Pellicce per bambini, ‘contengono sostanze tossiche e cancerogene’

Sostanze chimiche, potenzialmente molto pericolose, in alcuni capi d’abbigliamento per bambini di età dai 18 mesi ai 12 anni con inserti in vera pelliccia. Sono state rilevate dai test commissionati dalla LAV.

Comunicato stampa LAV 19 febbraio 2013

 

PELLICCE PER BAMBINI CON SOSTANZE TOSSICHE E POSSIBILI CANCEROGENI: TEST DI LABORATORIO COMMISSIONATI DALLA LAV (www.lav.it) SU ALCUNI CAPI DI 5 GRANDI MARCHE IN VENDITA A MILANO, MONZA, ROMA E VIA WEB  SVELANO SOSTANZE CHIMICHE POTENZIALMENTE PERICOLOSE.

APPELLO AL MINISTERO DELLA SALUTE: RITIRARE DAL MERCATO I CAPI SEGNALATI, PELLICCE DA BANDIRE

 

Sostanze chimiche, potenzialmente molto pericolose, in alcuni capi d’abbigliamento per bambini di età dai 18 mesi ai 12 anni con inserti in vera pelliccia: una recente indagine di laboratorio, commissionata dalla LAV su n.6 capi d’abbigliamento di 5 note marche, in vendita in Italia (a Milano, Monza, Roma e via web), svela la presenza, nei capi analizzati, di alcune sostanze chimiche con valori superiori ai requisiti obbligatori presenti nella legislazione europea relativa alle sostanze chimiche (Reach) pericolose in articoli in pelle e pelliccia e nei più diffusi standard industriali privati.

I test eco-tossicologici sono stati condotti dal laboratorio di analisi Buzzi di Prato, specializzato e tra i più accreditati nel settore del tessile, su n.6 capi d’abbigliamento per bambini con inserti in vera pelliccia, delle seguenti aziende leader in materia di abbigliamento per l’infanzia:

Il Gufo

Miss Blumarine

Fix Design

Gucci

Brums

Sapendo che la lavorazione delle pellicce comporta trattamenti con l’impiego di numerose sostanze chimiche potenzialmente pericolose per la salute, la LAV ha voluto indagare l’eventuale presenza di residui tossici di tali sostanze.

I rapporti di prova sono allarmanti: uno degli articoli (marca Brums) non potrebbe essere posto in vendita sul mercato nazionale dato che risulta contaminato da un quantitativo di Nonilfenolo Etossilato 2,5 volte superiore allo standard REACH (Reg. 2006/1907/CE); alcuni campioni analizzati presentano livelli di Formaldeide nettamente superiori a quelli rinvenuti negli ultimi anni in altri prodotti tessili e per i quali sono state diramate allerte RAPEX (sistema europeo di allerta per la tutela dei consumatori) per il ritiro dal mercato.

I pochi grammi degli “inserti in pelliccia” utilizzati a decorazione di tali articoli, contengono anche altre sostanze (e in quantitativi preoccupanti), classificate come tossiche o possibili cancerogeni come il PCP Pentaclorofenolo, ma anche TeBT Tetrabutil Stagno, TeCP Tetraclorofenoli, Tetracloro Etilene, metalli pesanti (Cromo III, Alluminio, Piombo), nonché tracce di Idrocarburi Policiclici Aromatici (Pirene, Naftalene, Fenantrene, Fluorantrene).

Considerati i preoccupanti risultati di laboratorio di seguito indicati, la LAV chiede alle aziende coinvolte e al Ministero della Salute, di:

         ritirare dal mercato a scopo precauzionale i prodotti segnalati e promuovere specifici accertamenti su altri eventualmente ancora in vendita;

         diramare un’allerta RAPEX (Rapid Exchange of Information System of the EU), per avvertire gli altri Paesi Membri della presenza sul mercato UE di capi d’abbigliamento contaminati;

         vietare l’uso di pelliccia animale.

 

Il Laboratorio di Analisi Chimiche Buzzi ha ricevuto i campioni di pelliccia animale senza conoscere il modello del capo di provenienza o la marca. Tutte le analisi sono quindi state condotte con assoluta professionalità e trasparenza.

Le analisi di laboratorio hanno rivelato la presenza di:

 

Ø  FORMALDEIDE in misura superiore ai limiti massimi di sicurezza (16mg/kg Oeko-Tex®/bambino e 30mg/kg Direttiva “Giocattoli” 2009/48/CE) nel campione delle seguenti marche: Il Gufo, Miss Blumarine, Fix Design (giacca), Brums.

Marca

mg/kg

Il Gufo

170,2

Miss Blumarine

94,6

Fix Design  (borsa)

2

Fix Design (giacca)

41,4

Gucci

2

Brums

74,4

I campioni esaminati hanno valori di Formaldeide che arrivano fino a oltre 5 volte il limite stabilito per legge per i giocattoli (Direttiva 2009/48/CE) e 10 volte gli standard industriali (Oeko-tex®).

Per gli articoli in pelle o con pelliccia animale non vi sono specifiche norme di riferimento che determinano il contenuto massimo residuo di formaldeide in un prodotto finito. Possiamo però fare un paragone con la Direttiva “Giocattoli” (2009/48/CE), dove componenti tessili di giocattoli destinati a bambini di età inferiore a 3 anni non possono avere più di 30mg/kg di formaldeide.

In assenza di una specifica normativa sulle tolleranze di residui tossici nei prodotti in pelliccia animale, nel 2009 il sistema RAPEX (sistema europeo di allerta per la tutela dei consumatori) segnalò un’allerta formaldeide in abbigliamento per bambino dove i campioni esaminati presentavano un contenuto da 106mg/kg a 630mg/kg; nel 2010 fu diramata una allerta per un modello di t-shirt contenente 52mg/kg e nel 2011 una nuova allerta per campioni di biancheria intima per bambino con valori di 44,9mg/kg.

La Formaldeide è un potente battericida, impiegato nelle produzioni tessili e di pelle e pelliccia animale. E’ una sostanza potenzialmente cancerogena, può causare irritazioni alle mucose e agli occhi se inalata in determinate concentrazioni. Secondo le informazioni dell’Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi (BfR), questa sostanza è considerata come un allergene di contatto; sono infatti noti più di 20 sintomi conseguenti all’esposizione alla formaldeide: dai sintomi leggeri come l’irritazione agli occhi, diarrea e bronchite, alle vertigini, disturbi comportamentali e depressione, perdita di capelli, perdita di memoria e il cancro.

 

Ø  PENTACLOROFENOLO in misura superiore al limite massimo di sicurezza (0,05 mg/kg Oeko-Tex®/bambino) in tutti i 6 campioni analizzati:

Marca

mg/kg

Il Gufo

0,63

Miss Blumarine

0,51

Fix Design  (borsa)

0,60

Fix Design (giacca)

0,38

Gucci

0,36

Brums

0,30

Lo standard industriale Oeko-Tex® indica in 0,05 mg/kg il contenuto massimo tollerabile di PCP nei prodotti tessili. I campioni esaminati risultano avere residui decisamente maggiori. 

Il PCP è un insetticida e fungicida. Il suo uso è vietato nell’Unione Europea dal 1989 in quanto genotossico ed è classificato dall’OMS come possibile cancerogeno per l’uomo.  E’ diventato noto per via dei suoi effetti dannosi per la salute quando utilizzato come conservante del legno. Può essere facilmente assorbito attraverso la pelle e provocare danni renali oltre a causare sintomi quali vertigini, nausea e vomito a seconda della concentrazione. Ha inoltre una tossicità molto elevata per gli organismi acquatici, si accumula fortemente nell’ambiente ed è molto persistente. E’ uno dei pesticidi più pericolosi al mondo, classificato al terzo posto in una lista di oltre 1.200 sostanze chimiche. 

 

Ø  NONILFENOLO ETOSSILATO in misura molto superiore al limite massimo europeo nel campione di marca Brums: l’articolo, dunque, non è commercializzabile sul mercato italiano. E appena al disotto del valore limite il campione di marca Gucci.

Marca

mg/kg

Il Gufo

130

Miss Blumarine

200

Fix Design  (borsa)

240

Fix Design (giacca)

1

Gucci

890

Brums

2500

La normativa europea in materia di “registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche” (Reg. 2006/1907/CE), meglio nota come REACH, dispone in 1000mg/kg (allegato XVII punto 46) il contenuto massimo tollerabile di Nonilfenoli etossiliati nei prodotti tessili. Il campione della marca Brums ha un contenuto 2,5 volte superiore, mentre il campione Gucci è quasi al limite.

Gli alchilfenoli etossilati (APEO) – inclusi i nonilfenoli etossilati (NPEOs) e il nonilfenolo (NP) – sono utilizzati come tensioattivi nella produzione tessile, nei detersivi, nei detergenti industriali e in altre categorie di prodotti chimici industriali.

Mentre i nonilfenoli etossilati non sono attualmente riconosciuti come sostanze in grado di rappresentare un pericolo diretto per la salute di chi indossa i capi prodotti con queste sostanze chimiche, sono al contrario ampiamente riconosciuti i rischi ambientali significativi associati a questa classe di sostanze. I nonilfenoli etossilati e il nonilfenolo infatti non si degradano quando vengono rilasciati nell’ambiente e possono bioaccumulare e contaminare la catena alimentare umana. In particolare il nonilfenolo è considerato un interferente endocrino a causa della capacità di mimare gli effetti degli estrogeni e, a sua volta, rompere l’equilibrio naturale degli ormoni negli organismi colpiti.

Gli alchifenoli etossilati sono impiegati nella produzione di pelliccia animale per sgrassare le pellicce. In Europa ne è vietato l’uso, ma si continuano a produrre 20.000 tonnellate l’anno di queste sostanze.

 

Ø  ALLUMINIO in misura superiore al limite massimo di sicurezza (50 mg/kg SG leather®/bambino) in tutti i 6 campioni analizzati:

Marca

mg/kg

Il Gufo

1145

Miss Blumarine

388

Fix Design  (borsa)

2444

Fix Design (giacca)

1789

Gucci

2503

Brums

251

 Sali di alluminio come il Solfato di Alluminio sono impiegati come mordenti nella tintura dei tessuti, facilitando l’adesione dei coloranti alle fibre (in questo caso i peli delle pellicce tinte). Si tratta di una sostanza corrosiva, irritante per la pelle e le mucose, e che può provocare lesioni agli occhi.

 

 

 

Ø  CROMO in valore superiore al limite massimo di sicurezza (50 mg/kg SG leather®/bambino) nel campione delle marche: Miss Blumarine, Gucci, Brums

Marca

mg/kg

Il Gufo

7,9

Miss Blumarine

7821,0

Fix Design  (borsa)

2,1

Fix Design (giacca)

1,0

Gucci

2938,0

Brums

3622,0

Per la concia delle pelli sono utilizzati sali di cromo trivalente; in base allo svolgimento del processo di lavorazione, e specialmente se sono utilizzate sostanze ossidanti o alcaline, si possono generare elevati livelli del tossico cromo esavalente. Il cromo trivalente, di pigmentazione verde ed usato nel processo di tintura, è considerato relativamente non tossico perché assorbito dall’azione degli acidi dello stomaco.

Il cromo esavalente è corrosivo sulla pelle e sulle mucose, può essere mortale se assorbito anche attraverso la pelle e se ingerito; l’inalazione può provocare spasmo dei bronchi, infiammazione ed edema della laringe e dei bronchi, polmonite chimica ed edema polmonare. Presenta frequentemente fenomeni di sensibilizzazione se inalato, e a contatto con la pelle. Si sospetta essere teratogeno ed è classificato come cancerogeno per quasi tutti gli organismi viventi. Il passaggio da cromo trivalente ad  esavalente è favorito dall’esposizione ai raggi UV e alla luce del giorno, in condizioni di temperature elevate; situazioni che si possono verificare nel processo di lavorazione delle pellicce.

 

Secondo quanto emerge dai risultati di laboratorio, dunque, uno dei prodotti (Brums) non è commercializzabile in Italia per via dei livelli di Nonilfenolo etossilato né potrebbe esserlo in paesi come la Cina e la Corea a causa dei livelli di Formaldeide.

La commercializzazione sul territorio italiano di alcuni dei campioni analizzati potrebbe essere inibita, per il mancato rispetto del “Codice del Consumo” (Decreto Legislativo 206/05 – art. 103: definizione di prodotto sicuro), legato alla presenza di residui di sostanze potenzialmente pericolose.

La maggior parte dei campioni esaminati inoltre non possiede i requisiti per i marchi volontari esaminati (SG Leather® – OEKO-TEX Standard 100®).

“Le aziende moda devono assumersi la responsabilità di non immettere sul mercato prodotti contaminati potenzialmente pericolosi ed eticamente riprovevoli come le pellicce animali – afferma Simone Pavesi, responsabile LAV Campagna Pellicce – I consumatori invece, possono limitare l’esposizione a sostanze chimiche potenzialmente pericolose per se stessi e per i propri figli, astenendosi dall’indossare e dall’acquistare prodotti contenenti anche piccole parti in pelliccia animale. La lavorazione delle pelli prevede il maggiore impiego di sostanze chimiche classificate come potenzialmente tossiche e cancerogene. L’uso di formaldeide, alchilfenoli etossilati, metalli pesanti ecc. comporta immissioni di inquinanti atmosferici, dispersione di sostanze che causano eutrofizzazione delle acque, enorme dispendio energetico oltre ad altre implicazioni negative per l’ambiente”.

 

19 febbraio 2013

Ufficio Stampa LAV     www.lav.it 

 

Sharing - Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *