Piccoli Comuni chiedono cancellazione Patto Stabilità interno

“I piccoli comuni sono quelli maggiormente sofferenti, sono stati inseriti nel patto di stabilitá in maniera sbagliata sia dal punto di vista finanziario che politico istituzionale”.

COMUNICATO STAMPA

 

Piccoli comuni, Cosimi: “Chiediamo con forza la cancellazione del Patto di stabilità interno per i piccoli comuni”

Stamani a Firenze la XIII conferenza nazionale. Vanni: “Delusi dalla legge di stabilitá”. Anci Toscana e Regione Toscana condividono un documento su unioni e fusioni

 

Firenze, 23 ottobre 2013. “I piccoli comuni sono quelli maggiormente sofferenti, sono stati inseriti nel patto di stabilitá in maniera sbagliata sia dal punto di vista finanziario che politico istituzionale. Finanziariamente in questo modo si paralizzano amministrazioni che già hanno grandissime difficoltà , mentre dal punto di vista politico -istituzionale, se vogliamo spingere i piccoli comuni ad avere una aggregazione  per funzioni dobbiamo dare loro elementi incentivanti per poter spendere in maniera positiva sui propri territori“. Il presidente di Anci Toscana Alessandro Cosimi , Sindaco di Livorno, commenta così la situazione di estrema difficoltà che attraversano i piccoli comuni italiani, intervenendo in apertura della XIII conferenza nazionale Anci dei piccoli comuni, che ha dato il via stamattina a Firenze alla XXX Assemblea annuale.  “La cosa che chiederemo con forza con questa Assemblea – afferma Cosimi-  è l’immediata cancellazione del Patto di stabilità interno per i piccoli Comuni, non è possibile immaginare di sottoporre alle stesse regole i piccoli Comuni e le grandi città”. In questo quadro, aggiunge Cosimi, “bisogna costruire una situazione di assoluta novità, aiutare il percorso verso le unioni di comuni, aiutare chi vuole la fusione, aiutare a costruire le possibilità di dare servizi ai propri cittadini. I piccoli comuni non chiedono niente di più e chiedono il rispetto istituzionale. Le fusioni  non possono realizzarsi come sistema di riduzione della rappresentanza, ma vanno decise dagli stessi territori, secondo le proprie esigenze. Nessuno può obbligare i Comuni a fondersi”. Proprio in merito a Unioni e Fusioni di comuni Anci Toscana e Regione Toscana (presente alla conferenza l’assessore regionale Vittorio Bugli) hanno condiviso un documento toscano in cui si chiede, in sintesi, al governo, di fornire gli strumenti e quelle flessibilità necessarie a livello locale per chi decide di unirsi o fondersi. In particolare, secondo Anci Toscana e Regione Toscana il ddl Delrio (rispetto al quale Anci Toscana e Giunta regionale toscana stanno lavorando per predisporre un pacchetto di emendamenti) detta norme ritenute, si legge nel documento congiunto “inadeguate ad affrontare importanti problemi organizzativi e finanziari sia nella fase di avvio sia in quella di consolidamento che, di fatto, impediscono il buon funzionamento delle unioni e per quel che attiene le fusioni non facilitano glia de movimenti dei nuovi comuni“.

Ci troviamo di fronte ad una contraddizione – afferma Pierandrea Vanni, sindaco di Sorano e coordinatore consulta piccoli comuni di Anci toscana- Nei cittadini c’è sempre più bisogno di comuni, le persone capiscono che i piccoli comuni in particolare sono il loro unico vero punto di riferimento sul territorio. Per questo vogliono più presenza di comuni, vogliono comuni capaci di dare maggiori risposte ai loro problemi. Dall’altra parte ci sono scelte politiche che vengono da lontano, tagli, norme legislative che hanno depotenziato i piccoli comuni. Siamo in parte delusi dalla legge di stabilita: c’è negli amministratori la consapevolezza della crisi, quindi nessuno si aspettava soluzioni straordinarie però per esempio la richiesta che l’ANCI porta avanti da anni, di togliere il patto di stabilità per i comuni da 1000 a 5000 abitanti, che il coordinatore nazionale ANCI Mauro Guerra ha definito una “follia”, è rimasta purtroppo nel cassetto“.

Ufficio stampa Anci Toscana

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