Fronteggiare la repressione “economica”

Newsletter del 13.3.2014 

 

Aderire, partecipare e far partecipare alle giornate di Roma del 14 e 15 marzo contro la repressione

Apriamo un confronto collettivo sui modi per fronteggiare la repressione “economica”

 

Lettera aperta ad A. Perino (e al movimento NO TAV): perchè pagare quella multa? 

Caro Alberto,

tu e altri esponenti del movimento NO TAV siete stati condannati a pagare 214 mila euro a titolo di risarcimento di presunti danni alla ditta LTF per la mancata esecuzione di alcuni sondaggi propedeutici alla “grande opera inutile”. Danni immaginari, perché quelli erano sondaggi inutili e nemmeno previsti dai progetti, come sottolineate nel vostro comunicato-appello: “Quella notte, all’autoporto centinaia di manifestanti erano sulla strada di accesso all’area per impedire l’avvio del sondaggio. La DIGOS aveva detto che non sarebbero arrivate le forze di polizia per sgomberare il terreno dai manifestanti ma che sarebbero venuti gentilmente a chiedere di poter fare il sondaggio, se avessimo rifiutato se ne sarebbero andati. E così avvenne. Poi si scoprì che era una trappola per tagliare le gambe ai NO TAV con una nuova tecnica: richiesta di danni immaginari per centinaia di migliaia di euro a carico di qualche personaggio del movimento”. L’appello che avete lanciato non è caduto nel vuoto, da ogni parte d’Italia la solidarietà si è concretizzata in una vasta mobilitazione che in poco tempo ha permesso di raggiungere e superare la cifra necessaria a pagare il risarcimento.

E’ la conferma (un’altra conferma) che il movimento NO TAV è ormai un centro autorevole di mobilitazione che irradia la sua influenza su tutto il territorio nazionale. E la dimostrazione di quanto sia radicata la consapevolezza che la lotta della vostra valle non riguarda solo voi, ma tutte le masse popolari del nostro paese che sono “in marcia” in molteplici campi: salute, ambiente, lavoro utile e dignitoso, repressione, democrazia, risorse pubbliche, trasparenza, ecc.

Proprio in virtù di questo ruolo ormai consolidato, non pensi che sarebbe sbagliata la scelta di pagare quel risarcimento? Lo chiediamo con franchezza e senza giri di parole, con la sincera volontà di aprire un dibattito e un confronto collettivo, sentendoci noi tutti parte del movimento contro il TAV: come si dice da sempre, non è necessario essere valsusini per essere NO TAV. Sappiamo che nel movimento non ci sono posizioni univoche sulla questione, come è normale che sia del resto. Sappiamo e comprendiamo che, ovviamente, c’è il timore di pignoramenti e confische di beni. Siamo sicuri anche che cercherete mille vie legali per dilazionare i pagamenti e ridurne l’entità. Sappiamo che secondo voi (o alcuni di voi) determinate decisioni devono restare all’interno del movimento: non pretendiamo di sostituirci al movimento in questo. E’ per il fatto che apparteniamo allo stesso lato della barricata che ti/vi facciamo questa domanda e il dibattito franco e aperto (insieme allo scambio di esperienze) è un punto di forza della comune lotta “per un altro modello di società”.

Non pensi sia uno sbaglio sottostare a una condanna palesemente ingiusta e pretestuosa, che con tutta evidenza è una trappola contro il movimento NO TAV e oltre? Le sanzioni pecuniarie sotto forma di condanne a risarcimenti, multe, ecc. sono uno strumento sempre più utilizzato contro la resistenza popolare per dissuadere, ostacolare, minacciare chi resiste, si oppone e lotta (e noi del P.CARC ne abbiamo esperienza diretta), sono il mezzo (insieme ai fogli di via e alle cariche poliziesche) usato per cercare di impedire di fatto l’esercizio dei diritti democratici sanciti dalla Costituzione. Gli esempi di questo sono innumerevoli, l’ultimo in ordine di tempo è la multa di 350mila euro ai lavoratori dell’ATAF di Firenze che hanno scioperato a dicembre (il ciclo di lotte dei lavoratori dei trasporti pubblici: Genova, Pisa, Livorno, Firenze) violando le fasce di garanzia. [leggi tutto

 

Fuorilegge! Essere audaci, andare fino in fondo, passare all’attacco 

C’è un legame stretto e profondo che unisce le operazioni repressive (giudiziarie e poliziesche) degli ultimi mesi contro gli organismi, gli aggregati e anche i singoli esponenti del movimento popolare. Non c’è nulla di casuale nella serie di denunce, condanne, arresti, limitazione della libertà che hanno colpito Movimento NO TAV (gli arresti con accusa di terrorismo di Chiara, Nico, Mattia e Claudio e le multe comminate a Perino e altri esponenti di primo piano per centinaia di migliaia di euro), il M5S (con le denunce a Grillo per aver partecipato alle manifestazioni in Val Susa e per aver “arringato” le forze dell’ordine a “passare con i dimostranti” nelle giornate del 9 dicembre), il M9D (con la repressione poliziesca in occasione dell’ “assedio di Roma” dell’8 febbraio), il centro promotore della manifestazione del 19 ottobre (con gli arresti domiciliari per Di Vetta e Faggiano e misure cautelari per altri 15). A queste operazioni vanno aggiunti gli arresti fra il movimento dei disoccupati di Napoli e la repressione e le operazioni sporche (aggressioni, ricorsi disciplinari, ecc.) contro l’area di sinistra CGIL che anima l’opposizione alla Camusso (in questo caso non si tratta di repressione poliziesca o giudiziaria, ma è l’apparato sindacale che, come già accaduto in passato, fa la sua parte di lavoro sporco).

E’ un legame stretto, cioè per quanto ognuno di questi aggregati, organismi, coordinamenti siano diversi fra loro (e in certi casi anche scollegati o in contrapposizione), vengono colpiti in quanto tutti sono a vario titolo rappresentativi di settori popolari che si stanno attivando e mobilitando contro la crisi, i suoi effetti e i suoi responsabili. Ciò che ogni dirigente, portavoce, coordinatore “testa pensante” di ognuno di questi aggregati ancora non vede (o magari intuisce, ma l’intuizione non è ancora un progetto, un programma, un piano di intervento e di sviluppo), lo vedono bene i vertici della Repubblica Pontificia: per loro è potenzialmente più pericoloso ciò che accomuna questo variegato fronte (la provenienza di classe, il ruolo di rottura) che ciò che (ancora) lo divide e frammenta. [leggi tutto]

 

Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza – per il Comunismo (CARC)

Via Tanaro, 7 – 20128 Milano – Tel/Fax 02.26306454
e-mail: resistenza@carc.it – sito: www.carc.it

 

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