Casa, “Proposte ANCI ‘inadeguate e insufficienti'”

L’Unione Inquilini ritiene inadeguate e insufficienti le proposte dell’ANCI su sfratti e affitti: “Serve una sospensione generalizzata degli sfratti per affrontare i nodi della sofferenza abitativa in Italia”.

 

25 ottobre 2013

COMUNICATO

SFRATTI E AFFITTI: LE PROPOSTE DELL’ANCI INADEGUATE E INSUFFICIENTI. SERVE UNA SOSPENSIONE GENERALIZZATA DEGLI SFRATTI PER AFFRONTARE I NODI DELLA SOFFERENZA ABITATIVA IN ITALIA: AUMENTARE L’OFFERTA PUBBLICA E DIMINUIRE GLI AFFITTI PRIVATI. I SINDACI E I PREFETTI APPLICHINO SUBITO LE NUOVE DISPOSIZIONI SULLA GRADUAZIONE DEGLI SFRATTI!

Dichiarazione di Walter De Cesaris, segretario nazionale Unione Inquilini.

“Abbiamo inviato oggi una lettera al Presidente dell’ANCI, on. Fassino e al delegato ANCI per le politiche abitative, Alessandro Bolis.

Le richieste che l’ANCI avanza per la prossima Conferenza Unificata Stato Regioni del 31 ottobre, sono, infatti, inadeguate e insufficienti. Apprendiamo, infatti, che l’ANCI propone una proroga degli sfratti non generalizzata e limitata al periodo invernale; misure di incentivazione fiscale per il canone concordato; la costituzione di un fondo nazionale per la morosità che intervenga su situazioni di criticità e, infine, la riforma degli istituti di gestione dell’edilizia residenziale pubblica.

Crediamo, invece, che una sospensione di tutti gli sfratti, compresa la morosità incolpevole, generalizzata e non limitata a singoli territori o alla stagione invernale sia, invece, una condizione indifferibile e necessaria e l’ANCI, secondo la nostra opinione, la dovrebbe richiedere in maniera determinata al governo.

La proroga da sola non basta e, per renderla effettivamente temporanea, servono misure strutturali.

Crediamo che i Comuni italiani debbano aprire con il governo nazionale la partita decisiva, rappresentata dal destino del patrimonio pubblico, a cominciare dall’enorme realtà del demanio militare e civile. Il tema, che l’ANCI non sembra affrontare, è quello del rilancio di un intervento pubblico nel settore abitativo al fine di dare la possibilità ai comuni di poter rispondere alle 650 mila domande di case popolari inevase.

Per fare un solo esempio, è possibile accettare che possano esserci 30 mila case popolari non assegnate in quanto bisognose di interventi di ristrutturazione?

La seconda, è data da un intervento che serva a ridurre gli affitti. In questo senso, i piccoli interventi manutentivi non servono. Incrementare il vantaggio fiscale del canale concordato è, quindi, misura anche auspicabile ma che non incide sulla realtà degli sfratti. E’ necessaria una terapia shock: ridurre l’affitto ben al di sotto del canale concordato in cambio di un azzeramento dell’imposizione fiscale sul canone riscosso. Si tratta di una misura dal costo assai limitato ma che potrebbe dare una scossa al fine di riconvertire gli sfratti in nuovi contratti.

Infine, ci permettiamo di dire che l’ANCI, oltre a richiedere giustamente impegni al governo nazionale, dovrebbe anche assumersi la responsabilità di fornire indicazioni precise ai sindaci e alle amministrazioni locali.

Il decreto IMU, approvato in via definitiva nella giornata di ieri, da espressamente la responsabilità ai comuni di individuare “percorsi di accompagnamento” per i nuclei sottoposti a sfratto e “a tal fine” concede ai Prefetti la possibilità di “graduare le esecuzioni”.

Si apre, pertanto, una possibilità concreta ai fini di connettere l’esecuzione dello sfratto alla conclusione delle azioni di accompagnamento sociale intervenendo, nel periodo intermedio, con una moratoria.

I sindaci, pertanto, dovrebbero farsi promotori di iniziative specifiche per attuare quanto disposto dalla legge, definendo i percorsi di accompagnamento, richiedendo la convocazione del Comitato per l’ordine e la sicurezza in sede territoriale e l’istituzione delle commissioni di graduazione, fino a giungere, secondo noi, in mancanza di soluzioni alternative, alla requisizione temporanea di alloggi vuoti o sfitti o di quello in cui risiede l’inquilino moroso incolpevole.”

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