Casa Roma, ‘delibera su alienazione patrimonio residenziale sia modificata’

“La proposta di delibera comunale n. 88 in materia di alienazione del patrimonio residenziale e non residenziale del comune di Roma deve essere modificata, così è semplicemente inaccettabile”.


12 dicembre 2013

COMUNICATO STAMPA

Casa/Comune Roma: “la proposta di delibera comunale n. 88 in materia di alienazione del patrimonio residenziale e non residenziale del comune di Roma deve essere modificata, così è semplicemente inaccettabile. No a modifiche gattopardesche. Ora basta con le ipocrisie !”

Nota della Segreteria dell’Unione Inquilini di Roma.


In merito alla proposta di delibera della giunta comunale approvata il 9 Ottobre scorso e in discussione presso le Commissioni congiunte Bilancio e Patrimonio a partire da Giovedì prossimo la Segreteria dell’Unione Inquilini di Roma, in una nota ha dichiarato:

“Nel leggere la proposta di delibera 88/2013 siamo rimasti allibiti, la Giunta Marino, infatti, nel chiedere la modifica della precedente delibera di autorizzazione all’alienazione di patrimonio residenziale di 370 unità immobiliari ad uso residenziale, oltre ad altri immobili non residenziali, ha provveduto a minimi aggiustamenti, senza neanche inserire quelle indicazioni che nella passata consiliatura la consigliera Azuni, dopo una aspra battaglia, era riuscita a far passare con un O.d.G..

Per quanto attiene le unità immobiliari ad uso residenziale non viene indicato il prezzo a cui verranno cedute agli inquilini, ma solo che esso sarà “pari al prezzo di mercato diminuito del 30%”.

Nulla viene detto in ordine alle modalità di acquisizione del prezzo di mercato, mentre l’OdG della Azuni prevedeva un prezzo massimo sulla base delle stime dell’Agenzia del territorio che doveva tenere conto del pessimo stato di manutenzione degli appartamenti.

Le tutele per i nuclei familiari che non possono comprare sono limitate e poco chiare con la conseguenza che gli inquilini saranno soggetti ad un vero ricatto.

Si tratta con tutta evidenza di alienazione con criteri inaccettabili di molto peggiori rispetto a quelli previsti dalle vendite Enasarco sulle quali il Sindaco e tanti esponenti della giunta, della maggioranza e anche dell’opposizione hanno tuonato.

Per noi è inammissibile ed inaccettabile:

  1. che il prezzo sia quello di mercato, mentre ad esempio per l’Enasarco è quello tra il minimo e il medio dei valori dell’agenzia del territorio;

  2. che l’esenzione dalla procedura di vendita riguardi solo quelle famiglie con reddito inferiore a 28 mila Euro (da 0 a 1.800 euro netti di reddito mensile) quando oggi è impossibile avere un mutuo senza un reddito di almeno 3.000,00 al mese;

  3. che il rinnovo del contratto per le famiglie, poverissime, sia sulla base della normativa vigente, quindi anche eventualmente con un canone di mercato, e non esclusivamente con un canone agevolato a seguito di accordo tra il comune e i sindacati inquilini, e sulla base del reddito;

  4. che non siano chiare le modalità e l’ammontare del canone per il rinnovo dei contratti per i nuclei familiari con reddito sino a 42.000 euro, e se tali appartamenti saranno venduti all’asta, ed in tal caso con la sicurezza che i nuovi acquirenti sfratteranno gli inquilini

  5. che i nuclei familiari abbiano un tempo brevissimo, solo 90 giorni contro i 120 di legge, per rispondere, e che non sia data la possibilità di acquistare anche dopo alcuni anni, e cioè dopo che sia passata l’attuale congiuntura economica

  1. che la possibilità di acquistare il solo diritto di usufrutto sia limitata agli anziani ultrasettantacinquenni, e non anche ai 67enni, e che tale diritto non possa essere pagato con rate mensili pari all’ultimo affitto percepito, come nell’Accordo ENASARCO

  2. che non sia data la possibilità di cointestare ad altro familiare, fermo restando il diritto di abitazione, il contratto di acquisto, eliminando la possibilità di farsi aiutare dai figli, nella richiesta di mutui

  3. che sia richiesto, in un momento di crisi come questo, il pagamento entro dicembre di eventuali morosità pregresse, e non sia data la possibilità, come nell’Accordo ENASARCO, di sanare la morosità al momento dell’acquisto, con il mutuo.

  4. che non si capisce se il valore complessivo stimato in 247 milioni di euro sia quello “di mercato” ovvero quello incassabile a seguito delle riduzioni previste in delibera

  5. che non si capisce se l’utilizzo del Fondo Immobiliare di cui alla L. 111/11 sia una mera possibilità o se il Comune pensa di utilizzare tale modalità di alienazione già fallita nei precedenti anni

  6. che solo il 25% dei proventi sia utilizzato per la realizzazione o recupero di alloggi ERP

Insomma si tratta di una delibera che deve essere profondamente rivista dal consiglio comunale, poiché chi ha un reddito alto non avrà problemi di acquisto, e farà un buon affare, mentre chi non potrà accedere al mutuo potrebbe essere cacciato di casa molto presto senza modifiche sostanziali della delibera. E’ davvero straordinario come i politici comunali quando si tratta di parlare davanti agli inquilini tuonino contro il libero mercato e gli sfratti, mentre quando si tratta di vendere patrimonio comunale o provinciale parlano di prezzi di mercato e limitino le tutele per gli inquilini di fatto al nulla. Complimenti alla Giunta comunale che avrebbe dovuto rappresentare un tratto di discontinuità rispetto alle precedenti. ”

 

Unione Inquilini

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