Rapporto Green economy 2012

ENEA e Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile presentano il Rapporto sulla Green economy. Un percorso di sviluppo sostenibile per uscire dalle crisi economica e climatica.

 

Comunicato stampa

È stato presentato oggi all’ENEA il Rapporto “Green economy per uscire dalle due crisi”, realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e dall’ENEA a supporto degli Stati generali della Green economy, che si sono tenuti recentemente in occasione della Fiera Ecomondo di Rimini.
Hanno partecipato alla presentazione, oltre ai curatori Edo Ronchi e Roberto Morabito e a tutti gli altri autori, il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini ed il Commissario dell’ENEA Giovanni Lelli.

La Green economy punta su produzioni di beni e di servizi ad elevata qualità ecologica in grado di affrontare sia la crisi economico-fimnanziaria, sia quella climatica-ecologica, alimentando un nuovo sviluppo. La Green Economy promuove inoltre un’idea di benessere non legata alla crescita del consumismo, ma allo sviluppo di consumi più equi, sobri e consapevoli, e sollecita un uso efficiente dell’energia e delle risorse materiali, innovazioni di prodotto e di processo, nuove competenze e professionalità, con significative possibilità di aumento dell’occupazione. Anche il nostro Paese è ormai maturo per un mercato ecosostenibile e ha bisogno di attivare un percorso di rinnovamento attuando sinergie tra il mondo industriale,quello della ricerca e dell’innovazione tecnologica.
Per favorire lo sviluppo di una Green economy, occorre realizzare un quadro normativo stabile e coerente, all’interno del quale poter contare su competenze e professionalità, e la comunità scientifica, e l’ENEA in particolare, è pronta a supportare le esigenze che provengono dalle diverse realtà produttive mettendo a disposizione le necessarie competenze tecniche nel settore dell’energia, del trasferimento tecnologico e dell’ambiente.

La qualità delle manifatture, il design, e le peculiarità territoriali che contraddistinguono il nostro Paese nel mondo, grazie a tutto il capitale di risorse naturali e culturali sono sinonimo di bellezza e di qualità, che ben si sposano con i valori della produzione “green”. Accanto ad un’industria manifatturiera di grandi tradizioni ed a produzioni agroalimentari di eccellenza, possiamo oggi vantare anche una crescita nel settore delle rinnovabili, dell’uso razionale dell’energia e del riciclo, grazie alla disponibilità di elevate capacità tecnologiche e professionali di alto livello. Siamo tuttavia un Paese che continua a pagare una bolletta energetica salata perché siamo costretti ad importare gran parte dell’energia consumata. Per queste ragioni diventa prioritaria una maggiore diffusione delle fonti rinnovabili e dell’efficienza e del risparmio energetico. Allo stesso tempo, un forte sviluppo dell’industria del riciclo comporterebbe un grande vantaggio per la nostra industria manifatturiera che importa ingenti quantità di materie prime.

La prima parte del Rapporto fornisce un contributo di analisi e di approfondimento della Green economy, sulla base delle elaborazioni dell’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente), dell’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), dell’Unione Europea e della Conferenza di Rio+20. Oltre all’analisi degli strumenti economici, viene posta una particolare attenzione al ruolo che riveste il patrimonio delle risorse culturali ed ambientali in Italia alla luce della Green economy.
La seconda parte del Rapporto evidenzia sei settori strategici per lo sviluppo della green economy in Italia, che sono: l’ecoinnovazione; l’efficienza ed il risparmio energetico; le fonti energetiche rinnovabili; l’uso efficiente delle risorse, la prevenzione ed il riciclo dei rifiuti; le filiere agricole di qualità ecologica; la mobilità sostenibile. L’analisi di questi settori strategici, anche sulla base di confronti internazionali, evidenzia come una svolta economica in chiave green abbia rilevanti potenzialità di sviluppo proprio in Italia.

Roma, 14 dicembre 2012

 

 http://www.fondazionesvilupposostenibile.org%20/

 

 

 

Rapporto sulla Green Economy 2012

SCHEDA SUI SEI SETTORI STRATEGICI 


Il Rapporto sulla Green Economy passa in rassegna sei settori ritenuti strategici per una conversione ecologica dell’ economia: ecoinnovazione, efficienza e risparmio energetico, fonti rinnovabili, usi efficienti delle risorse e riciclo dei rifiuti, filiere agricole di qualità ecologica e mobilità sostenibile. Ecco alcune delle indicazioni settore per settore.
Ecoinnovazione: Italia al sedicesimo posto, ma trend positivo per lavoratori ecoindustrie
L’ ecoinnovazione è ritenuto uno dei principale drivers dello sviluppo sostenibile. L’ Italia però, secondo l’ ultima rilevazione dell’ Eco-innovation Scoreboard del 2011, è al sedicesimo posto nell’ Europa a 27 e sotto la media europea. A pesare sul giudizio è il grave ritardo nello sviluppo dell’ ecoinnovazione che in buona parte viene importata e non prodotta in Italia. Positive invece le certificazioni di sistemi di gestione ambientale, la produttività energetica, l’ intensità delle emissioni di gas serra, lo sviluppo del lavoro nelle eco-industrie dove è impegnata il 2,12% della forza lavoro contro la media europea dell’ 1,53%. Anche per quanto riguarda la formzione l’ Italia si comporta bene con 193 corsi universitari sulla green economy.

Efficienza energetica: consumi ridotti del 33% nell’ edilizia pubblica con eco-riqualificazioni
Intervenendo con misure di efficienza energetica su 11.000 uffici pubblici, 30.000 edifici scolastici e 70.000 di social housing è possibile un risparmio energetico al 2020 di un Mtep pari alla riduzione del 33% dei consumi negli edifici considerati, mentre un risparmio di alri 0,33Mtep l’ anno sarebbe possibile intervenendo sul 3% degli edifici di edilizia privata. Per ottenere questi risultati sarà però necessario prevedere e rivedere il sistema delle incentivazioni e delle detrazioni. Proprio le detrazioni fiscali tre il 2007-2010 hanno prodotto investimenti di 12 mld di euro e più di 40.000 posti di lavoro salvati l’ anno. L’Italia è un paese che ha buoni indici di prestazione energetica, ma sta perdendo terreno rispetto agli altri paesi europei, anche se resta ancora sotto la media europea per intenstà energetica (96 tep/M euro).

Rinnovabili: spetterà alla Lombardia trainare la produzione e a Sicilia e Marche i consumi
In Italia nel 2011 le fonti rinnovabili hanno rappresentato il terzo settore di approvvigionamento energetico (dopo petrolio e gas) con oltre il 13% del consumo totale lordo facendo anche registrare l’ incremento maggiore tra tutte le fonti, +7%.. La crescita maggiore è del fotovoltaico cresciuto di oltre cinque volte e mezzo rispetto al 2010 e con 9,3 GW installati nel 2011 ha reso l’ Italia il primo mercato al mondo del fotovoltaico. L’ Italia risulta anche il terzo paese dell’ Ue per occupati nelle rinnovabili (dopo Germania e Francia) con 108.150 occupati. Per raggiungere gli obiettivi europei al 2020 è stato anche stabilito un “burden sharing” fra le regioni italiane: La regione che dovrà generare più energia rinnovabile è la Lombardia con 2.905 ktep, seguita da Piemonte e Toscana.Se si compie un’ analisi dei consumi di rinnovabili, le regioni da cui si attende il maggior consumo sono Marche e Sicilia.

Risorse e rifiuti: costi in calo dove si differenzia di più
La produzione di rifiuti urbani in Italia cresce più del PIL e dei consumi. Il metodo di smaltimento preferito è la discarica circa il 49%, ma ci sono 10 regioni, dalla Liguria alla Sicilia, che mandano in discarica più del 60% dei rifiuti urbani. Ci sono invece in Europa sei paesi a discarica zero o quasi zero che hanno tassi di riciclo pari al 60%. L’ Italia ha un recupero di materiali del solo 33% , dato questo che indica che c’è un grande spazio per la green economy. Nelle regioni italiane dove più spinta è la raccolta differenziata è minore il costo di smalimento dei rifiuti: in Lombardia con il 47% di RD si è speso 24,65 centesimi di euro per gestire un chilogrammo di rifiuti, in Veneto con il 56,2% di RD 25,88 centesimi; nel Lazio invece con il 17,8% di RD 31,84 centesimi e in Sicilia con il 7,1% di RD 29,83 centsimi al chilogrammo. Gli occupati totali nella gestione dei rifiuti in Italia sono circa 120.000.

Filiere agricole di qualità: Italia prima in Europa con 48.509 aziende biologiche
L’ agricoltura italiana ha saputo orientare le scelte produtive verso la qualità legata alle singole specificità del territorio sviluppndosi così lungo il percorso della sostenibilità. Testimoniano questo indirizzo virtuoso i 243 prodotti DOP, IGP e STG, le oltre 4.600 specialità regionali, i 521 vini DOC,DOCG e IGT e soprattutto i risultati raggiunti dall’ agricoltura biologica, il metodo di produzione sostenibile più strutturato. L’ agricoltura biologica interessa più di un milione e 100 mila ettari, l8,7% della Sau totale che la colloca al secondo posto in Europa dopo la Spagna e può contare su 48.509 aziende, il più alto numero di aziende biologiche in Europa. L’ agricoltura italiana ha anche ridotto il consumo di fertilizzanti chimici e fitofarmaci diminuendo così la pressione sulla qualità dell’ acqua.

Mobilità sostenibile: le città laboratorio di green transport
La mobilità in Italia è sempre più un fenomeno locale con spostamenti corti che per lo più avvengono all’ interno della città, la somma degli spostamenti passeggeri al di sotto di Km 10 vale infatti il 70% del totale. Le auto private italiane (più di 37 milioni, il numero più alto in Europa) sono responsabili di inquinamento, congestione, incidenti, consumo del suolo tra i più alti in Europa. Governare la domanda di trasporto, soprattutto in ambito urbano, significa agire su tre grandezze: lo spostamento attraverso misure come il telelavoro o il car sharing; la distanza, attraverso misure di smart growth per riportare la lunghezza degli spostamenti a livello di 10 anni fa (-9 Mt di CO2 al 2030); il tasso di occupazione del veicolo, oggi di 1,2 passeggeri a veicolo in città., attraverso misure come il car pooling, la city logistic. Dal punto di vista tecnologico auto ibrida, auto elettrica, biocarburanti, eco-driving, sistemi di gestione del traffico ecc potrebbero portare ad una riduzione delle emissioni di gas serra fino a 75 MT al 2030. Per il trasporto pubblico, la Cenerentola italiana, ci sono buone notizie al 2020 sono stati finanziati 105 nuovi Km di metropolitane e 50 di tramvie.

Roma, 14 decembre 2012
 

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