“Bioregionalismo, ecologia sociale e la comune matrice spirituale e vitale…”

“In questi giorni in cui gli italiani sono scossi e senza parole per la crisi economica stanno ritornando in auge discorsi corrosivi. Nord contro sud, est contro ovest…”

Mentre l’Europa stenta ad affermare l’unità politica anche nel piccolo la separazione e lo scollamento sociale divengono più evidenti…

Un ritorno al razzismo interno mentre la comunità sembra aver perso la capacità di esprimere solidarietà e collaborazione.

Ciò avviene persino fra compaesani.. tutti sono oggi inequivocabilmente percepiti alieni da ognuno di noi. Perciò è evidente che lo “straniero” è addirittura visto come un invasore e questo comporta uno scontro continuo fra le parti. Extracomunitari che si coalizzano contro gli italiani ed il contrario.

Come si può in tal modo costruire una società umana decente? Mentre non si riconosce più nemmeno un membro della famiglia come nostro proprio come possiamo accettare ed accogliere chi non conosciamo, o pensiamo di non conoscere?

Viviamo in un mondo di stranieri e noi stessi siamo stranieri in questo mondo. Eppure con la globalizzazione si presupponeva che la “razza globale”, il concetto di comune appartenenza alla Terra, divenisse un dato acquisito, una realtà. Purtroppo non è andata così, la mancanza di coesione nella società urbana e consumista è ormai evidente. Ora dobbiamo ritrovare la strada verso “casa”. La Casa di Tutti.

Soprattutto adesso in cui ogni parte d’Europa (e del mondo) si assiste ad un processo di frantumazione degli stati ed a forme esacerbate di separatismo, non solo per motivi religiosi, ideologici o di status o per ragioni di concorrenza commerciale od altro. Qual’è la motivazione di questo sgretolamento?

Blocchi monolitici di potere economico e politico si stanno sbriciolando (vedi i recenti scossoni bancari e finanziari in USA ed anche in Europa).

I separatismi stanno facendo la loro parte e, con l’inasprimento fiscale e la lotta alla scuola pubblica, sembra acquistare impeto una nuova spinta centrifuga. Nuove entità economiche, basate sulla produttività amorfa (precariato, call center, veline, prostituzione in tutte le forme, corruzione, furti, rapine, mafia, etc), sono in cerca di affermazione riconosciuta, mentre le forze sociali sane cercano di scalfire il monolite dello Stato e percuotono le mura (senza porte) di una apparente legalità democratica che più non regge le sorti della nazione.

Vediamo inoltre che in oriente come in occidente i vecchi equilibri basati su una appartenenza etnica o culturale non sono più sufficienti a tenere incollati i vari popoli. Gli umani nel tentativo di uniformasi alla globalità hanno perso il senso della dignità e del rispetto per la diversità. Ancora ed ancora si distingue e si giudica. Non però nella pianificazione economica e sociale saldamente in mano a pochi “esperti”…

Ritengo comunque che per una opposta tendenza compensativa succederà che questa “separazione” sfocerà necessariamente al ri-accostamento interiore e dell’uomo verso l’uomo. In fondo quanto possiamo separarci da noi stessi senza perire? Ecco che l’allontanamento diviene avvicinamento… la vita è elastica e non può andare in una sola direzione. Ora sorge la necessità di nuove forme di equilibrio, più radicate nella coscienza della comune appartenenza alla vita.

Un avvicinamento alla coscienza universale. Infatti il senso di comune appartenenza porta alla condivisione del criterio di vita, ad atteggiamenti simbiotici e ad uno stato di coscienza comunitario.

L’evoluzione spirituale richiede che le persone non si riconoscano più nelle mode, negli sport, nel glamour, nel colore della pelle, nelle religioni o ideologie, etc. Separazione è solo un concetto per giustificare degli “indirizzi” personalistici ed egoici, è una frattura radicale che spacca il mondo e l’essere in due.

Il diritto di abitare nel “condominio terra”, non può essere codificato dalla nascita, dall’etnia, dalla nazionalità o dalla condizione economica, etc. bensì dalla capacità di rapportarsi al luogo in cui si vive in sintonia con l’esistente.

L’uomo, la specie umana nella sua totalità, e l’ambiente vitale sono un’entità indivisibile.

Perciò il passo primo da compiere, per il “Ritorno a Casa”, è l’accettazione delle differenze, viste come fatti caratteriali che al massimo (in caso di persistente negligenza morale) possono essere ‘curate’ allo stesso modo di una idiosincrasia/malattia interna.

L’uomo ha bisogno di riconoscersi ‘unico’ nella sua individualità, che assomiglia ad un cristallo di neve nella massa di neve, ma nella coscienza di appartenere all’unica specie umana. Non passerà molto tempo -mi auguro- che le divisioni artificiali operate dalla mente speculativa scompariranno completamente ed al loro posto subentrerà un nuovo spirito di fratellanza, partendo dal presupposto delle reali somiglianze e della coesistenza pacifica.

Queste somiglianze, in una società sempre più vicina, renderanno l’uomo capace di capire il suo prossimo, in piena libertà, e di amarlo come realmente merita. Tutti abitanti dello stesso pianeta, tutti a casa!

Paolo D’Arpini
Rete Bioregionale Italiana

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