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Disagio abitativo, 11 famiglie vivono in edificio pubblico

Una decina di nuclei decidono, a fronte di un disagio abitativo costellato di sfratti e redditi inadeguati per accedere ad un affitto o a un mutuo, di organizzarsi insieme e risolvere il problema occupando lo stabile di via del Macao 8.

 

 

COMUNICATO STAMPA
 
 Roma 10 ottobre 2012
 
 Undici nuclei da un mese vivono in un edificio di proprietà della Regione Lazio 

 
 as.i.a. usb - logoSogno di una notte di mezza estate: una casa. E così nel mese di agosto una decina di nuclei decidono, a fronte di un disagio abitativo costellato di sfratti e redditi inadeguati per accedere ad un affitto o a un mutuo, di organizzarsi insieme e risolvere il problema occupando lo stabile di via del Macao 8. Lo stato di necessità ha spinto queste persone, che rischiavano di finire ai margini della società, ad agire da sole per garantirsi un diritto primario come quello alla casa.
 
 La mancanza di lavoro, gli incidenti di percorso, la salute, l’economia che non gira, come è possibile uscirne? E’ possibile, possibilissimo. Il risultato è che da più di un mese un edificio di proprietà della regione Lazio, lasciato vuoto e senza destinazione, si è trasformato nella nuova abitazione per nuclei senza alloggio o a rischio di sfratto.
 
 La reazione di questi abitanti è un fatto dirompente perché rappresentano uno spaccato della precarietà abitativa della capitale. Non è più possibile aspettare politiche abitative pubbliche latitanti e si è disponibili a rischiare in proprio per difendere un diritto primario. E così un gruppo spontaneo non organizzato ha reagito, spinto dalla necessità, ad uno stato di cose che non permette più di vivere. Il campione è piuttosto variegato: impiegati statali, imprenditori, agenti immobiliari, liberi professionisti alle prese con bollette, cartelle Equitalia/Gerit, sfratti esecutivi, stipendi pignorati.
 
 L’AS.I.A./USB sostiene questa esperienza e nella giornata di oggi incontrerà insieme ai nuovi inquilini di via del Macao 8 il direttore generale dell’Adisu, che ha in gestione l’immobile. Appare chiaro che ogni tentativo di sgombero forzoso ci vedrà insieme agli occupanti decisi a resistere se non arriveranno soluzioni alternative.
 
 Roma, 10 ottobre 2012
 
 

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