Prescrizione dei reati, dopo sette anni, la sentenza è di “non doversi procedere”. Così si chiude il Processo sul traffico illecito di 250 mila tonnellate di rifiuti speciali nei centri di ripristino ambientale di Vetralla, Castel Sant’Elia e Capranica
Legambiente Lazio – Comunicato stampa
Roma, 12 ottobre 2012
Processo Rifiuti Viterbo, Legambiente: prescrizione chiude processo, ma danno rimane, subito bonifica.
Prescrizione dei reati, dopo sette anni, la sentenza è di “non doversi procedere”. Così si chiude il Processo sul traffico illecito di 250 mila tonnellate di rifiuti speciali nei centri di ripristino ambientale di Vetralla, Castel Sant’Elia e Capranica, in cui Legambiente Lazio ed il coordinamento Provinciale di Legambiente Viterbo, assistiti dall’avvocato Pierdomenico Giuseppe, sono costituiti parte civile. Una notizia che arriva proprio mentre nelle stesse ore, è stato effettuato dalle Forze dell’ordine un nuovo sequestro di 12mila mq di discariche abusive, ancora una volta nei territori di Sutri e Castel Sant’Elia.
“La prescrizione è una brutta notizia che in parte ci aspettavamo, abbiamo tenuta altissima l’attenzione sul processo proprio per tentare di evitarla, tutto si è svolto secondo le regole, ma è triste e difficile accettare che le schermaglie giudiziarie abbiano battuto il buon senso – afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Prescrizione non è né assoluzione né condanna, per capire però meglio il merito dei fatti occorrerà attendere le motivazioni della sentenza. Ora è comunque fondamentale ed urgente intervenire affinchè i territori che sono stati teatro dello scempio ambientale siano definitivamente risanati”.
“Rimane il fatto che i rifiuti in quelle cave ci sono finiti, quello che ci interessa è capire e vigilare su che cosa succederà ora in quelle aree che sono state dissequestrate -afferma Pieranna Falasca, coordinatrice Provinciale di Legambiente Viterbo-. Il territorio del viterbese è sempre più in preda ad una serie inarrestabile di discariche di rifiuti incontrollate, come testimonia purtroppo anche il sequestro di oggi in quegli stessi territori. E’ ora che l’obiettivo della bonifica delle aree e della sorveglianza del territorio diventi davvero prioritario”.
Legambiente ricorda i numeri del ciclo illegale dello smaltimento di rifiuti nel Lazio: secondo il Rapporto Ecomafie 2012, il Lazio è al 1° posto fra le Regioni dell’Italia centrale per questo tipo di reati, con 326 infrazioni accertate, 1 arresto, 162 sequestri e 354 persone denunciate.
L’Ufficio stampa Legambiente Lazio