Lunedì 6 agosto sciopero nazionale dei postali. Sciopero di 24 ore e manifestazione in mattinata a Firenze.
Milano, 2 agosto 2012. Lunedì, 6 agosto 2012, sciopero nazionale di 24 ore dei lavoratori delle Poste, organizzato da CUB-Poste e da Cobas Lavoro privato-Cobas Poste, con manifestazione alle ore 10.30 in piazza Strozzi, a Firenze.
Una mobilitazione dovuta al graduale abbandono del servizio pubblico da parte delle Poste per “…un’azienda nata per garantire il servizio pubblico postale e tutelare il piccolo risparmio, divenuta S.p.A. 1998, ma ancora interamente di proprietà del Ministero dell’Economia, unico azionista e quindi a tutti gli effetti pubblica che nonostante gli utili di bilancio degli ultimi 8 anni”, contro l’idea di fondo, di privatizzare, cancellandole, di fatto, come soggetto pubblico.
Ne è dimostrazione anche la chiusura di più di 1.100 uffici postali minori, associata al taglio di altri 12.000 posti di lavoro, nel recapito, entro fine anno, per un totale di quasi 100.000 posti di lavoro persi dal 1998 a oggi, con conseguente aumento del carico di lavoro su chi è rimasto e una logica diminuzione della qualità del servizio offerto.
Dopo la “riorganizzazione” del 2006, si è passati da 5.048 uffici di recapito del 2005 ai 2.924 del 2011, e il processo di accorpamento ancora non è concluso, mentre nel recapito, l’ultima riorganizzazione risale ad appena 21 mesi fa (luglio 2010) e ha causato il taglio di 5.857 unità e la soppressione del servizio il sabato, le sue conseguenze negative ancora affliggono dipendenti e cittadini, con peggiori servizi e la necessità di spostarsi per recarsi a un ufficio postale.
Per 12.000 lavoratori, con la riforma dell’articolo 18 e la presunta passività del recapito, si prospettano mobilità, cassa integrazione e cessione di ramo d’azienda, dopo lo svecchiamento del 2010, gli esodati, le nuove leggi e l’aumento dell’età pensionabile non più prepensionamenti.
Bancoposta, destinato a tagli ben peggiori con la sua trasformazione in banca, il cui personale rimasto quantitativamente invariato da sempre, è invece soffocato da decine di servizi e prodotti nuovi che mettono in secondo piano i servizi peculiari delle Poste.
Tutto questo a fronte di un bilancio aziendale, che dai 292 milioni di euro di attivo del 2005 è salito in un crescendo continuo, fino ai 1.081 milioni nel 2010 e ai 846 nel 2011, nonostante la crisi dichiarata dall’azienda a giustificazione dei tagli.
Se non interviene un’inversione di tendenza a difesa del servizio pubblico sarà la fine del servizio postale universale e della tutela del piccolo risparmio garantiti da Poste Italiane.
Confederazione Unitaria di Base