La cosiddetta Legge Stadi, approvata alla Camera e ora ferma al Senato, darebbe agli speculatori uno straordinario strumento per costruire in aree non edificabili a Roma come in ogni Comune italiano.
Legambiente Lazio – Comunicato stampa
Roma, 24 luglio 2012
“Legge stadi”, Legambiente Lazio: a Roma sarebbe nuovo sacco
Ormai è chiaro che con lo sport case e alberghi, centri commerciali e uffici non c’entrano assolutamente nulla. Eppure la cosiddetta Legge Stadi, approvata alla Camera e ora ferma al Senato, darebbe agli speculatori uno straordinario strumento per costruire in aree non edificabili a Roma come in ogni Comune italiano, prevedendo anche la costruzione di infrastrutture per ‘attività residenziali, direzionali, turistico-ricettive e commerciali’. Contro questa ipotesi, Legambiente ha lanciato oggi l’allarme sul disegno di legge “Disposizioni per favorire la costruzione e la ristrutturazione di impianti sportivi anche a sostegno della candidatura dell’Italia a manifestazioni sportive di rilievo europeo o internazionale”, e insieme all’Istituto nazionale urbanistica e all’Ordine nazionale degli architetti, ha presentato, nel corso di una conferenza stampa, un dossier che racconta tutti i rischi e le conseguenze legati alla possibile approvazione del Disegno di Legge.
Per la Capitale, Legambiente Lazio ha di recente analizzato in particolare le possibili aree della speculazione, quelle storicamente sul tavolo come quella lungo la Via Tiberina per la SS Lazio e quelle della Monachina e di Tor di Valle per la AS Roma, ma a queste se ne sono aggiunte molte altre possibili dopo la pubblicazione del bando della Cushman&Wakefield, l’advisor che la Roma ha scelto per selezionare ipotesi per realizzare il nuovo Stadio. Tra le new entry La Rustica, Casal Monastero fuori dal Gra, la centralità di Tor Vergata, ma anche intorno alla città Guidonia, Montecompatri.
“ Basta guardare alle aree delle quali si parla a Roma per capire bene che gli stadi nascondono enormi speculazioni edilizie, la legge va fermata, non c’è alcun interesse pubblico che la giustifichi ma ci sono tanti interessi privati che la spingono, stop all’insopportabile inciucio bipartisan -afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio- Tutte le aree individuate all’interno della Capitale per la costruzione dello stadio della Roma ricadono in agro romano o dove il piano regolatore prevede tutt’altro, mentre in provincia sono vincolate dal piano paesistico. A Roma, peraltro, bisognerebbe anche chiedersi se serva davvero un nuovo stadio, l’Olimpico e il Flaminio sono due bellissimi monumenti usati a livello di massa.”
Al centro dell’attenzione nel dossier, anche gli impianti sportivi più “piccoli”: basterebbero, infatti, 4 mila posti a sedere per giustificare l’applicazione delle nuove norme. In tal senso, è estremamente pericolosa l’offerta pervenuta da Marino per uno stadio da baseball, da realizzare nel comprensorio Divino Amore Area Negroni, una meravigliosa zona di ampliamento del Parco regionale dell’Appia Antica.
L’Ufficio stampa Legambiente Lazio