CUB: “Basta con Marchionne ed Elkann: il re è nudo, nessuno deve chiudere gli occhi e prestarsi all’ennesima bufala. Il settore auto diventi la questione industriale del Paese prima che Marchionne distrugga tutto”.
Fiat e Marchionne: il re è nudo
Tiboni, CUB: “L’abbandono del progetto Fabbrica Italia di Marchionne rende evidente ciò che abbiamo sempre denunciato, cioè che Fiat ha deciso di continuare a smantellare altri stabilimenti con la collaborazione dei sindacati confederali”. Per la difesa dell’occupazione, del reddito, del lavoro e dell’ambiente gestione pubblica di Fiat per la riconversione e cessione del marchio Alfa ad acquirenti disponibili a rilevarla”.
MILANO, 26 settembre. “Basta con Marchionne ed Elkann: il re è nudo, nessuno deve chiudere gli occhi e prestarsi all’ennesima bufala. Il settore auto diventi la questione industriale del Paese prima che Marchionne distrugga tutto”.
E’ senza giri di parole la considerazione di Piergiorgio Tiboni, coordinatore nazionale della CUB, perché: “… l’abbandono del progetto Fabbrica Italia di Marchionne rende evidente ciò che a noi è sempre stato chiaro sin dal 2010, e che la FlmUniti-Cub ha sempre denunciato”.
E la sostanza della denuncia era che in presenza di una sovraccapacità produttiva in Europa e nel mondo, senza risorse e senza nessuna idea sull’auto per la mobilità del futuro, il piano Fiat non era credibile e serviva solo per imporre ai lavoratori, con la complicità di Cisl, Uil e Ugl, altre rinunce.
“Inutile aspettarsi ancora qualcosa dalla Fiat, inutile richiedere altri impegni che non saranno mantenuti, perché la Fiat ha deciso di continuare a smantellare altri stabilimenti” prosegue Tiboni, come del resto ha dimostrato lo scorso incontro con il Presidente del Consiglio Monti, in cui è stato confermato che l’unico obbiettivo è quello di garantire profitti alla proprietà spremendo lavoratori e impianti fino alla totale dismissione di entrambi.
“Per la difesa dell’occupazione, del reddito, del lavoro e dell’ambiente occorre un cambiamento radicale: la gestione pubblica della Fiat per la riconversione del settore verso un nuovo modello di sviluppo creando in anticipo, sulle dismissioni, sui posti di lavoro in attività con una valenza sociale e non di puro profitto” è la ricetta della CUB. “Inoltre Fiat deve cedere il marchio Alfa, visto che ci sono acquirenti disponibili a rilevare il marchio e a produrre in Italia”.
“Per questo, per il mantenimento del settore auto in Italia, il governo non può fare il notaio di Marchionne chiedendo informazioni sulle intenzioni di Fiat, come se non fosse già tutto chiaro, ma deve intervenire per favorire l’insediamento di altri produttori e togliere l’azienda agli attuali proprietari senza esborso di denaro perché con i soldi pubblici l’abbiamo pagata più volte”.
I danni alle regole contrattuali introdotte con Fabbrica Italia sono stati notevoli, se solo si pensa all’abolizione del contratto nazionale, all’articolo 8 previsto dall’accordo del 28 giugno 2011, che ha introdotto la contrattazione in deroga, e al peggioramento delle condizioni di lavoro.
Confederazione Unitaria di Base