“Il riordino delle Province non può passare sulla testa dei Comuni”

Il coordinatore dei Piccoli Comuni toscani: “Non è tempo di gattopardi né di rincorse a chi alza di più l’asticella. Intanto i piccoli Comuni rischiano il dissesto.Questo è il problema dei problemi”

 

 

Comunicato stampa

06/09/2012

Il riordino delle Province non può passare sulla testa dei Comuni

anci toscana - logoFirenze, 6 settembre 2012. Il riordino delle Province ma anche la fase di avvio delle Unioni dei Comuni e le prospettive legate alla decisione di ingessare dal 2013 anche i piccoli Comuni con il patto di stabilità. Sono i principali temi al centro della riunione della Consulta regionale dei piccoli Comuni dell’Anci, convocata per lunedì prossimo a Firenze.

Un’occasione importante per capire gli umori dei Comuni sotto i 5 mila abitanti, che sono poi la maggioranza dei Comuni toscani, e per mettere a punto una serie di proposte da avanzare prima di tutto all’interno di Anci.

“Il riordino delle Province è un passaggio importante perché destinato anche a cambiare la presenza delle articolazioni locali dello Stato e delle sue amministrazioni. Non ci si possono permettere false partenze e nemmeno percorsi già decisi per tutti”, sottolinea il coordinatore della consulta regionale Pierandrea Vanni, sindaco di Sorano. “Ma intanto – continua Vanni – assomigliamo sempre di più all’orchestrina del Titanic che continua a suonare mentre la nave va a fondo. Perchè l’Imu oggi, e il patto di stabilità dal 2013 daranno il colpo di grazia ai piccoli Comuni. Questo è il problema dei problemi: la prospettiva concreta del dissesto dei bilanci”.

Oltre ai drammatici problemi di bilancio manca ad oggi un disegno organico e funzionale di riorganizzazione istituzionale, che deve coinvolgere le stesse nuove Province, i Comuni e le Unioni dei Comuni. In compenso, certi centri studi e di ricerca toscani, secondo Vanni, chiedono di alzare sempre di più l’asticella in nome di una semplificazione che si preoccupa poco o punto dei territori, e in particolare di quelli più svantaggiati, dei servizi e dei riferimenti per i cittadini. Niente gattopardismi, chiedono i piccoli Comuni, ma nemmeno l’indebolimento del rapporto centrale fra i territori, i loro abitanti e le istituzioni locali.

Ufficio stampa Anci Toscana

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