Risoluzione ONU su Siria, ‘non sia altra occasione persa’

Amnesty International ha auspicato che la risoluzione sulla Siria non sia un’altra occasione persa per stare dalla parte delle vittime dei crimini di guerra e dei crimini contro l’umanita’.

COMUNICATO STAMPA

RISOLUZIONE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA SULLA SIRIA: AMNESTY INTERNATIONAL CHIEDE CHE NON SIA UN’ALTRA OCCASIONE PERSA

Amnesty International ha auspicato che la risoluzione sulla Siria, su cui e’ previsto questa notte il voto da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, non sia un’altra occasione persa per stare dalla parte delle vittime dei crimini di guerra e dei crimini contro l’umanita’.

La bozza di risoluzione fa riferimento alla risposta internazionale all’uso delle armi chimiche nell’attacco del 21 agosto. Amnesty International ritiene che il Consiglio di sicurezza dovrebbe prendere misure efficaci per porre fine alle violazioni di massa che stanno avendo luogo in Siria, garantire che i responsabili ne rispondano, assicurare giustizia alle vittime e migliorare l’accesso all’assistenza umanitaria.

‘Questa risoluzione non dev’essere un’altra occasione persa. A oltre due anni dall’inizio del conflitto siriano, le vittime dei crimini di guerra e dei crimini contro l’umanita’ aspettano ancora un serio impegno degli attori internazionali per identificare i responsabili e assicurare giustizia’ – ha dichiarato da New York Jose’ Luis Díaz, direttore dell’Ufficio di Amnesty International presso le Nazioni Unite.

‘La bozza di risoluzione, miopemente limitata alle vittime degli attacchi con le armi chimiche, perde di vista il quadro piu’ ampio e non descrive cosa dovrebbe essere fatto per impedire violazioni di massa e assistere i milioni di siriani fuggiti dalle loro case. Occorrono ulteriori, urgenti sforzi diplomatici per rendere concreta la risposta internazionale a un conflitto ben piu’ ampio’ – ha aggiunto Díaz.

‘Il fatto stesso che gli stati membri del Consiglio di sicurezza siano d’accordo sul fatto che si sia verificato un crimine di guerra quale l’uso delle armi chimiche contro i civili, ci fa chiedere come mai allora non deferiscano la situazione al procuratore della Corte penale internazionale. Il disaccordo su chi abbia usato le armi chimiche non puo’ essere minimamente una scusa per impedire un’indagine della Corte, cui l’intera situazione siriana dev’essere deferita senza indugio’ – ha concluso Díaz.

Amnesty International sollecita il Consiglio di sicurezza ad ampliare il suo impegno rispetto al conflitto siriano, garantendo che:
-il governo siriano consenta alla Commissione Onu d’inchiesta sulla Siria di entrare nel paese e indagare su tutte le violazioni dei diritti umani, comprese quelle che equivalgono a crimini contro l’umanita’ e a crimini di guerra, commesse da tutte le parti in conflitto;
-la situazione della Siria sia deferita al procuratore della Corte penale internazionale, affinche’ tutte le parti siano chiamate a rispondere dei presunti crimini di diritto internazionale;
-il governo siriano e i gruppi dell’opposizione armata permettano alle agenzie umanitarie libero accesso per assistere senza discriminazione la popolazione civile; nel caso del governo di Damasco, affinche’ l’assistenza sia efficace, questo permesso deve estendersi all’attraversamento del confine siriano e della linea interna del fronte.

Roma, 27 settembre 2013

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