Piano di caratterizzazione della discarica dell’Inviolata

Depositate da alcune associazioni locali le Osservazioni al Piano di caratterizzazione che la srl Eco Italia 87, gestore della discarica dell’Inviolata, ha presentato per avviare la bonifica del sito, risultato fortemente inquinato.

 

 

Comunicato stampa

Piano di caratterizzazione della discarica dell’Inviolata

Sono state depositate da alcune associazioni locali (Associazione “Amici dell’Inviolata”, Associazione “Pro Santa Lucia”, Comitato Cittadini Marco Simone-Setteville Nord, Lista civica Il Faro – Guidonia, Circolo Legambiente Guidonia, Unione Sindacale di Base) le Osservazioni al Piano di caratterizzazione (messa in sicurezza e bonifica) che la srl Eco Italia 87, gestore della discarica dell’Inviolata, ha presentato per avviare la bonifica del sito, risultato fortemente inquinato soprattutto dalla presenza di metalli pesanti nelle acque sottostanti la discarica.
Le Osservazioni contengono una serie di considerazioni fortemente critiche sulla gestione del sito di discarica e di valutazioni negative su tutta la fase autorizzativa che l’ha permessa negli anni. In particolare, si fa rilevare la “forzatura” da parte della Regione Lazio sia per quanto riguarda le volumetrie autorizzate sulla sommità della discarica come varianti “non sostanziali” (non applicabili alla fattispecie) e sia per l’Autorizzazione Integrata Ambientale del 2009, che ha autorizzato un nuovo invaso (il sesto) “in deroga” ingiustificata alla normativa, senza avere alcuni pareri preventivi obbligatori e necessari, nonostante fosse già nota anche la contaminazione delle acque del sottosuolo, e senza nemmeno dare attuazione alle norme precauzionali.
Non è stato tenuto conto, anche nell’autorizzazione dei lotti A e B (ricordiamo che il progetto del sesto invaso è stato modificato per il ritrovamento di reperti archeologici di particolare interesse dando origine ai due lotti sopra richiamati), dei valori superiori alle CSC (Concentrazioni Soglia Contaminazione) in riferimento al Testo unico ambientale e di quelli oltrepassanti i valori di Fondo Naturale determinati dallo studio dell’IRSA-CNR, permettendo così – già nel dicembre 2010 – l’abbancamento dei rifiuti, ma pubblicando sul BURL la Determina autorizzativa del lotto A ben sei mesi dopo. Quella del lotto B non è stata mai pubblicata. In tal modo si è evitato, illegittimamente, un possibile e fondato ricorso da parte di un qualsiasi soggetto interessato.
Inoltre, si rileva che, secondo la Eco Italia 87 e la Regione Lazio, le distanze tra discarica e centri abitati sono “a norma”. Ma così non è: basta controllare il Piano stesso di gestione rifiuti regionale che prescrive una distanza di almeno 1500 m, non rispettata nel caso lampante di Colle Fiorito di Guidonia, che risulta appartenere alla categoria dei centri abitati così come definita dal Codice della Strada richiamato dallo stesso Piano regionale dei rifiuti del 2002 (distanza ufficializzata anche dall’Amministrazione del Comune guidoniano: 1100 m).
E ancora, Regione Lazio ed Eco Italia 87 asseriscono di aver rispettato i vincoli ambientali, ma, se l’avessero fatto realmente, avrebbero dovuto considerare che lo stesso Piano di gestione rifiuti regionale prescrive, tra i “fattori escludenti” la contiguità con le aree protette. Tale prescrizione è contenuta anche nel Testo unico ambientale del 2006 e nella Direttiva europea sull’Ambiente del 2008.
Nel suo Piano di caratterizzazione, la Eco Italia afferma poi di avere piena disponibilità dell’area di discarica, grazie ad una Delibera di Giunta regionale (n.1100 del 2002), che però – ad un semplice controllo – risulta non essere stata mai trasformata in legge. La stessa società di gestione della discarica “deprezza” poi l’area dell’Inviolata, affermando che non vi è nulla di particolarmente interessante dal punto di vista vegetazionale e faunistico. E’ facile invece ribadire che il Parco dell’Inviolata possiede peculiarità naturali ed archeologiche note, tanto da far ottenere il rango di area protetta all’intera zona.
La contaminazione del sottosuolo – si fa rilevare ad opera delle associazioni locali – ha interessato anche l’area protetta: alcuni pozzi spia, risultati inquinati, sono interni al Parco. Nel Piano presentato da Eco Italia non è presente alcun inquadramento tettonico e sismico dell’area, pur essendo la zona interessata da importanti fenomeni nel sottosuolo, né si prevedono prospezioni geofisiche sugli invasi, che sarebbero invece importanti per individuare eventuali perdite di percolato dagli stessi invasi.
Le Osservazioni presentate terminano con la forte richiesta – viste le numerose illegittimità, le omissioni, le prescrizioni non tenute in conto – di riapertura e riesame dell’intera Autorizzazione integrata ambientale regionale sulla discarica dell’Inviolata. E’ evidente infatti che, per continuare ad autorizzare la coltivazione di una discarica per rifiuti nel bel mezzo di un Parco, giudicata per giunta inquinante nelle acque del sottosuolo, l’AIA ha subìto forzature non indifferenti, a cui solo i cittadini dell’area e non certo le amministrazioni locali hanno voluto e saputo negli anni dare risposta.
Il sesto invaso è ormai esaurito: mai come in questo momento i cittadini chiedono ai loro amministratori di andare oltre i proclami elettorali dimostrando di voler realmente pervenire alla definitiva chiusura del sito di discarica, all’apertura del Parco alla pubblica fruizione, al rigetto di ogni altra forma speculativa (impianti, strade, trasformazioni urbanistiche) sull’area dell’Inviolata!”

Il testo completo delle Osservazioni presentate dalle associazioni è disponibile sul sito http://www.aniene.net/blogs/cra/

CRA di Guidonia

 

 

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