni rimaste (come l’articolo 18).
Dietro il ricatto del debito, si cancellano diritti e servizi sociali e si tenta di nascondere i “senza lavoro” con il pieno impiego precario facendola finita col, cosiddetto, modello sociale europeo, perché, come afferma Mario Draghi, non possiamo più permetterci di “… pagare la gente che non lavora”.
La scelta liberista di uscire dalla crisi con la recessione è una follia e provocherà un peggioramento generalizzato delle condizioni di vita per precari, lavoratori, pensionati, migranti, licenziati, cassa integrati, studenti.
Vogliamo invece un diverso modello sociale ed economico in Italia e in Europa, fondato sul pubblico, sull’ambiente e sui beni comuni, per riconvertire il sistema industriale con tecnologie e innovazione, per la pace e contro la guerra, per lo sviluppo della ricerca sostenendo scuola pubblica e università, per garantire il diritto a sanità, servizi sociali e redistribuzione del reddito e del lavoro per tutti, libertà e democrazia.

Confederazione Unitaria di Base

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