Tasi, ‘modifiche in Parlamento devono riguardare anche inquilini’

“Se giustamente occorre intervenire al fine di reintrodurre detrazioni per la prima casa anche sulla TASI, queste devono riguardare, in quota parte, anche gli inquilini.”

 

TASI: LE MODIFICHE IN PARLAMENTO SONO NECESSARIE E DEVONO RIGUARDARE ANCHE GLI INQUILINI.

Dichiarazione di Walter De Cesaris, segretario nazionale Unione Inquilini.

Vorremmo che fosse presente a tutti un dato elementare ma che sembra sfuggire alla comprensione di molti: se giustamente occorre intervenire al fine di reintrodurre detrazioni per la prima casa anche sulla TASI, queste devono riguardare, in quota parte, anche gli inquilini.

Infatti, se per il proprietario, la prima casa è quella che possiede e in cui vive, per l’inquilino la prima casa è quella in cui vive e paga l’affitto (cioè la seconda, terza e via di seguito, per il proprietario). Per una ragione di equità e di pari trattamento della legge, la detrazione per la TASI deve riguardare, quindi, sia il proprietario utente, sia l’inquilino che ha la sua residenza principale nella casa in affitto.

Vorremmo ricordare che, se anche è stato battuto l’intendimento di trasformare l’IMU in service tax, l’introduzione della TASI in aggiunta all’IMU che paga il proprietario, è corrisposta in una percentuale tra il 10 e il 30% dall’inquilino e si aggiunge alla TARI (imposta sui rifiuti), pagata solo dall’inquilino, già incrementata solo quest’anno, in media, del 25%.

In una situazione di gravissimo impoverimento di massa, un livello degli affitti incompatibile con il mercato privato, una carenza strutturale di offerta pubblica di alloggi a canone sociale, il continuo aumento delle tariffe (come quella sui rifiuti), i ticket sulla sanità, l’introduzione di nuovi balzelli (che temiamo destinati a crescere nel futuro a causa dei tagli agli enti locali) come la TASI, possono, drammaticamente ma purtroppo facilmente, scatenare una situazione che precipita nel baratro dello sfratto per morosità.

E’ assolutamente necessario porre un limite che imponga una zona no tax, compresa la TASI, per i redditi bassi, ricordando che le famiglie in affitto hanno redditi inferiori del 22% rispetto alla media nazionale e che oltre il 70% delle famiglie in affitto ha un imponibile inferiore a 30 mila euro l’anno.

Roma, 30 ottobre 2013

Unione Inquilini
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