Criticità Scuola Pubblica – segnalazioni da Bologna, Ferrara e Modena

Di seguito la comunicazione inviata al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, contenente le segnalazioni circa le Criticità della Scuola Pubblica nelle province di Bologna, Modena e Ferrara.

Signor Presidente del Consiglio,

siamo Presidenti di Consigli d’Istituto, rappresentanti dei genitori
negli Organi Collegiali Scolastici, e la ringraziamo per l’invito ad
esporle le gravi criticità in cui versa la Scuola Pubblica, segno di
un’attenzione in cui riponiamo le nostre rinnovate speranze.

1. Risorse finanziarie

Negli ultimi anni oltre 10 miliardi di fondi pubblici sono stati
sottratti alla scuola, ed i nostri istituti sono ormai in una
condizione di estrema difficoltà nel riuscire a gestire anche solo il
normale funzionamento:

– Le risorse finanziarie stanziate per il Miglioramento dell’Offerta
Formativa – utilizzato per il funzionamento didattico e amministrativo
– per il corrente anno scolastico sono state decurtate del 30%
rispetto all’anno precedente (a sua volta decurtato rispetto a quello
prima, fatto che si ripete da anni). E di quanto stanziato solo il 50%
è stato finora materialmente assegnato.

– L’arricchimento dell’offerta formativa, quello che in linguaggio
comune chiamiamo “i progetti”, è stato praticamente azzerato: per
uscite didattiche, viaggi d’istruzione, sport, teatro, laboratori non
ci sono più fondi, nemmeno per le ore di recupero dei ragazzi in
difficoltà.

– Agli istituti superiori non vengono corrisposti fondi sufficienti
nemmeno per la copertura delle attività – obbligatorie per legge – di
recupero, sportello e sostegno agli studenti con difficoltà e debiti
formativi.

– La mancanza di risorse sia umane che finanziare rende estremamente
difficile la gestione dell’integrazione dei ragazzi migranti per il
drastico calo delle ore di alfabetizzazione e di quelle di sostegno
scolastico. Ciò rende problematica la piena inclusione di tali ragazzi
vanificando un importante obiettivo sociale ed educativo delle nostre
scuole.

– A causa del pesante taglio delle risorse finanziarie a disposizione
le scuole sono costrette a ricorrere in modo sempre più crescente ai
contributi delle famiglie e cercando, ove possibile, di reperire
risorse esterne aggiuntive. Il privato che si sostituisce al
finanziamento pubblico. Ai contributi in materiale (es la carta, il
sapone) da anni forniti dai genitori, ora si aggiungono, e sono ormai
indispensabili, anche contributi in denaro: da una nostra rilevazione
nella provincia di Bologna pressoché tutti gli istituti sono costretti
a richiederli e per gli istituti superiori costituiscono la principale
fonte di finanziamento. Siamo a sua disposizione per esporle la nostra
rilevazione.

– Sono stati drasticamente tagliati i fondi per le pulizie (solo nel
corrente anno scolastico, ulteriore riduzione del 40%), con
conseguente revisione al ribasso sia della tipologia che della
tempistica degli interventi. Si associa a questa decurtazione,
peggiorandone gli effetti sia sulle pulizie che sulla sorveglianza
degli alunni, il taglio dei posti del personale ATA.

Collegata alla tematica finanziaria c’è quella dei crediti pregressi
(i cosiddetti “residui attivi”) che le scuole vantano da anni nei
confronti dello Stato. Parliamo – per ciascun istituto di decine, in
alcuni casi centinaia, di migliaia di euro che sono stati restituiti
solo in piccola parte.
Si tratta di crediti relativi alle spese già sostenute ed anticipate
dai singoli istituti per il pagamento di supplenze brevi, delle ore
“eccedenti”, delle ore di “funzionamento”. Il loro mancato
accreditamento da parte del MIUR comporta gravissime difficoltà nella
gestione finanziaria delle scuole, limitando notevolmente le risorse
necessarie al funzionamento didattico e amministrativo, al punto da
comprometterne il regolare funzionamento, al pari dei tagli dei
finanziamenti. E rendendo ulteriormente necessario il ricorso ai
contributi volontari dei genitori.

2. La scarsità del personale docente e ATA

Sicurezza e didattica.

Le normative vigenti dispongono che, a livello nazionale, anche in
caso di aumento del numero degli studenti, il numero dei docenti non
possa aumentare nemmeno di una unità. L’organico complessivo deve
essere pari a quello dell’anno scolastico 2011/2012.
Questo ha comportato, per l’anno scolastico in corso, che per alcune
regioni ci sia stata una diminuzione di personale, per altre come
l’Emilia Romagna, un aumento. Nello specifico della nostra regione,
abbiamo avuto un aumento degli iscritti pari al + 1,7%, circa 8/9 mila
studenti in più, a fronte del quale quello dei docenti è stato solo
dello 0,98%, che significa una carenza di docenti (ossia di classi
senza copertura) per qualche centinaia di classi.
Di fatto, questo si traduce in classi molto numerose, fino a 30/32
studenti, anche in presenza di ragazzi con disabilità. E ancora, in
mancata attivazione di sezioni per la scuola dell’infanzia.
Ricordiamo però che, al di là di evidenti motivazioni di vivibilità e
di didattica, esistono e sono tuttora vigenti normative (che
ovviamente contrastano con quella del blocco dell’aumento del numero
dei docenti) che prevedono:

* che ci debba essere una metratura minima a studente: 1,8 m2 per
infanzia, primaria e secondaria di primo grado, 1,96 per secondaria di
secondo grado. Quindi per fare classi di 30 studenti occorrono aule di
55 m2 alla scuola inferiore, 60 m2 alla superiori. Norme sulla
“funzionalità didattica” (DM 18/12/75 sull’edilizia scolastica)

* non più di 26 persone per aula (docenti compresi), derogabili solo
adottando misure che garantiscano un grado di sicurezza equivalente a
quello previsto dalle norme a cui si intende derogare e previa
autorizzazione dei Vigili del fuoco. Norme “sicurezza” (DM 26/08/92
prevenzione incendi).

* che le classi non possano essere formate da oltre 25 alunni, 20 se
in presenza di ragazzi con disabilità. Norme per la “riorganizzazione
della rete scolastica” (DM 331/1998). Quest’ultima parte sulla
riorganizzazione scolastica è stata rivista dal decreto Gelmini (DPR
81/2009) che, variando i parametri previsti dalla precedente
normativa, fissa i massimali (sforamenti inclusi) a 29 infanzia, 30
primaria, 31 secondaria di primo grado e 33 di secondo grado, in
violazione con le normative sull’edilizia scolastica e sulla
prevenzione incendi.

BES – Disabilità – DSA.

Sempre nell’ambito della scarsità del personale, non vogliamo che
passi sotto silenzio la problematica del sostegno ai ragazzi con
disabilità, segnalando l’assoluta scarsità degli insegnanti di
sostegno.
Le normative vigenti estendono a tutti gli studenti in difficoltà –
certificati e no – il diritto alla personalizzazione
dell’apprendimento (la D.M. 27/12/12 e la circolare 06/03/13
ridefiniscono l’approccio all’integrazione scolastica, legge 104/92 e
legge 170/10). Questi Bisogni Educativi Speciali, che includono anche
le eccellenze e possono essere temporanei, richiedono una speciale
attenzione educativa. In un panorama quanto meno desolante come quello
attuale (tagli delle risorse finanziare, dei posti di lavoro sia di
docenza che del personale ATA, delle ore di supplenza, eliminazione
delle ore di compresenza) come è possibile rispondere adeguatamente a
questi bisogni?

Compresenze.

Infine rientra nell’ambito delle risorse umane la problematica delle
compresenze, del tempo pieno e delle ore frontali di docenza.

Nella scuola primaria, la tristemente nota eliminazione delle
compresenze e la concessione di un numero di docenti inferiori a
quello necessario a fornire i moduli orari richiesti dalle famiglie,
ha comportato negli ultimi anni la formazione di “orari spezzatino”:
per arrivare al monte ore totale di una classe c’è un insegnante
prevalente e vengono utilizzate le ore di ex compresenza, quindi in
situazioni di normalità ci sono non meno di 3/4 insegnanti (ciascuno
con spezzoni di ore e mai presenti contemporaneamente) arrivando a
situazioni limite di 5/6 docenti. Altro che “maestro unico”.

Nella secondaria, sia inferiore che superiore, la drastica riduzione
delle ore di compresenza ha comportato pari riduzione delle ore di
laboratorio. E l’obbligo di fornire solo ore di docenza diretta crea
il problema degli spezzoni di cattedre su più istituti con serie
difficoltà organizzative per ciascun istituto coinvolto; oltre che,
ovviamente, problemi logistici per gli insegnanti costretti agli
spostamenti quotidiani.

Inoltre tutto ciò comporta la mancata disponibilità di ore per
supplenze interne – con frequenti divisioni degli alunni in altre
classi – e per il recupero e il potenziamento.

3. Edilizia scolastica

Ricordiamo che la situazione generale dell’edilizia scolastica è
quella di una condizione diffusa di edifici non adeguati, talvolta
nemmeno dignitosi, con forti necessità di manutenzioni ed in diversi
casi non a norma. Inoltre, il tema della sicurezza è strettamente
collegato anche all’eccessiva numerosità delle classi (tema già
citato). Il terremoto del 2012 ha riportato ad un’attualità drammatica
la situazione della sicurezza e dell’adeguamento antisismico degli
edifici dove dimorano per intere giornate i nostri bambini e i nostri
ragazzi.

Confidiamo nella sua attenzione su queste tematiche e quindi di vedere
un’inversione di rotta rispetto alle politiche sulla scuola dei
precedenti governi e dal canto nostro manterremo l’attenzione sulle
criticità e sulle problematiche della Scuola Pubblica che fino ad ora
non sono state assolutamente risolte, quando non colpevolmente
aggravate.

Grazie per l’attenzione.

Coordinamento dei Presidenti Consigli d’Istituto e di Circolo della
provincia di Bologna

Coordinamento Provinciale dei Presidenti Consigli d’Istituto, Circolo
e Comitati Genitori di Modena

Associazione Città&Scuola – Coordinamento Insegnanti delle Scuole
Medie di Modena e dei rispettivi Comitati Genitori
CGD – Unione Genitori Modena

Associazione di promozione sociale SOS RETEGENITORI Castelfranco (MO)

Age Dislessia Modena

Comitato Genitori Comprensivo “A.Costa” di Mirabello e Vigarano Mainarda (FE)

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