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Roma, Alemanno vuole sommergere di cemento le aree verdi

Con Alemanno rischio nuovo cemento fino a 100 milioni di metri cubi; nel Municipio Roma 6 potrebbero essere approvati 2.000.000 di metri cubi pari alla cancellazione completa di quasi tutte le aree verdi del Municipi.

 

Roma, 15 gennaio 2013

Urbanistica, Legambiente: con Alemanno rischio nuovo cemento fino a 100 milioni di metri cubi; nel Municipio Roma 6 potrebbero essere approvati 2.000.000 di metri cubi pari alla cancellazione completa di quasi tutte le aree verdi del Municipio, all’aumento di 15.000 abitanti, di traffico, caos, rumori e inquinamento con ricadute serie sulla salute dei cittadini.

Stop a pacchetto urbanistico in assemblea capitolina.

Nuovo dossier, i casi più eclatanti, i numeri più significativi in materia di urbanistica e di gestione del piano regolatore al tempo del Sindaco Alemanno, con le storie dei nuovi metri cubi della Capitale.

legambiente logoIl nuovo anno si è aperto con un serio rischio cemento in Assemblea Capitolina. Sono decine e decine, infatti, le proposte urbanistiche del Sindaco Alemanno, che il massimo organo del Comune rischia di trovarsi a discutere, un “pacchetto” che farebbe crescere i numeri del già enorme piano regolatore da 65,8 a oltre 100 milioni di metri cubi. E’ questo il dato principale del nuovo dossier di Legambiente Lazio “Roma al Metro cubo”, tutto dedicato alle più recenti vicende dell’urbanistica romana al tempo del Sindaco Alemanno, con tutti i casi più eclatanti, i numeri più significativi in materia di gestione del piano regolatore, le storie dei nuovi metri cubi della Capitale. Scelte contro le quali Legambiente rilancia una “mobilitazione generale”, che vedrà iniziative contro il “pacchetto urbanistico” di Alemanno, da condividere e allargare a comitati e associazioni mobilitati sulle diverse questioni.
Più 33 mila metri cubi per i 4 grattacieli di 16 piani e le 11 palazzine a Casal Boccone in IV Municipio, con una evoluzione della rendita fondiaria in rendita bancaria, visto che l’area sarebbe stata ceduta da un costruttore a un noto gruppo bancario a copertura di posizioni debitorie; più 790 mila metri cubi per il raddoppio della centralità Anagnina Romanina in X Municipio; più 1,5 milioni di metri cubi per la valorizzazione immobiliare delle Caserme nei Municipi I, V, XI, XV, XVII, XVIII, XIX. E ancora, più 48 mila metri cubi per il cambio di destinazione d’uso dell’area dell’Ex Velodromo nel Municipio XII, da Cittadella dell’Acqua a tutto residenziale; più 84 mila metri cubi per i 270 appartamenti per il personale dell’Aeronautica Militare tra la centralità Bufalotta e il Parco delle Sabine, nel IV Municipio; più 50 mila metri cubi per un palazzo di 6 piani con funzioni residenziali, commerciali e terziarie al posto dell’ex Deposito Atac Piazza Bainsizza/Prati/Delle Vittorie, nel XVII Municipio; più 96 mila metri cubi per la “riqualificazione” della Vecchia Fiera di Roma, Via Cristoforo Colombo, XI Municipio.
“Il diluvio di cemento del pacchetto urbanistico di Alemanno è indecente, l’Assemblea capitolina fermi la discussione di qualsiasi variante in campagna elettorale, basta costruttori Re di Roma, a pagare non possono essere ancora una volta i cittadini, i quartieri -afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Altro che “Roma cambia” come aveva promesso Alemanno, altro che revisione del PRG, solo le delibere più note porterebbero i numeri del piano regolatore ad un secco incremento del 50% delle cubature rispetto a quanto approvato nel 2008, passando dagli esagerati 65,8 milioni di metri cubi già previsti, a oltre 100 milioni, tutti con varianti francobollo in assenza di una  qualsiasi valutazione generale che richiederebbe ovviamente una variante generale dello strumento urbanistico. Questa discussione rischia di lasciare una pesantissima eredità alla prossima Assemblea capitolina, di questo passo si tornerà presto ai 120 milioni di metri cubi che tutti riconoscevano come lo scandaloso residuo del piano regolatore del 1965, riportando l’urbanistica romana a 50 anni fa.
Legambiente rilancia la mobilitazione, scriveremo oggi stesso ai capigruppo in Campidoglio per fermare lo scempio e nelle prossime settimane metteremo in campo nuove azioni contro il diluvio di cemento di Alemanno.”
Soltanto le delibere analizzate in maniera specifica presentano un dimensionamento “fuori dal Prg” pari a 24.644.031 metri cubi, per un nuovo consumo di suolo pari a 7.701.259 metri quadri ossia 770 ettari: una nuova città –altro che “manovra urbanistica il linea con il Prg– con un numero di residenti pari a 205.366, ossia una nuova città grande come Padova. Tra le delibere, altri casi eclatanti riguardano la manovra attuativa di 20 Piani di Zona/167: più 614 mila metri cubi per una enorme dimensionamento totale di oltre 7,2 milioni di metri cubi, ben 80 mila nuovi residenti ossia una nuova città grande come Grosseto, realizzata occupando aree inizialmente previste per gli standard urbanistici, a Monte Stallonara, ancora Romanina, Torraccia. Ma non basta. Tra le pieghe delle delibere, arrivano anche nuove e vecchie compensazioni, occupando ancora una volta aree di agro romano: più 468 mila metri cubi su 14 ettari di nuovo che si aggiungono a 948 mila metri cubi già previsti su 27 ettari, per compensare aree nelle Riserve dell’Acquafredda e della Valle dell’Aniene, dove non si sarebbe potuto edificare un bel nulla essendo parchi, e per un M2 Santa Fumia, non previsto nel PRG per quanto noto. Delibere molto preoccupanti, visto che iniziare le attuazioni in agro vuol dire dare l’inizio al processo di formazione del diritto urbanistico sull’insieme delle aree dell’Housing, ossia la totalità dei 1.925 ettari risultati dallo sciagurato Bando per l’Housing sociale.
“Alemanno vorrebbe fare la campagna elettorale nel modo peggiore, più metri cubi per tutti, più deroghe per tutti. Alla conclusione del mandato del Sindaco, il bilancio in materia urbanistica è fallimentare, uno dei principali impegni della campagna elettorale di cinque anni fa si è tradotto in una opaca gestione ordinaria, con un disinvolto aumento delle cubature e una svendita del territorio -afferma Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio-.

A Roma ci sono 250 mila case vuote, il cemento dello strabordante piano regolatore ha occupato centinaia di ettari costruendo troppe case destinate al mercato in proprietà e poche case da riservare all’emergenza abitativa e all’affitto.
Mentre nel Paese si ragiona di norme contro il consumo di suolo, di salvaguardia del paesaggio nell’incoraggiante Disegno di Legge del Governo, di demolizione e ricostruzione e manutenzione urbana, nella Capitale di Alemanno si vorrebbe proseguire la strada di sempre della rendita fondiaria e del consumo di suolo attaccando l’agro romano. E’ ora di smetterla, facciamo appello ai consiglieri di maggioranza e di opposizione perché questo scempio si fermi, queste trasformazioni nascondono alla fine i soliti vantaggi ai costruttori, accontentando le richieste di pochi a danno dei cittadini che vedono consumare il territorio senza alcun beneficio e interesse pubblico.”
Restano, inoltre, diverse “mine vaganti” che non fanno parte –almeno per ora…– del “pacchetto urbanistico”, ma potrebbero esplodere anche da subito: la sciagurata demolizione ricostruzione delle Torri di Tor Bella Monaca nel VIII Municipio da 1,9 milioni di metri cubi in più, la muraglia cementizia del Water Front sul Lungomare di Ostia nel XIII Municipio da un milione di metri cubi, la lottizzazione inerente Parco Somaini nel VI Municipio col raddoppio degli indici edificatori del Piano Particolareggiato Casilino da un altro milione di metri cubi. Varrebbe, invece, quasi 4,4 milioni di metri cubi la proposta avanzata dall’Assessore Corsini di raddoppiare il dimensionamento previsto per le Centralità Urbane ancora da pianificare; ben 2,58 milioni di metri cubi deriverebbe, invece, dai project financing dei prolungamenti delle Metropolitane B2 (Ponte Mammolo/Casal Monastero) e B1 (revisione del tracciato della tratta Conca d’Oro/Bufalotta). La ciliegina sulla torta sarebbe, in ultimo, il progetto dei nuovi stadi di proprietà dell’AS Roma e della SS Lazio, che pesa ben 4.000.000 di metri cubi. In questo contesto si inseriscono numerosi altri progetti, che stravolgono le regole del piano sulla città storica. E’ il caso dei mercati e parcheggi sotterranei, con gli esempi di via Chiana nel quartiere Pinciano, via Antonelli ai Parioli, via Magna Grecia a San Giovanni, e dei diversi interventi previsti nel quartiere San Lorenzo, a partire da quello dell’ex fonderia Bastinelli a via dei Sabelli oggi sospeso grazie agli sforzi del Comitato locale e del circolo di Legambiente, che richiedono uno stop ai vari progetti e il riavvio della discussione più ampia e generale sul “Progetto Urbano San Lorenzo”.
“Noi diciamo No al cemento nelle poche aree libere da costruzioni di un Municipio che è tra i più densamente popolati non di Roma ma del mondo”, afferma Amedeo Trolese, p.te del Circolo Città Futura, e continua: “Il sesto Municipio ha già aree verdi e servizi locali in quantità insufficiente, visto che ogni cittadino dispone solo di 3,60 metri quadri di verde contro i 9,60 metri quadri previsti dalla legge. La gran parte del Municipio è inoltre classificata quale periferia consolidata, dove occorrerebbero progetti di recupero, sostituzione edilizia, demolizione e ricostruzione per migliorare la qualità di vita dei cittadini e non certo 1 milione e mezzo di metri cubi in più”.
Numeri enormi, con altrettanto enormi rendite, che non servirebbero affatto a risolvere il problema del disagio abitativo, mentre spesso i metri cubi servirebbero a “fare cassa” per finanziare le operazioni volute dal Campidoglio. Roma negli ultimi dieci anni è cresciuta meno della sua area metropolitana nei numeri dei residenti (+8,4% contro +13,3%) e fino al 2020 in sostanza non crescerà più, complice anche la crisi economica che cambierà i paradigmi stessi della crescita: secondo le previsioni della Cna e del Cresme la Capitale perderà circa 180 mila residenti italiani e ne vedrà arrivare un numero di poco superiore di immigrati. E’ inutile quindi, costruire una strabordante quantità di residenze che non risponde alla domanda di casa a basso prezzo dei cittadini, e che continua a incrementare lo stock già esistente di 116 case per 100 famiglie, ben superiore alle necessità.

Ufficio stampa Legambiente Lazio
www.legambientelazio.it

Legambiente Circolo Città Futura
http://www.legambientecittafutura.org
http://osservatoriocittafutura.wordpress.com/

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