Shopper, Europa conferma il divieto italiano all’uso

Arriva da Strasburgo il voto della Commissione Ambiente del Parlamento europeo sulla proposta che modifica la direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio al fine di ridurre il consumo di borse di plastica in materiale leggero.


Comunicato stampa
Roma, 11 marzo 2014

Shopper, il voto dalla Commissione Ambiente del Parlamento europeo conferma il via libera al divieto italiano. Adesso si applichino le sanzioni ai “furbetti dello shopper”

Arriva da Strasburgo, ieri 10 marzo, il voto della Commissione Ambiente del Parlamento europeo (ENVI) sulla Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 4 novembre 2013 (pdf), che modifica la direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio al fine di ridurre il consumo di borse di plastica in materiale leggero.

Obiettivo della Proposta incentrata sulle borse di plastica è limitare le conseguenze negative sull’ambiente, in particolare per quanto riguarda la loro facile trasformazione in immondizia, nonché contribuire a prevenire la formazione di rifiuti e a promuovere un uso più efficiente delle risorse. In particolare, la proposta mira a ridurre il consumo dell’Unione europea delle borse di plastica.

“La proposta della Commissione Europea lascia libertà ai paesi membri di adottare misure per la riduzione dell’impiego degli shopper in plastica ed eventuali restrizioni relative alla loro commercializzazione – ha detto Francesco Ferrante, Vicepresidente del Kyoto Club e autore dell’emendamento che introdusse nella legislazione italiana in divieto degli shopper in vigore dal gennaio 2011 – e ora quindi non ci sono più alibi per non applicare le sanzioni a chi si ostina a commercializzare sacchi non conformi alle regole europee di biodegradabilità e compostabilità”.

“La scelta della Commissione – prosegue Ferrante – conferma che il modello italiano, che ha già ridotto il consumo di shopper usa e getta da circa 180000 ton nel 2010 e circa 90000 nel 2013, con una riduzione del 50% e un miglioramento della qualità e quantità del rifiuto organico, può essere davvero un modello per tutta l’Europa nel comune raggiungimento degli obiettivi fissati dalla bozza votata ieri dalla Commissione ambiente: 50%, rispetto al 2010, entro i tre anni dall’entrata in vigore della nuova Direttiva e, successivamente, l’80% entro cinque anni rispetto alla media europea.”.
 


Ufficio Stampa Kyoto Club
www.kyotoclub.org

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