Una “vertenza per la sopravvivenza” dei piccoli Comuni

Promuovere tutte quelle iniziative necessarie per evitare il salto nel buio che si avrebbe nel 2013 con l’estensione del patto di stabilità ai Comuni sotto i 5 mila abitanti.

 

 

13/09/2012
COMUNICATO STAMPA

Una “vertenza per la sopravvivenza” dei piccoli Comuni

Questa la richiesta della Consulta dei piccoli Comuni di Anci Toscana per avviare il confronto col Governo sulla grave condizione attuale

anci toscana - logoFirenze, 13 settembre 2012. Promuovere tutte quelle iniziative necessarie per evitare il salto nel buio che si avrebbe nel 2013 con l’estensione del patto di stabilità ai Comuni sotto i 5 mila abitanti e, al contempo, avviare immediatamente un confronto con il Governo sui problemi gravissimi creati con la sovrastima dei gettiti Imu e con i conseguenti, ulteriori tagli. In sostanza, una vera e propria “vertenza per la sopravvivenza” per i piccoli Comuni, come la definisce il sindaco di Sorano, Pier Andrea Vanni, coordinatore della consulta dei piccoli Comuni di Anci Toscana.

“Chiediamo – dice Vanni – che la Regione sostenga la fase costituente delle Unioni dei Comuni, favorendone la crescita e il consolidamento, al di là dell’istituzione di quelle nate con il superamento delle Comunità Montane”. Ma non è solo sulle Unioni che la Consulta si è espressa, anche il riordino delle Province è stato uno dei temi affrontati dall’assemblea che auspica una soluzione fondata “non su un decreto poco meditato e confuso, ma sulla base di decisioni condivise con i Comuni e che tenga conto, prima di tutto, delle esigenze e delle prospettive dei territori e del rapporto centrale tra istituzioni locali e cittadini”. Il rischio è che non si dia corso a un effettivo e incisivo riordino, ma che si creino macro-aree, o mini-regioni, che potrebbero marginalizzare ulteriormente le realtà più piccole e le zone disagiate portando ad un accentramento di servizi e di funzioni in pochi centri maggiori.

Tra i problemi principali che gravano sulle spalle dei piccoli Comuni, innanzitutto la sovrastima da parte del Governo del gettito Imu, che mette seriamente in discussione già nell’ultimo scorcio del 2012 la possibilità di far fronte alle spese per il personale e per i servizi. A ciò si aggiunga che, lamentano i sindaci, dal 2013 i piccoli Comuni saranno sottoposti al patto di stabilità, che creerà un ulteriore stallo.

In questa cornice, già di per sé tutt’altro che rosea, c’è una sorta di “accanimento” nei confronti dei territori più disagiati, in cui si tagliano i servizi di pubblica utilità (come il taglio agli uffici postali in Toscana e le preoccupazioni sul futuro del trasporto pubblico locale) e si mette a repentaglio la tenuta del sistema socio-sanitario. Ma è proprio in questi territori, spiega Vanni, “che i piccoli Comuni continuano a rappresentare un presidio e un punto di riferimento centrale per i cittadini assolvendo anche ad un ruolo di supplenza rispetto alle inadempienze e ai ritardi di altri livelli istituzionali. Inoltre, attraverso le Unioni, si stanno sperimentando forme nuove di cooperazione e di collaborazione anche per l’esercizio in comune delle funzioni fondamentali, e in cambio cosa otteniamo? Che il ridimensionamento delle assemblee elettive nei comuni minori sembra esser diventato la panacea per tutti i mali della politica. Come se la casta fosse rappresentata dai sindaci, dagli assessori e dai consiglieri comunali dei centri minori. Finora ci dicevano che ‘piccolo è bello’, e adesso siamo diventati – ingiustamente – il simbolo degli sprechi”.

Ufficio stampa Anci Toscana

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