“Il capitalismo straccione”

“La definizione dell’Italia come imperialismo straccione è di Lenin il quale indicava in questo modo le avventure coloniali di un paese che era ben al disotto delle grandi potenze di allora”.

Il capitalismo straccione

La definizione dell’Italia come imperialismo straccione è di Lenin il quale indicava in questo modo le avventure coloniali di un paese che era ben al disotto delle grandi potenze di allora. Oggi, di fronte allo spettacolo di un circo Barnum come il partito di Berlusconi, una versione tragicomica di populismo fascisteggiante e di un Partito Democratico che dimostra la sua sostanziale evanescenza, il sistema si trova a non avere, nelle sue versioni istituzionali, una credibile classe politica che lo possa validamente supportare. Per questo si potrebbe parafrasare Lenin parlando di capitalismo straccione.

Il giudizio che si può dare della situazione dei partiti che gestiscono il potere non ci esime però dal valutare le conseguenze che questa realtà comporta. La quale è caratterizzata da due elementi. Un partito di destra che gioca demagogicamente al populismo ben sapendo però che non può uscire dal quadro dell’Unione europea e un partito democratico che è incapace, nonostante la disponibilità, di dare al sistema una solida alternativa alla destra.

Letta e Napolitano, soprattutto il secondo, ci hanno provato, ma il loro tentativo cozza contro l’ingestibilità dei partiti al governo. Dunque? Dunque, mentre ci aspettavamo che il governo di unità nazionale fosse proiettato rapidamente verso la strategia definita dalla troika europea e quindi ci preparavamo ad affrontare uno scontro su questo terreno, i giochi si riaprono evidenziando una drammatica crisi politica che può provocare sussulti come quelli già vissuti con la Lega di Bossi e con Forza Italia di Berlusconi.

Ovviamente non siamo preoccupati per l’equilibrio del sistema, tutt’altro. La questione è che in un futuro prossimo potremmo trovarci di fronte a una situazione di tipo greco e doverci attrezzare per far fronte ad altre Albe dorate. Con questa previsione sullo sfondo, ragioniamo anche sul capitalismo straccione di oggi che con il governo Letta (che peraltro è il capo del governo del presidente della Repubblica e molto meno dei partiti che lo sostengono) sta tentando di portare avanti il progetto della troika.

Questo governo possiamo definirlo una cortina fumogena che copre i veri obiettivi. La cortina fumogena è costituita dal discorso sulla ripresa, mentre gli obiettivi del capitalismo straccione sono altri. Dopo anni di demagogia berlusconiana, peraltro ben supportata dai padroni nazionali, il capitalismo italiano si è trovato in forte ritardo rispetto ai concorrenti e ha dovuto cedere spazi e capacità tecnologiche. A Letta e alle larghe alleanze è stato affidato il compito di recuperare, ma la possibilità di recuperocozza, come si è detto, contro la demagogia belusconiana e le indecisioni e la crisi del PD.

In questo contesto l’opposizione sta montando, ma l’egemonia, per quanto effimera, sta ancora nelle mani dei trotsko-movimentisti. Dalla realtà dello scontro bisogna rapidamente far emergere un modo comunista per affrontare il capitalismo straccione.

Erregi

23 settembre 2013

 

 

www.aginform.org

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