Diossina ad Anagni (FR), ‘pubblicare subito i dati’

“L’ordinanza emessa dal Sindaco di Anagni desta estrema preoccupazione, i PCB sono inquinanti pericolosi per l’ambiente e la salute degli animali e degli esseri umani, serve la massima trasparenza”.

 

Legambiente Lazio – Comunicato stampa

Roma, 3 ottobre 2013

Diossina ad Anagni (Fr), Legambiente: “Estrema preoccupazione inquinamento da PCB, rendere subito noti i dati, la fonte e il livello della contaminazione”

“L’ordinanza emessa dal Sindaco di Anagni desta estrema preoccupazione, i PCB sono inquinanti pericolosi per l’ambiente e la salute degli animali e degli esseri umani, serve la massima trasparenza, chiediamo l’immediata pubblicazione dei dati, per capire la portata del danno, e l’estensione del monitoraggio anche alle zone limitrofe –dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Ad oggi le notizie sono ancora scarse e molto frammentarie, non è chiara la fonte né il livello di contaminazione per le zone di Faito, Ponte del Papa, Valle Di Dentro e Pisciarello ad Anagni, in provincia di Frosinone. Le analisi della AUSL competente devono proseguire per delineare più chiaramente i confini del fenomeno, in un’area che risente già gravemente di un livello di inquinamento pesante. Deve essere subito chiarito se l’inquinamento sia legato o meno all’incendio nello stabilimento ACEA A.R.I.A UL 2 (ex Snia) di Paliano del giugno scorso e, nel caso, come sia possibile che le analisi precedenti non avessero riscontrato inquinamento, almeno a quanto reso noto. Avevamo chiesto immediatamente la verifica puntuale per sostanze inquinanti come diossine, altri composti organoclorurati tra i quali i furani, ma anche composti inorganici del fluoro e del cloro oltre che metalli pesanti, ossidi di azoto e di zolfo, monossido di carbonio, PM 2,5 e polveri totali, vista la natura dei materiali bruciati. Ora ci chiediamo se le limitazioni per ‘l’allevamento avicolo’ e per ‘gli ortaggi’ siano sufficienti e se non ci siano pericoli anche per le acque superficiali, ipotesi che va immediatamente verificata. La Valle del Sacco deve uscire da questa morsa di inquinamento, servono chiarezza e certezze, per escludere al più presto rischi per i cittadini e l’ambiente.”

Legambiente già lo scorso 19 giugno, appena dopo l’incendio, aveva evidenziato il serio rischio ambientale che si correva, visto anche che le emissioni tossiche sarebbero continuate anche una volta domate le fiamme dalla massa del materiale bruciato. Molti degli inquinanti sono particolarmente stabili e riconosciuti come tossici sia per l’ambiente che per l’uomo, per questo l’associazione aveva sollecitato l’adozione degli opportuni provvedimenti a tutela della salute pubblica, rendendo noti in modo costante i risultati dei monitoraggi e seguendone anche la propagazione nelle diverse matrici ambientali. In particolare, la tossicità dei diversi PCB varia molto da composto a composto come pure il meccanismo di azione biologica, ma certamente la somministrazione prolungata e quindi l’accumulo negli organi interni (fegato, tessuti nervosi e in tutti gli organi e tessuti ad alta componente lipidica) di animali e esseri umani porta danni molto gravi.

L’Ufficio stampa Legambiente Lazio

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