Sfratti, errore nel decreto proroga su limite reddito

“Alla crudeltà sociale, il cinismo e il disprezzo del Parlamento (che aveva approvato due ordini del giorno) il governo aggiunge l’improvvisazione”.

 

COMUNICATO

PROROGA DEGLI SFRATTI: IL TESTO DEL DECRETO SMENTISCE IL GOVERNO. IL LIMITE PER POTERNE USUFRUIRE RIMANE NON E’ 21 MILA EURO MA 27.000.

LE PROTESTE DELL’UNIONE INQUILINI HANNO. ALMENO. FATTO CORREGGERE UN ERRORE, PROBABILMENTE NON CASUALE.

LA NOSTRA OPPOSIZIONE RESTA FORTISSIMA: SERVE ESTENDERE LA PROROGA ALLA MOROSITA’ INCOLPEVOLE E PROTRARLA A TUTTO IL 2014.

Dichiarazione di Walter De Cesaris, segretario nazionale Unione Inquilini.

“Alla crudeltà sociale, il cinismo e il disprezzo del Parlamento (che aveva approvato due ordini del giorno) il governo aggiunge l’improvvisazione.

Il testo del decreto legge mille proroghe, per quanto riguarda la proroga degli sfratti, “corregge” in un punto non marginale il comunicato stampa del governo che ne illustrava i contenuti.

Il limite di reddito per accedere alla proroga è di 27 mila euro e non 21 mila come scritto nel suddetto comunicato.

Il testo, infatti, proroga il termine previsto dall’art. 1 comma 1 del D.L. 158 del 2008 che fa riferimento diretto alla legge 9 del 2007 che testualmente afferma che la proroga si applica nei confronti di “conduttori con reddito annuo lordo complessivo inferiore a 27 mila euro”.

Si è pertanto trattato o di un marchiano errore o, più maliziosamente, di un tentativo, andato a vuoto, per le proteste di cui come Unione Inquilini siamo stati protagonisti.

Infatti, per primi avevamo fatto rimarcare che, in tal modo, si riduceva ancora di più la platea dei beneficiari in maniera del tutto illegittima in quanto, se trattasi di proroga di termini temporali, non si poteva, nello stesso tempo, agire per peggiorare i requisiti per poterne usufruire.

Casomai, l’unica azione legittima, sarebbe stata quella di adeguare il suddetto limite, aumentandolo almeno della percentuale dell’inflazione intervenuta nel frattempo, cosa che il governo si è, però, ben guardato dal fare.

Rimane il giudizio nettamente negativo sul provvedimento: sulla sua precarietà (il limite del 30 giugno) e, ancora di più, sulla mancata estensione alla morosità incolpevole, responsabile del 90 per cento degli sfratti.

Chiederemo con forza al Parlamento di modificare il testo su quei due punti e ci mobiliteremo di conseguenza, estendendo la pratica dei picchetti anti sfratto in tuta Italia.

Impediremo lo sfratto ovunque un soggetto debole, che avrebbe diritto, sulla base della normativa vigente a interventi sociali di protezione e di accompagnamento, rischia di essere gettato sul marciapiede.”

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