Amianto alla Scala: indagine per omicidio e lesioni colpose

Il PM Ascione indaga sulle morti per amianto nel tempio della lirica milanese. Fiorito, CUB: “La nostra prima denuncia risale al febbraio 2009. E’ grave che non sia stata l’Asl a promuovere questa campagna”.

 

Amianto alla Scala: indagine per omicidio e lesioni colpose

 

Il PM Ascione indaga sulle morti per amianto nel tempio della lirica milanese. Fiorito, CUB: “La nostra prima denuncia risale al febbraio 2009. E’ grave che non sia stata l’Asl a promuovere questa campagna, mantenendo sempre un ruolo defilato, nel totale disinteresse di Fondazione e Comune di Milano”.

Milano, 25 luglio 2012. La Procura della Repubblica di Milano ha finalmente aperto un’inchiesta per i reati di omicidio colposo e lesioni colpose per il decesso di alcuni lavoratori del Teatro alla Scala di Milano, su segnalazione delle denunce della Confederazione Unitaria di Base, e di altre realtà associative.
“La CUB, già nel 2009, aveva denunciato il decesso di un macchinista, la malattia di tre lavoratori, e la presenza della fibra di amianto all’interno del teatro, grazie al sopralluogo di un gruppo di lavoratori, avvenuto il 26 novembre del 2008” ha dichiarato Giuseppe Fiorito della CUB “rilevando la presenza della letale fibra nelle bocche dei fari sala, nella zona cupola (appartenente alla parte storica dell’edificio, soprastante la platea, ndr) oltre che sparso all’interno del locale delle parti adiacenti alle passerelle di servizio”.
Non è quindi un caso che il 26 agosto dello stesso 2009, amministrazione comunale Moratti, Asl e Fondazione Teatro alla Scala, fecero iniziare un lavoro di bonifica, intervento previsto già alla fine di luglio ma posticipato per la richiesta dell’Asl di mappare tutta la sala.
E per finire, lo scorso 6 dicembre (2011), una delegazione di lavoratori della Scala, insieme a sindacalisti della CUB, insieme ai famigliari di un caposquadra dei vigili del fuoco deceduto per mesotelioma pleurico, oltre alla presenza di un ex lavoratore ammalato, sono stati ricevuti dal prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi, in vece del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a cui era stato originariamente richiesto l’incontro, in merito a questa specifica vicenda, che aveva già visto il decesso di due lavoratori, e la malattia di almeno un altro, di mesotelioma pleurico.
“Quello che è grave, in tutta questa vicenda, è prima di tutto che non sia stata l’Asl a promuovere questa campagna, mantenendo sempre un ruolo defilato e, a dispetto di elementi di chiara evidenza, addirittura scettico” prosegue Fiorito. “A tutto questo è doveroso aggiungere un totale disinteresse, rispetto al problema, a partire dalla stessa Fondazione, fino al Comune di Milano, proprietario dello stabile storico del Piermarini”.

Confederazione Unitaria di Base
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Presso la fondazione lirica, non si conta più solo la morte di un macchinista del Piermarini.
Amianto alla Scala, già tre lavoratori ammalati.
Quasi tre mesi fa la Confederazione Unitaria di Base aveva segnalato la presenza della pericolosa fibra all’interno del teatro.

12/02/2009. Un singolo evento è un fatto, due una coincidenza e tre una casistica. Con tre ammalati, e purtroppo già un morto, a questo punto è difficile sostenere che l’amianto alla Scala non ci sia.
“E’ uno scandalo” afferma Guido Trifiletti, segretario regionale della Confederazione Unitaria di Base “soprattutto alla luce di una ristrutturazione dell’intera struttura che risale a pochissimi anni fa.”
Già il 26 novembre proprio la CUB, insieme a un gruppo di lavoratori, aveva infatti reso noto che all’interno dei locali frequentati dalle maestranze tecniche e dai vigili del fuoco era presente la fibra di questo dannoso materiale.
Il rinvenimento era avvenuto nel rivestimento delle bocche dei fari sala, nella zona cupola, appartenente alla parte storica dell’edificio, soprastante la platea, oltre che sparso all’interno del locale delle parti adiacenti le passerelle di servizio.
“Per tutelare la salvaguardia della salute dei dipendenti, e anche dello stesso pubblico che frequenta il teatro, insieme a questi lavoratori avevamo richiesto un’immediata verifica da parte della dirigenza e delle autorità competenti la Fondazione, richiedendo anche una tempestiva bonifica dei locali in cui era segnalata la presenza dalla fibra di questo pericoloso materiale.” precisa Trifiletti. “Vorrei ricordare anche che non stiamo parlando del tetto di un capannone con il tetto in eternit, ma probabilmente del più prestigioso teatro dell’opera del mondo.”
A suffragare questa tesi, apparentemente rimasta del tutto inascoltata, oltre alla morte sospetta di un vigile del fuoco a causa del mesotelioma pleurico, patologia direttamente legata alla fibra di amianto, e la malattia di un suo collega ammalatosi della stessa patologia, c’era il caso di un macchinista del Piermarini, Enzo Mantovani.
A questi, morto di amianto (mesotelioma pleurico), il 13 dicembre del 2007 era stato riconosciuto, postumo, dal Tribunale del Lavoro un risarcimento di 202 mila euro per danni biologici e morali. A essere condannato al risarcimento proprio il Teatro alla Scala, suo datore di lavoro per 26 anni.

 

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Amianto alla Scala, bonifica tardiva

Tiboni, CUB: “Ennesimo intervento a scoppio ritardato alla faccia della tutela della salute di lavoratori e cittadini.” Il sindacato di base aveva allertato circa la presenza di amianto già alla fine dello scorso anno. Chiusa per due mesi la galleria del teatro milanese per l’eliminazione dalla fibra nociva.

MILANO, 01 settembre 2009. I primi a segnalarlo erano stati i sindacalisti della CUB alla fine di novembre dello scorso anno (notizia riportata da CRONACA QUI il 26 novembre e da EPOLIS Milano il 12 febbraio di quest’anno), la cui presenza causerà la chiusura della galleria del Teatro alla Scala di Milano per circa due mesi, fino alla fine di ottobre.
Al contrario è solo di qualche giorno fa la decisione di Comune, Asl e Fondazione Teatro alla Scala di iniziare i lavori di bonifica dell’amianto, in accordo con il sindaco Letizia Moratti e il sovrintendente Stéphane Lissner, un intervento previsto già alla fine di luglio ma posticipato al 26 agosto per la richiesta dell’Asl di mappare tutta la sala.
“Contrariamente a quanto si vorrebbe far passare ora, il materiale tossico era stato rinvenuto proprio l’anno scorso da un gruppo di lavoratori all’interno dei locali frequentati dalle maestranze tecniche e dai vigili del fuoco” Specifica Piergiorgio Tiboni, coordinatore nazionale della CUB. “Parliamo del rivestimento delle bocche dei fari sala, nella zona cupola soprastante la platea, oltre a una sua presenza sparso all’interno del locale delle parti adiacenti le passerelle di servizio.”
A suffragare ulteriormente la presenza di amianto era stata anche la morte sospetta di un vigile del fuoco, a causa del mesotelioma pleurico, patologia direttamente legata alla fibra di amianto, e di un suo collega repentinamente ammalatosi della stessa patologia.
Da parte degli stessi lavoratori era stata richiesta un’immediata verifica da parte della dirigenza e delle autorità competenti la Fondazione, e la successiva e tempestiva bonifica dei locali indicati dalla fibra di questo pericoloso materiale.
“Adesso fingono di preoccuparsi della salute di chi va a teatro, soprattutto per evitare che chi aveva già comprato i biglietti per gli spettacoli di settembre chieda il rimborso. In realtà questo intervento a scoppio ritardato non tiene minimamente conto della salute dei lavoratori e viene fatto solo per non perdere la faccia.” Conclude Tiboni.

Confederazione Unitaria di Base

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