Bussoleno, “Diritto alla Resistenza, nella Valle che non si arresta”

Sarà smontata “pezzo per pezzo la strategia di criminalizzazione e repressione nei confronti del movimento notav, affermando ancora una volta il Diritto alla Resistenza”. Assemblea a Bussoleno, sabato 7 dicembre 2013.


Assemblea: Diritto alla Resistenza, nella Valle che non si arresta.

7 dicembre 2013 – dalle ore 10.00 / Bussoleno Teatro Don Bunino

La criminalizzazione in atto contro il movimento notav è una strategia giocata su più fronti, che nel suo agire in maniera coordinata tra le parti assume molteplici aspetti e rivela la volontà di abbattere una resistenza popolare che da oltre vent’anni si batte, con metodo e condivisione, contro un’opera imposta con la forza.
La storia del movimento notav è cristallina, così come lo è la sua lotta, fatta da momenti di partecipazione elevatissima che costituiscono la forza reale di una comunità che si è trasformata, in movimento, passo dopo passo.
Una delle caratteristiche preponderanti degli ultimi anni di azione del movimento è rappresentata da una ricerca continua nel portare avanti le proprie istanze, praticando il conflitto e costruendo sempre maggior consenso attorno a sè.
Pratiche liberanti come quelle delle Libere Repubbliche sono oggi nel mirino della magistratura, così come la resistenza legittima che il popolo notav compie contro un cantiere e un apparato militare che più passa il tempo e più appaiono un corpo estraneo ad un territorio e alla sua popolazione.
Oggi ci sono più soldati in Valsusa che in Afganistan, sintomo che la lotta del popolo valsusino fa paura al potere delle lobby del Tav, che sempre più sono sinonimo di Stato.
Nell’ultimo periodo i reati contestati ai notav sono cresciuti di qualità arrivando ad indagare alcuni giovani per terrorismo ed eversione.
Il movimento, imbattibile politicamente, lo vorrebbero sconfitto nei tribunali e sulle pagine dei giornali, mettendo in atto una strategia articolata e battezzata da figure illustri di entrambi i campi.
Nonostante questo, il movimento notav non si arrende e prosegue il cammino della lotta popolare con determinazione, affermando nel momento in cui è sotto attacco, il proprio Diritto alla Resistenza, vivendolo, praticandolo, organizzandolo.
Il nostro e quello dei movimenti sociali è un diritto che non ha giurisprudenza, ma è in essere nelle lotte e nei movimenti che si battono per cambiare radicalmente l’esistente.
Di questo discuteremo il 7 dicembre, smontando pezzo per pezzo la strategia di criminalizzazione e repressione nei confronti del movimento notav, affermando ancora una volta il nostro Diritto alla Resistenza.
[Leggi tutto e vedi il programma]


Il 3 dicembre al Tribunale di Ancona!

Il 3 dicembre (alle ore 9 presso la Corte di Appello di Ancona- Palazzo di Giustizia, via Carducci 3) si svolgerà il processo di appello contro la sentenza con cui il 26.10.2009 il giudice monocratico Moscaroli ha condannato Pietro Vangeli, segretario nazionale del Partito dei CARC e Massimo Amore, responsabile nazionale dell’Associazione Solidarietà Proletaria a pagare 20.000 euro (più 5.000 euro di spese processuali). L’accusa? Aver “diffamato” Paolo Giovagnoli, un PM famoso per le numerose inchieste per “associazione sovversiva” (la maggior parte delle quali finite con l’archiviazione o il “non luogo a procedere”) aperte contro comunisti, no-global, anarchici e studenti di Bologna e, soprattutto, titolare del procedimento contro il (n)PCI, il P.CARC e l’ASP, l’ottavo negli ultimi 25 anni sempre per “associazione sovversiva con finalità di terrorismo” e sempre contro la stessa area politica… procedimento durato per ben nove anni, dal 2003 al 2012. La “diffamazione” in che cosa sarebbe consistita? Nell’aver chiamato Giovagnoli con il suo nome nei volantini, nei comunicati, nelle dichiarazioni e in altre prese di posizione del P.CARC e dell’ASP: “novello Torquemada”, “giudice dal 270bis facile”, “persecutore di comunisti”.

Facciamo un passo indietro. Nel luglio 2008 il GUP di Bologna Rita Zaccariello sconfessa in pieno il procedimento aperto da Giovagnoli con una sentenza “di non luogo a procedere perché il fatto non sussiste”, una sentenza che fa scalpore e che al pari delle sette precedenti sentenze conferma la tesi della persecuzione giudiziaria nei confronti della nostra area politica.
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Lettera di Mauro Gentile, agli arresti domiciliari per gli scontri del 15 ottobre 2011
Contributo di lotta al processo per i fatti del 15 ottobre…basta ricatti, assediare il processo e renderlo ingovernabile!

Ancona, 14.11.2013



Cari compagni,

vi ringrazio della presenza al presidio di lotta di quest’oggi e soprattutto ringrazio ognuno di voi per aver preso parte e organizzato le recenti mobilitazioni del mese di ottobre. Dai miei arresti domiciliari vederne i risultati è stato un piacere. Soprattutto è stato un piacere seguire l’immediata solidarietà nei confronti dei compagni arrestati che ne ha determinato la liberazione nel giro di pochi giorni! E’ la dimostrazione che quando i movimenti organizzati del nostro paese si uniscono e chiamano alla lotta la nostra gente non si fa aspettare. E’ stato così due anni fa e lo è oggi a maggior ragione! Dobbiamo avere consapevolezza della grande forza che con la nostra azione possiamo sprigionare! Dobbiamo coltivare questa nostra forza e non disperderla in percorsi che portano alla sconfitta e scoraggiano la nostra gente! Ed è per questo che ho provato dispiacere nel vedere l’eccellente e incoraggiante combattività e partecipazione al 19 ottobre indirizzata all’ottenimento di un tavolo di trattativa con le cricche governative! E’ stata una mossa sbagliata e con la quale ci siamo fatti male da soli: perchè abbiamo accreditato di una qualche autorità questo governo golpista, perchè abbiamo alimentato aspettativa presso la nostra gente che dai governi della borghesia e del clero possano venire concessioni e diritti!
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Sito: www.carc.it
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