“Fuori dall’orgia elettoralistica. Che fare?”

Lo scontro politico per le prossime elezioni diventa sempre più duro, ma anche più complicato.

FUORI DALL’ORGIA ELETTORALISTICA
che fare?

Lo scontro politico per le prossime elezioni diventa sempre più duro, ma anche più complicato. E a complicarlo non sono solo la triangolazione tra le forze dominanti, cioè le liste di Monti, Bersani e il redivivo Berlusconi, che domina la scena, ma anche la desolazione che nasce nel constatare che l’opposizione viene rappresentata da una lista Ingroia che è il peggio di quanto era possibile prevedere.

Avevamo già definito le caratteristiche dell’aggregato arancione definendolo una sorta di marmellata senza una precisa identità. Anzi, se di identità si poteva parlare, questa poteva essere riconducibile solo alla sfrenata volontà di protagonismo di un ceto politico in sedicesima che stava tentando l’ultima partita per rientrare in gioco, cioè in Parlamento. Questo è l’unico collante che si può individuare in un’operazione pasticciata e senza un vero retroterra che giustifichi la pretesa di rappresentatività istituzionale. Questo giudizio, per noi, è ormai acquisito, ma il problema è trasformarlo in battaglia politica.

Un primo punto della partita che si è aperta è il rafforzamento dell’astensionismo alle elezioni. Con l’operazione Ingroia la posizione di chi ha scelto l’astensione esce rafforzata essendo dimostrato che le alternative elettoralistiche sono ad uso e consumo di un parassitismo politico che lucra da decenni su un disagio politico e sociale che finora non ha avuto la possibilità di esprimersi attraverso una seria opposizione. Ed è appunto questo obiettivo che va messo all’ordine del giorno contestualmente all’indicazione dell’astensionismo.

Che cosa si deve intendere quando si parla di una seria opposizione organizzata? Opporsi significa innanzitutto uscire dal quadro politico che emerge dalla rappresentazione che ne fanno i grandi affabulatori. Per quanto ci riguarda il riferimento è ovviamente a quella che si definisce sinistra che non ha mai rotto il cordone ombelicale con il grande fratello, cioè il PD. Finchè si ragionerà in termini di dialogo col PD si starà sempre nel quadro della sua natura liberista e imperialista. Creare opposizione vuol dire rompere con questa logica e, rapportandosi alle contraddizioni vere che il liberismo e l’imperialismo creano, far emergere una forza che sia in grado di contrastarne la dinamica. Se finora non siamo riusciti in questo obiettivo non possiamo, ovviamente, addossarne la responsabilità solamente agli altri. Dobbiamo riflettere sui nostri limiti e capire che per uscire dalle frustrazioni delle marmellate ingroiane bisogna assumersi delle responsabilità.

Erregi

14 gennaio 2013

 

 

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