Bologna, mancata concessione delle sezioni di scuola d’infanzia statali

L’esito inglorioso della richiesta di 10 sezioni di scuola infanzia statale è la logica conseguenza della posizione contraddittoria della Giunta comunale di Bologna.

Il Comune faccia ricorso contro la mancata concessione delle sezioni statali richieste !
Si convochi al più presto il Consiglio comunale per il pronunciamento sull’oggetto del referendum!

L’esito inglorioso della richiesta di 10 sezioni di scuola infanzia statale è la logica conseguenza della posizione contraddittoria della Giunta comunale: da un lato infatti si sostiene a spada tratta il sistema integrato (e quindi si considerano le scuole dell’infanzia paritarie private equivalenti alle scuole pubbliche); dall’altro si chiede l’intervento dello stato per aprire sezioni di scuola statale. Il sottosegretario Toccafondi ha semplicemente chiuso il cerchio della fallimentare politica della Giunta: se il sistema integrato è pubblico, allora non vi è motivo per l’intervento del Ministero. Solo rivendicando di essere parte della Repubblica, che deve istituire scuole pubbliche per tutti gli ordini e gradi ai sensi dell’art. 33 comma 2 della Costituzione, il Comune potrà far valere il suo ruolo di supplenza dell’intervento statale e chiedere al governo di adempiere ai propri obblighi.

Il problema è che la posizione del governo è la stessa della nostra giunta: si ritiene che la scuola d’infanzia sia un servizio, come i nidi per la prima infanzia, erogabile da diversi soggetti e che in presenza di un intervento privato paritario venga meno l’obbligo costituzionale.
Invece di partire dall’obbligo di garantire l’esigibilità del diritto all’istruzione pubblica Giunta e governo fanno i conti sui risparmi che ne vengono a loro scaricando la differenza dei costi direttamente sui cittadini che saranno costretti sempre di più a pagare per accedere a scuola.
Di che lamentarsi allora ?

E dire che la Giunta ha in mano dal 26 maggio il pronunciamento referendario di 50.517 cittadini a favore della scuola comunale e statale che evidentemente continua a non riconoscere dopo averne ostacolato in ogni modo il percorso.

O la Giunta cambia l’impostazione di fondo della sua politica scolastica, come ha chiesto la maggioranza degli elettori del 26 maggio, e considera la scuola dell’infanzia gestita da enti pubblici un obbligo costituzionale o andrà sempre peggio.

Chiediamo che la Giunta abbia uno scatto di orgoglio per tutto quello che è stato costruito nella nostra città dai suoi cittadini e faccia ricorso contro il Ministero per la mancata concessione delle sezioni necessarie a coprire l’aumento delle domande dovuto alla crescita demografica in atto per violazione dell’art. 33 comma 2 della nostra Costituzione e in applicazione della legge 444/68.

Chiediamo che venga convocato al più presto il Consiglio comunale con all’odg. il pronunciamento sull’oggetto del referendum previsto obbligatoriamente entro 3 mesi dal voto dall’art. 7 comma 8 dello Statuto e che si dia seguito alla volontà popolare che ha chiesto l’utilizzo delle risorse comunali oggi erogate alle scuole paritarie private a favore delle scuole comunali e statali.

Solo un intervento congiunto Stato e Comune che si richiami ai principi costituzionale renderà possibile azzerare la lista d’attesa e garantire il diritto ad un posto comunale e statale nel prossimo settembre.
Senza garanzia dell’esigibilità dei diritti primari diventeremo tutti più poveri culturalmente ed economicamente.

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